Il Caffè dell’Oro, affacciato sul Lungarno degli Acciaiuoli, rievoca le tradizioni orafe fiorentine con un caffè, bar e ristorante di livello che rispetta il passato abbracciando al contempo la modernità.
L’oro di Firenze. Davanti, a destra, a sinistra, ma anche voltandosi e varcando la soglia del caffè. A prima vista potrebbe sembrare un peccato di hybris o un sovraccarico di responsabilità, ma il nome del Caffè dell’Oro affonda le proprie radici nella storia e nelle tradizioni orafe fiorentine. Un’epoca già evocata dal contiguo Vicolo dell’Oro e un quartiere fiorente nel Trecento e in ascesa fino ai primi dell’Ottocento, in cui il Lungarno degli Acciaiuoli e Ponte Vecchio erano mete ambite di una clientela internazionale che visitava seterie e botteghe alla ricerca di preziosi beni di inimitabile fattura. Ed è esattamente su queste illustri fondamenta che il Caffè dell’Oro – parte della Lungarno Collection – ha costruito il suo eterogeneo concept.
Immerso in un’atmosfera chic, casual e al contempo dinamica ispirata agli anni Cinquanta, il Caffè dell’Oro è un caffè italiano contemporaneo che vanta una vista privilegiata su Ponte Vecchio, dato che offre ai suoi ospiti la possibilità di ammirare uno dei simboli della città grazie ai suoi salotti esterni affacciati sul tratto pedonale che costeggia il fiume. Al piano terra della residenza al numero 2P di Lungarno degli Acciaiuoli, Caffè dell’Oro offre una proposta a 360° che spazia da colazione, pausa caffè, pranzo, al tè pomeridiano, aperitivo, cena e dopo cena, oltre al molto apprezzato brunch domenicale.
La sua cucina in continua evoluzione è firmata dall’Executive Chef Antonio Minichiello e garantisce un’interpretazione contemporanea dei piatti della tradizione italiana che conquista anche i palati più cosmopoliti, sviluppandosi attraverso delicate contaminazioni di ingredienti e tecniche di preparazione internazionali. Un connubio perfetto che invita all’assaggio e al viaggio, richiamando proprio la storia personale dello chef.
Nato nel New Jersey ma cresciuto in Italia, in provincia di Avellino, è grazie a un’infanzia spesa tra le campagne, le colture e gli allevamenti di famiglia che in Antonio Minichiello si sono sedimentati il rispetto e la cura per gli ingredienti e la passione per il cibo autentico. La sua esperienza nel mondo della cucina è iniziata, fin da giovanissimo, nel ristorante dello zio. Ed è stato subito amore. Negli anni, un mix di dedizione, testardaggine e impegno l’ha portato nelle cucine di rinomati ristoranti tra Roma, Londra, Toscana e Praga, fino a coronare il sogno di tornare nel suo Paese natale, gli Stati Uniti. A 26 anni, Minichiello è diventato così il più giovane chef della Strip di Las Vegas. Dal deserto del Nevada si è poi spostato alla sabbia bianca della Florida, per tornare infine alle sue radici italiane e all’oro di Firenze con vista Ponte Vecchio.
Padrona di casa è la sorridente Claudia Rosati, sempre pronta a riconoscere le abitudini dei clienti più affezionati e a intuire parimenti i desideri dei nuovi ospiti, sprigionando la sua personalità e competenza. Il suo motto? “Leading by example“. Fiorentina DOC, ha cominciato fin da giovanissima il suo percorso nel mondo dell’alta ristorazione con una lunga esperienza a Londra. Entrando al Caffè dell’Oro, oggi si ritrova l’atmosfera che si potrebbe respirare in una bella dimora italiana – e non è un caso. Questo perché determinazione e crescita continua sono gli ingredienti principali del lavoro quotidiano di Rosati, supportata da un team di sala stabile e professionale.
Fusilloro con gamberi rosa e zafferano, Petto d’anatra alle cinque spezie, Tiramisù toscano con Cantucci di Prato e gel al Vin Santo sono i grandi classici del menù food del Caffè dell’Oro, ma a questi si affiancano anche piatti di impronta più stagionale e altri perfetti per essere condivisi. Noi, ad esempio, abbiamo degustato un interessante menù a base di Sashimi di Angus (ceviche, chili, aioli e meringhe di sesamo e soia), Astice e fiori (daikon in agrodolce, maionese di crostacei e tè jasmine), Ravioli ripieni di caponata (triglie, parmigiana di melanzane e salsa bouillabaisse), Rombo in crosta di pane nero (ripieno di bieta, sughetto di amatriciana e aria di pecorino) e Zuccotto della tradizione toscana (mousse di panna all’arancia candita, cioccolato e gel di alchermes). Un goloso e ricercato fil rouge che lega la nostra Toscana (basti pensare allo Zuccotto) a sapori tipici del resto d’Italia (come nel caso del Rombo e del suo sughetto di amatriciana o dei Ravioli con la caponata) e, con un respiro ancora più ampio, persino a quelli di altri continenti (dal Sashimi all’Astice).
Chiosa inevitabile (e meritata) sulla proposta bar. Il Bar è pilastro dell’identità del Caffè dell’Oro, dalle colazioni della mattina fino alle merende pomeridiane. Le selezioni di tè e caffè e i signature cocktail preparati dai giovani bartender della Lungarno Collection sono accomunati infatti dalla ricerca di prodotti di alta qualità, con una prestigiosa selezione di distillati e di vini che ben si abbinano ai piatti e alle svariate preparazioni della cucina.
Foto di Luca Managlia