L’aeroporto di Peretola negli scatti di Gianmarco Caroti

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Con il suo progetto fotografico Gianmarco Caroti racconta la situazione dell’aeroporto di Peretola, perennemente in bilico tra chi ne vorrebbe l’ampliamento e chi teme ulteriori problemi ambientali.

Ampliamento sì, ampliamento no? Il dibattito è più che mai acceso e non accenna a placarsi. Fra i sostenitori del sì, corre forte l’idea che i lavori all’aeroporto di Firenze gioverebbero allo sviluppo di tutta la Toscana. Dall’altro lato, coloro che hanno sposato la causa del no, riflettono sull’opportunità o meno di costruire una pista in più in un aeroporto vicino al quale se ne trova già un altro (Pisa), con tutto ciò che comporta in termini di inquinamento, non soltanto acustico. La partita politico-istituzionale è ancora tutta da decidere, con le varie associazioni di cittadini che giocano un ruolo molto attivo nel tentare di indirizzare le scelte.
Gianmarco Caroti ha deciso di raccontare, attraverso un progetto di fotografia documentata, la situazione dell’aeroporto di Peretola. Ecco com’è nato – e perché – il suo progetto.

Com’è nata l’idea di documentare, attraverso la fotografia, la situazione dell’aeroporto di Peretola?

Questo è il mio primo lavoro documentaristico e ha l’intento di raccontare i cambiamenti della mia città avvenuti negli ultimi anni. Come fotografo voglio testimoniare innanzitutto le vicende di Firenze, rispetto alle quali ci sono molte cose da dire. All’inizio il lavoro sarebbe dovuto essere in gran parte d’archivio e forse più generico, ed è stato cercando alcune notizie – anche grazie alle segnalazioni di un altro fotografo – che mi sono imbattuto nella storia dell’aeroporto di Peretola. Ho pensato che avesse gli elementi per raccontare non solo la situazione di un quartiere, ma di tutta la città, dato che l’aeroporto viene utilizzato da tutti. Spero che possa essere uno spunto per far pensare e riflettere. La fotografia è il mio modo di comunicare e credo che l’immagine sia il modo più rapido per arrivare dritti alla comunità. 

A quale scopo?

Lo scopo principale è documentare una situazione che va avanti da molti anni e che spesso chi non vive in quella zona conosce solo in maniera superficiale, quando addirittura non la conosce affatto. Per questo motivo il mio lavoro vuole mettere in luce una determinata situazione e, come detto in precedenza, far riflettere, in particolar modo sul futuro, il nostro futuro. I miei scatti non contengono tuttavia nessuna risposta: più che dare risposte, pongono delle domande.

Che cosa ti ha colpito di più nel lavorare a questo progetto?

Senza dubbio le persone che ho incontrato. Sono tanti gli spunti legati all’aeroporto, ma si andrebbero a toccare alcuni temi forti per i quali ci vogliono alcune certezze prima di essere affrontati. Proprio per questo motivo, ho deciso di limitarmi a raccontare la situazione, senza andare oltre.

Da anni ormai si parla dell’ampliamento dell’aeroporto di Peretola. Rispetto alle persone che hai documentato, quali sono le ragioni di chi è a favore e di chi è contro?

Andando avanti con il progetto mi sono imbattuto in mille idee diverse, tanto che a un certo punto è diventato quasi confusionario. Da una parte c’è chi vede la nuova pista come un giovamento per il turismo della nostra città, per le possibilità di lavoro e di sviluppo. Ma questa città necessita davvero di ancora più turismo o forse Firenze è venuta un po’ a mancare ai Fiorentini? C’è chi si batte per cercare una soluzione più verde, in vista anche della crisi climatica e del momento storico che stiamo vivendo. Quel che è certo è che è necessaria una sintesi tra le varie parti. Alla fine dei conti abitiamo tutti la stessa casa.

L’inquinamento acustico è un altro grande problema avvertito da tutti i residenti della zona. Come si sono attivati i cittadini per sensibilizzare le istituzioni in relazione a questa preoccupazione?

Si sono mobilitati con appelli, lettere al comune e manifestazioni, soprattutto pacifiche.

Quali soluzioni ci potrebbero essere per rendere meno grave il problema dell’inquinamento acustico?

Le soluzioni sono diverse, perlomeno per quel che ho capito e visto fino ad ora, ma anche questo dipende inevitabilmente dalle scelte che si faranno.

Ti sei fatto un’idea di come finirà la questione dell’allargamento dell’aeroporto?

Penso che, come per molte altre cose in Italia, quando si parla di opere pubbliche, le cose siano destinate ad andare per le lunghe.

Che contributo può offrire la fotografia a questa vicenda?

Spero che possa essere un modo per far riflettere. Le immagini e la fotografia, mezzi in cui credo fortemente, hanno il potere di arrivare più velocemente e in maniera più diretta a chi le osserva.

Foto di Gianmarco Caroti