Si trova in Vicolo dell’Oro 3 il tempio fiorentino votato alla gastronomia fusion. Un’autentica esperienza di viaggio fra drink all’avanguardia e piatti di cucina Nikkei che ci portano dall’Italia al Giappone fino al Sud America.
Storica e apprezzata certezza della scena bar nostrana, The Fusion Bar & Restaurant è uno dei locali che più sono mancati a Firenze e ai fiorentini durante la pandemia. Da quando ha riaperto, ormai diversi mesi fa, l’universo fusion della Lungarno Collection ha riempito le sue eleganti e accoglienti sale con quel frizzante mix che l’ha sempre contraddistinto: cocktail bar di alto livello e proposta food unica in città. Detto altrimenti: un viaggio fatto di sapori, profumi ed esperienze, tanto nel bicchiere quanto nel piatto.
Fra i fiori all’occhiello della compagnia di gestione alberghiera di proprietà della famiglia Ferragamo – con Leonardo Ferragamo in persona in veste di presidente – The Fusion Bar & Restaurant è stato il precursore del concept fusion a Firenze. Un tocco d’internazionalità a due passi da Ponte Vecchio, con cui The Fusion Bar & Restaurant, sia dietro al bancone del bar sia dietro a quello dei crudi – grande novità del 2022 –, non ha certo paura di osare. Ci pensa il duo composto dall’Head Bartender Sacha Mecocci e dal suo inseparabile compagno di miscelazioni Cosimo Pieraccioli ad accogliere gli ospiti con un servizio caldo, attento e genuino. La loro idea di miscelazione è audace e convincente, incentrata sulla stagionalità degli ingredienti, su preparazioni innovative e su distillati di altri mondi. Si parte dall’Oriente, come indica in modo piuttosto evidente il nome del locale, per poi spaziare con gli stessi risultati fra signature latini e classici occidentali.
I signature cocktails
Segue un menù ricco di colpi di scena, capace tuttavia di abbinare al classico “effetto wow” anche le competenze tecniche di chi, come Sacha, rientra senza dubbio tra gli alfieri del bartending in Toscana. Il risultato è, per esempio, la categoria “Outsider”, due cocktail pensati per stupire che presentano altrettanti classici in modo totalmente nuovo: se “The Spritz” è un cocktail dolce, amaro e fruttato dove le albicocche francesi incontrano lo sherry spagnolo, mentre le note orgogliosamente italiane di bitter chinato e genziana guardano a Oriente col ginger che dona freschezza e bollicine, “The Beer” è un drink fresco, agrumato e aromatico a base di mela, bergamotto e sake. Niente a che fare, insomma, col classico Spritz o con la tradizionale birra!
Per chi non si accontenta della forma e vuole approfondire (ulteriormente) la sostanza ci sono invece “The Scientists”, due drink che utilizzano processi e tecniche prese in prestito dai laboratori scientifici. Mai provato un cocktail agli ultrasuoni? Che ci crediate o no, è proprio questa la peculiarità del “Sonic Mary”, un cocktail speziato, vegetale e aromatico in cui gli ultrasuoni trasformano il profilo tipico di un Bloody Mary. La dolcezza dei pomodori Pachino si unisce inoltre al sentore balsamico del rafano e a uno speciale condimento di soia e sale. Per non parlare del “M&M”, un cocktail corposo, morbido e dolce grazie al quale la merenda dei bambini diventa un gioco per i grandi. Qui il profilo speziato del gin trova la freschezza della menta e, al contempo, morbide note di cioccolato abbracciano l’elegante finale amaro del bitter, con un tocco di latte ad aggiungere limpidezza e cremosità.
I grandi classici
Ci sono poi i grandi classici che nel corso degli anni hanno fatto la storia del Fusion, a partire dal “Fusion Negroni” che omaggia il drink del celebre Conte Cammillo in puro stile… fusion. Il gin giapponese usato al suo interno armonizza le note di lemongrass e cardamomo espresse dall’exotic vermouth, prima che l’amaro morbido del cynar chiuda il mix con eleganza insieme a qualche goccia di angostura. Il denominatore comune, in ogni caso, sta sempre in quello scambio fra Paesi concettualmente lontani, ma emotivamente vicini. A unirli, d’altronde, c’è la passione per il buon bere e per il buon mangiare.
Tapas in stile Nikkei
Non solo cocktail, The Fusion Bar & Restaurant è infatti anche un raw bar: da quest’anno, al posto del tradizionale sushi (che comunque troverete), il locale in Vicolo dell’Oro ha riscritto la sua carta food con una deliziosa proposta di tapas di pesce crudo, in stile italiano e Nikkei, che si affianca a delle tapas calde e a una ricca lista di altre prelibatezze ideate dallo chef Antonio Minichiello. Nato in New Jersey ma cresciuto in Italia, in provincia di Avellino, a 26 anni è stato il più giovane chef della Strip di Las Vegas e oggi, rientrato in Italia con Lungarno Collection, propone una cucina in continua evoluzione, contaminata da una ricerca che si nutre incessantemente del variegato bagaglio gastronomico che ha costruito durante il suo percorso internazionale.
Nel suo team c’è la giovane e competente Nancy De Luca, già protagonista nelle cucine del Caffè dell’Oro (stessa proprietà), alla quale è stato affidato il compito di gestire il banco dei crudi. Scelta sicuramente azzeccata per come Nancy, al pari di Sacha e Cosimo, riesce a incantare i suoi spettatori in fase di preparazione convincendoli appieno una volta che vanno a degustare i rispettivi piatti/drink. E, nel caso del cibo, se vogliamo lo spirito fusion è ancora più forte. Qualche esempio? Dalla Sashimi di hamachi allo shiro shoyo, ravanello e limone al Tataki di tonno otoro, asage arare, sesamo e ponzu, passando per il Bao al vapore con BBQ pulled pork e giardiniera fermentata, fino all’immancabile Ceviche con chips al wasabi soffiato. Piatti ben presentati, studiati e realizzati, così buoni da sembrare il nostro comfort food quotidiano nonostante arrivino da migliaia di km di distanza. Ovviamente perfetti in pairing con un cocktail.
Foto di Luca Managlia