Lo scrittore fiorentino si esibirà per una serie di appuntamenti dal 12 al 17 novembre al Teatro della Pergola portando in scena il famigerato testo del dittatore nazista.
Stefano Massini non è sicuramente un nome che ha bisogno di presentazioni: scrittore, personaggio televisivo e drammaturgo, fiorentino classe ’75, ha collaborato con la trasmissione televisiva Piazzapulita con dei racconti scritti da lui, ha partecipato all’ultimo Festival di Sanremo con un monologo riguardo le morti sul lavoro, L’uomo nel lampo, musicato da Paolo Jannacci. È stato il primo italiano a vincere un Tony Award (l’equivalente dei premi Oscar per il Teatro, tra l’altro vincendone 5, ndr) per la sua opera Lehman Trilogy, riguardo la famiglia/banca Lehman il quale fallimento è tuttora la bancarotta più grande della storia degli Stati Uniti. Ha scritto numerosi libri per Einaudi, tra cui Lehman Trilogy e Manhattan Project.
L’ultimo, almeno in linea temporale, è un curioso progetto che ha scaturito una serie di spettacoli teatrali, tra cui anche a Firenze. Anche ai meno attenti il nome ricorderà qualcosa: Mein Kampf. O meglio, “Mein Kampf. Da Adolf Hitler”.
Sono passati quasi cent’anni, 99 per l’esattezza, da quando Adolf Hitler ha pubblicato quello che sarebbe stato il testo cardine nel suo partito politico: il Partito Nazista. Il Mein Kampf, “la battaglia” di Hitler, da autobiografia scritta all’interno del carcere bavarese di Landsberg am Lech, diventa uno dei testi più tristemente conosciuti della storia, uno dei più censurati, e solo successivamente (e in parte) sottratto alla damnatio memoriae più che legittima imposta dai paesi partecipanti alla Seconda Guerra Mondiale, Germania in primis, che solo nel 2016 ha smesso di censurarlo.
Da allora il mondo è andato avanti, trascinando con sé un periodo storico tra i più cruenti e bui che la storia recente ricordi. Un periodo in cui la politica punta il dito contro il diverso, contro il nemico, in cui l’approvazione viene presa alzando la voce, e se non basta la voce, vengono usate le maniere forti. Purtroppo, le maniere forti sono spesso le più frequenti.
La storia, come ci insegnano, è ciclica. Tutt’ora vediamo i partiti politici parlare agli elettori con retoriche populiste, temi allarmistici e slogan accattivanti. La stessa parola accattivante deriva dal latino, captivare, fare prigionieri. L’elettore viene “fatto prigioniero” delle parole e delle ideologie, che mai come ora fanno riferimento ai problemi noti a tutti, come immigrazione, la crisi economica, i problemi socio-culturali, in un crescendo di toni che pare ogni giorno più evidente.
Viste le premesse, era difficile trovare un periodo migliore per Massini, che proprio in un periodo di forti contrasti politici in tutta Europa, presenta al Teatro della Pergola di Firenze uno spettacolo basato sul suo studio dell’opera del Fuhrer. Riflettendoci, ciò sembrerebbe la cosa peggiore da fare al momento: far rivivere un opera così controversa da una parte sembrerebbe quasi una sorta di legittimazione dell’opera in sé. Un tacito consenso di Massini al pensiero politico di Hitler.
In realtà è proprio l’opposto, in quanto non è cancellando il passato che si migliora, ma affrontandolo, tenerlo sempre a mente per non rifarlo. Affinché il passato non torni a bussare alla stessa porta.
In un’era in cui spesso si fa a gara a “parlare alla pancia dell’elettorato”, in cui la dialettica populista mira all’emarginazione, al divide et impera, Massini ci ricorda che non esiste un popolo eletto, ma che tutti siamo testimoni del passato.
Lo spettacolo, della durata di 85 minuti, è tratto dal suo libro “Mein Kampf. Da Adolf Hitler” scritto per Einaudi dopo un lungo periodo di lavoro e studio dell’opera e della dialettica utilizzata da Hitler nei suoi primi comizi. Prima data al Piccolo Teatro di Milano l’8 ottobre, del quale lo stesso Massini ha svolto il ruolo di consulente artistico dal 2015 al 2020. La prima fiorentina sarà il 12 novembre, mentre gli appuntamenti andranno avanti fino al 17 con ben cinque repliche.
Tutte le informazioni sullo spettacolo sul sito web del Teatro della Pergola a questo link.
Articolo di Francesco Faga
Foto: © Filippo Manzini