Non dire Cibo se non c’è Arte

Al Vasari foodART, ‘Doni raccolti’, la mostra personale dell’artista fiorentina Ni An. Nei suoi taglieri dipinti troviamo amore, racconto, rispetto… dono

Una nuova formula dove l’arte si siede a tavola con il buon cibo, all’insegna della contemporaneità e dell’arte urbana. Questo il progetto, che il piccolo, ma suggestivo, locale ‘Vasari foodART’ in Borgo Santa Croce a Firenze, sta portando avanti grazie alle idee e alla voglia di bello della sua giovane curatrice, Alice, alla collaborazione con la Street Levels Gallery ( ve ne abbiamo parlato qui) e agli artisti che si alternano sui muri del locale. cibo e arte
Il progetto nasce meno di un anno fa e prevede un connubio stretto tra arte e cucina. “Grazie anche alla collaborazione della Street Levels Gallery – ci racconta Alice – riusciamo a proporre delle mostre temporanee che durano circa 3 mesi, alle quali abbiniamo dei menù stagionali. L’idea è quella di rendere ogni volta un’esperienza diversa al cliente che viene nel nostro locale. Il filo conduttore è quello della contemporaneità, sia nel cibo, perché facciamo cucina toscana rivisitata in chiave contemporanea, sia nelle opere che accolgono chi entra nel nostro ristorante”.
Così dopo la volta di Gabriele Romei e di Míles, protagonisti delle prime due mostre, sabato  19 gennaio, è stata inaugurata la mostra ‘Doni Raccolti’ dell’artista fiorentina Ni An che nelle sue opere fonde il suo amore per la natura ed il suo talento in sinuosi corpi femminili che diventano tramite tra terra e cielo.

Il significato di ‘dono’ torna due volte – ci spiega l’artista – quelli su cui sono intervenuta sono infatti dei doni, dei vecchi taglieri e utensili da cucina dati da mia madre e da altri conoscenti, e raffigurano dei ‘doni’ della Natura da raccogliere. Ho voluto che emergesse la storia degli oggetti su cui ho lavorato, ho infatti dato solo un leggero passaggio di cementite prima di dipingervi sopra, perché volevo che rimanessero evidenti i tagli, la vita che avevano avuto prima. Tutto è partito dall’idea che i taglieri e gli altri oggetti potevano fungere da tavolozza, poi osservandoli mi sono lasciata inspirare dalle loro forme che hanno portato ai soggetti che sono andata a raffigurare. Le figure ritratte vogliono essere una celebrazione di quello che la natura ci offre, dal semino che si schiude dando vita ad un germoglio, alle figure di donne, che mi immagino come delle Veneri propiziatrici, ai ventri femminili che sprigionano energia e fecondità, ma allo stesso tempo accolgono”.

Da pochissimo il locale ha inoltre inaugurato un simpatico format visibile sulla pagina You Tube del locale, ‘Pitta come mangi’, che consiste in una videointervista molto informale, una chiacchierata a tavola divisa in tre capitoli (uno per portata) con gli artisti che di volta in volta espongono qua al ristorante. “Indaghiamo, con l’arrivo delle varie portate, il percorso artistico dell’intervistato, i propri confort food e ricordi legati al cibo, fino a porre all’artista delle domande ‘tabù’ lasciate dai passanti in una grande ciotola di coccio che mettiamo durante le inaugurazioni delle mostre nel locale” – ci racconta sorridendo Alice.

Francesca Nieri