La “fuga dei cervelli” ha coinvolto anche i giovani fiorentini. Secondo la statistica del Comune di Firenze, oggi questa tendenza sembra essere in crescita. Ma come influisce questo nelle relazioni? Siamo nell’era del sesso a distanza e del “post-arrapamento”.
La crisi e la fuga dei cervelli da Firenze.
“Caro amore scusa non posso tornare” cantava il cantautore Eman nella canzone L’amore ai tempi dello Spread, una hit andata in voga nel 2011. Una canzone che parla di un amore a distanza e il disperato tentativo di due amanti nel ricongiungersi, nel potersi abbracciare, ma che non possono. La crisi porta lui a stare fuori dall’Italia, e lei, ad aspettarlo.
Il 2011 fu un anno importante: fu l’anno di inizio di quel colossale tunnel chiamato “crisi economica”, di cui non si vede ancora una fine. Di certo, non si parla di un periodo di guerra, di carestia. Nemmeno di un periodo in cui gli uomini erano costretti a fare i soldati e a lavorare nelle miniere, o di quando i mariti si spostavano e le donne rimanevano a casa per badare ai figli, aspettando i soldi via posta per il loro mantenimento. Però, parliamo pur sempre di precariato, di lavori che non vengono retribuiti e di giovani sempre più disoccupati.
È dal 2012 che in Italia i giovani sono costretti a lasciare le proprie città. Si parla di emigrazione e diaspora: l’hanno soprannominata “il nuovo Esodo” e “fuga dei cervelli”, benché la maggior parte dei giovani, sono ragazzi laureati e plus premiati, non di certo dei vagabondi. Una fuga che ha coinvolto anche i giovani fiorentini. Solo nel 2013 i fiorentini trasferiti all’estero sono stati 590, nel 2000 erano 307. Quasi il doppio. Secondo la statistica del Comune di Firenze, oggi questa tendenza sembra essere in crescita, visto che gli anni che fanno parte dell’ultimo triennio sono quelli con il maggior numero di trasferimenti all’estero.
“Distansia”: l’amore a distanza dei fiorentini
Non possiamo pensare che questo non influisca nelle relazioni. E di fatto, possiamo dire che la maggior parte si evolvono in relazioni di assi: asse Roma-Londra, Catania-Milano, Firenze -New York and so on. Come la storia di Chiara e Fabio: lei fa la specialistica a Firenze, lui è andato a proseguire i suoi studi in Germania «dato che lì ti danno la possibilità di lavorare mentre studi perché lavorando poche ore al giorno puoi mantenerti» – mi dice. Oppure, la storia di Lorenzo e Katia: lui, pianista, fa un lavoro che in Italia non viene retribuito ma visto come un hobby: suonare l’organo nelle chiese. «In Svizzera sono assunto come un impiegato normale, con un contratto, contributi etc. In Italia mi davano qualcosa presa dalle offerte»; Katia, insegnante ma senza la cattedra, è costretta a spostarsi da Firenze per l’Italia.
Il tutto collegato da una tremenda ansia del domani, del futuro incerto, dei contratti a tempo determinato sempre più frequenti in posti assai lontani e diversi. Relazioni di distanza e ansia, che possiamo chiamare assi di “distansia”: ci si parla per videochiamata, si fa sesso tramite texting e ci si vede tra una ferie e l’altra. Bisogna trovare il primo volo/treno economico in coincidenza ai giorni liberi, cercando di darsi tutto l’amore possibile in pochi giorni, ore, minuti, e molte volte vedendosi tra uno scalo di un aereo e l’altro, se si viaggia per lavoro.
Sesso a distanza e il post-arrapamento
Così, anche il sesso viene trascurato. La nostra era viene infatti chiamata l’era del post-arrapamento, ovvero, l’era in cui ci si masturba con fugaci fantasie erotiche piuttosto che vivere di relazioni sessuali. In parole povere, secondo un articolo sulla rivista Vice, il post-arrapamento è quando si preferisce masturbarsi pensando ad una persona dopo una conversazione avvenuta sui social piuttosto che vederla; quando si scrivono messaggi erotici e poi ci si masturba con un porno; oppure, quando fare sesso diventa un optional e non una necessità della coppia: troppo difficile e richiede troppa fatica. Ma tutto questo perché? Probabilmente perché non c’è più tempo per le relazioni o sono diventate più complicate da gestire.
Siamo nell’era in cui si privilegia la carriera, il successo, il benessere economico. Per il sesso non c’è tempo. Recenti studi parlano della diminuzione di una vita sessuale attiva nei giovani. Sembra che i millennials facciano sesso in media 4,9 volte al mese per gli uomini e 4,8 volte per le donne, in confronto al 6,2 e 6,3 di un decennio fa e che “i ritmi della vita moderna”, potrebbero essere una delle ragioni per cui molte persone fanno meno sesso. E se per il sesso non c’è più tempo, l’amore è una fantasticheria: qualcosa a cui pensare dopo che ci si è stabiliti, o qualcosa di cui fare a meno, eliminandolo dalla “to do list” che siamo abituati a fare.
Eppure, nonostante la sociopatia si sia impossessata di noi, ci sono giovani lontani che si aspettano. Quelli che forse non faranno sesso, che si masturbano dopo essersi mandati dei messaggi; quelli che lo fanno per telefono, via skype, o che pensano a lui/lei mentre guardano un porno. Quelli che nonostante gli assi di “distansia”, sperano sempre di ricongiungersi. Potremmo anche essere nell’era del post-arrapamento ed essere dei falliti e avvoltoi sociali, avremo pur sempre bisogno di qualcuno che ci aspetta a casa.