Ha aperto, in via Ricasoli, Regina Bistecca, un ristorante che celebra la qualità e coniuga la cultura gastronomica con la storia, proprio come faceva la libreria di cui ha preso il posto.
Un altro ristorante direte voi?
Sì, e ne vorremmo di più con la medesima qualità e professionalità. L’indirizzo è via Ricasoli 14r, quello appartenuto per oltre 140 anni alla storica libreria antiquaria Gonnelli. Fondata nel 1875 in via Ricasoli 6 (di fronte al Teatro Niccolini) da Luigi Gonnelli, è stata una delle più antiche e storiche librerie antiquarie d’Italia con il pregio di appartenere alla stessa famiglia da quattro generazioni.
Una libreria che fortunatamente non ha chiuso, ma si è solamente trasferita in piazza Massimo D’Azeglio 13, luogo più adatto ad accogliere il ciclo moderno di affari, fatto anche di aste e non solo di libri.
Il nome del ristorante prende spunto da una celebre affermazione di Gabriele D’Annunzio che, trovandosi a desinare in un’osteria fiorentina, esclamò di fronte ad una bistecca di oltre un chilo e mezzo:
«Questa è una regina bistecca!». Da questo simpatico aneddoto ritrovato in alcune carte, i due soci Simone Arnetoli e Matteo Perduca (Arnetoli fondatore di Galateo ricevimenti, Perduca invece fondatore e designer di SoprArno e AdAstra boutique bed and breakfast in Oltrarno) hanno voluto creare un ristorante che potesse preservare e valorizzare l’atmosfera di uno spazio affascinante, come quello appunto della libreria Gonnelli, dove poter offrire un’esperienza di gratificazione e di appagamento che coniuga cibo e storia.
Così, nel rispetto di questa storia più che secolare, hanno deciso di mantenere inalterata l’architettura degli interni, con le librerie, il ballatoio e il soppalco nella sala d’ingresso.
Le pareti sono state adornate con opere d’arte appartenenti alla collezione della Libreria Gonnelli, oltre a opere appositamente eseguite da artisti contemporanei, come la Mucca saggia di Paolo De Cuarto, e un neon con la sequenza di Fibonacci, opera della calligrafa Betty Soldi.
Sulle varie librerie, i libri antichi hanno lasciato il posto a un’ampia enoteca con etichette principalmente toscane, nonché alla collezione privata del ristorante fatta di libri di cultura e storia gastronomica. All’ingresso troverete uno spazioso American bar dove sorseggiare un buon drink prima di raggiungere il proprio tavolo.
Dopo essere stati avvolti da questa seducente bellezza, estetica e di contenuti, arriva lei la regina della tavola fiorentina, la bistecca. Prima ve la faranno vedere con su un curioso scontrino dove, onore e complimenti a chi lo ha pensato, troverete indicato l’esatto peso della vostra carne (la trasparenza prima di tutto) e poi sarà messa in cottura su una brace di carboni ardenti progettata da Simone Arnetoli. Brace che prevede anche una cappa fumaria con abbattitore di fuliggine così che non venga introdotto nell’atmosfera nessun odore e/o residuo della cottura.
Sono i nostri tempi e non possiamo farci niente, se non augurarci e sperare che il numero più alto possibile di ristoranti presenti in città (su TripAdvisor se ne contano oltre 4.000) prenda spunto dalle eccellenze e apporti quel valore aggiunto, fatto di professione, coscienza, etica e stile che possiamo ritrovare in Regina Bistecca.
Fermare l’onda mediatica ed economica del panorama gastronomico è pressoché impossibile, ma preservare l’ambiente che ci circonda e quindi l’arte e la cultura di questa città, oltre alle antiche radici cultural gastronomiche, è un dovere che ci viene imposto dalla nostra storia e dal nostro vivere quotidiano. Chapeau, Regina Bistecca, viva la tradizione, abbasso i fast food!
Testo di Mario Senesi
Foto di Luca Managlia