Un altro pezzo della Firenze più autentica se ne è andato per sempre. Fino all’ultimo Calogero Mannina, 78 anni di cui 60 passati a fare scarpe su misura, ha lavorato per una clientela ampia quanto il mondo. Ad affiancarlo nella sua epopea professionale la moglie ed il figlio Antonio a cui va il nostro cordoglio. Aveva iniziato da bambino, e nel ’53 apre il primo laboratorio a Firenze. Negli anni non si contano i volti noti che ha calzato. Chiunque, passando di fronte alla bottega di Ponte Vecchio, si fermava per vederlo lavorare, a contemplare la bellezza della sue mani al lavoro.
Me compreso. Ricordo con affetto una chiacchierata avuta con lui l’anno scorso in occasione di un evento in suo onore. Parlammo di tecniche e tecnicismi su cui non mi dilungo. Mi colpirono i modi pacati ma sicuri e il rapporto speciale con gli apprendisti. In questo era davvero esemplare: li considerava alla pari, non subalterni, venendo ricambiato con qualcosa di simile alla venerazione.
Da lunedì scorso tocca ai giovani formatisi al suo desco raccoglierne l’eredità professionale e spirituale. A loro torneranno negli anni a venire le scarpe realizzate dal maestro bisognose di cure o di una risolatura. A loro il compito di mantenere inalterata la passione per il lavoro che distingueva tra mille il signor Mannina e ne faceva uno degli esempi più virtuosi di fiorentinità.
RENZO RUGGI
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