Diritto Al Punto, il podcast che potrebbe servirti

diritto al punto podcast team

Come sarebbe bello se esistesse un podcast che spieghi in modo chiaro e veloce le leggi, le norme (e perché no anche i tanto amati dpcm) che non capiamo? E se invece di parlare in latinorum questo podcast parlasse chiaro, andando d(i)ritto al punto?

È legale la coltivazione di stupefacenti homemade?
Cosa è cambiato con l’avvento dell’istituto dell’unione civile tra omosessuali? Ci sono prospettive anche in materia di adozione?
Come funziona l’ultimo dpcm? Ebbene il podcast che risponde a tutte queste domande in maniera chiara e semplice esiste e nasce da quattro giovani professionisti fiorentini che hanno dato coraggiosamente il via a questo progetto durante lo scorso lokdown e che vede aumentare gli ascolti ogni giorno, perché diciamocelo, vederci -anzi sentirci- chiaro piace a tutti.

Abbiamo intervistato il presidente e ideatore del progetto, Giandomenico Sità, classe 1991, per saperne di più del progetto Diritto Al Punto Podcast.

giandomenico sità diritto al punto

Diritto Al Punto è un podcast unico nel suo genere, non è semplicemente l’attività uno studio legale che si fa pubblicità tramite questo mezzo, ma nasce da 4 (poi 5 e poi 6) giovani professionisti, ciascuno con la sua autonoma attività, legati da un’amicizia e da una passione nella quale hanno deciso di investire. Ci puoi parlare dei tuoi compagni d’avventura e spiegarci qual è secondo te la forza di quest’idea?

Partendo proprio dalla tua riflessione iniziale, siamo 6 amici con percorsi professionali assolutamente diversi e già questo contribuisce a rendere unico questo nostro progetto. Ognuno di noi dà un apporto alla causa diverso, derivante ovviamente dalla propria esperienza, il che rende tutto più sfaccettato e fa sì che ci sia un continuo confronto e arricchimento tanto dei contenuti, quanto personale. Il tutto è iniziato in prossimità del lockdown di marzo 2020, da un’idea che ho immediatamente condiviso con gli attuali membri fondatori di Diritto al punto podcast. Mi riferisco all’Avv. Cristina Trocker, all’Avv. Cosimo Pagnini ed al Dottor Alberto Ricasoli Firidolfi. Con mio estremo stupore iniziale tutti si sono dimostrati assolutamente entusiasti del progetto, che ha cominciato a prendere forma dopo pochissimi giorni dalle prime telefonate. Da lì è iniziata la “corsa agli armamenti”: microfoni, luci e programmi sono stati il nostro pane quotidiano. Ognuno di noi si è messo, nel tempo libero, ad approfondire i più disparati argomenti giuridici, giungendo poi allo step più difficile di tutti: estrapolare un contenuto semplice, leggero e fruibile per chiunque. La nostra avventura è proseguita, con sempre maggior consenso da parte del pubblico, fino a farci rendere conto che occorreva allargare le maglie della squadra. E’ per tale motivo che, già da questa estate, abbiamo introdotto una nuova professionista (l’Avv. Benedetta Latini), che da follower del nostro progetto è diventata parte integrante dello stesso. Infine, non ci siamo voluti limitare al solo podcasting ed abbiamo aggiunto al nostro sito una sezione dedicata ad articoli giuridici. Proprio in quest’ottica, da poco è nato un “Comitato scientifico”, nel quale siamo stati assolutamente fieri di aggiungere anche l’Avv. Ginevra Lombardi.

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Il progetto di questo podcast nasce in un momento di grande smarrimento generale, di perdita di obiettivi e di insicurezza generale; voi invece non vi siete lasciati prendere dallo sconforto e avete sfruttato il momento per dare il via a un nuovo progetto… cosa vi ha spinto a buttarvi in quest’avventura?

Beh sicuramente il periodo non è stato semplice. Ci siamo trovati tutti chiusi in casa, senza poter instaurare alcun tipo di interazione personale. In quella circostanza abbiamo sentito l’esigenza di sentirci con maggior frequenza in quanto amici, innanzitutto. Da ciò sono nati i primi brain-storming. L’esigenza di farci sentire, l’esigenza di creare qualcosa, anziché abbandonarsi alla monotonia del lockdown, sono state le nostre scintille, dalle quali è divampato il “fuoco DAPP”. Non ci bastava parlare tra di noi di tematiche attuali, volevamo raggiungere tutti, volevamo portare la nostra voce in ogni luogo e la scelta è ricaduta sul podcast. Rimaneva soltanto lo scoglio rappresentato dal “ma di cosa parliamo?”. Ecco che quindi in un periodo tempestato da decreti legge e dpcm, da mille interrogativi riguardanti libertà personali, diritto alla salute, diritto del lavoro ecc. ci siamo convinti a mettere a disposizione, di chiunque avesse delle domande in merito, le nostre conoscenze.

Diritto Al Punto Podcast spiega il diritto a chiunque, aggiorna i professionisti ma illustra anche le norme che regolano la vita di tutti noi ogni giorno e perché no magari aiuta anche gli aspiranti giuristi durante il loro percorso di studi. Tutto questo fa pensare che voi ragazzi abbiate oltre che a una grande passione anche un’idea del diritto non comune, come qualcosa che sia e che debba essere dalla parte di ognuno di noi, mi sbaglio?

Assolutamente no, non sbagli e sono molto contento che questo messaggio trapeli. Non ti nego che ho avuto grosse difficoltà a farmi davvero piacere il diritto. Sì, lo studiavo e all’università ho sempre conseguito ottimi risultati, tuttavia ci ho messo tanto tempo ad appassionarmi alla materia. Oggi, sento che non potrei fare altro. Da quando ho cambiato il mio approccio ad essa, tutto si è mostrato sotto una differente luce. Ciò è avvenuto quando ho smesso di concentrarmi esclusivamente su quei tomi infiniti ed ho incontrato sul mio percorso dei professori, che mi hanno stimolato al ragionamento. D’un tratto tutto mi fu più chiaro: il diritto non era più un astratto concetto da decifrare, ma una presenza che possiamo trovare in tutte le cose che facciamo quotidianamente, come banalmente l’acquisto delle sigarette al tabacchi. Studiare legge è studiare il tessuto stesso di cui si compone la nostra società e senza il quale essa non sarebbe nemmeno concepibile. Ecco quindi che, grazie a questa visione condivisa con i miei amici e colleghi di DAPP, abbiamo deciso di dare un taglio diverso a questa materia; un taglio che sia leggero, semplice, fruibile ed a tratti anche divertente, proprio perché il diritto è di tutti e di conseguenza deve essere comprensibile a tutti.

Oltre a voi giuristi che lavorate direttamente ai podcast, la famiglia di DAP si avvale anche di altri professionisti, tutti giovani, che hanno realizzato per voi grafiche e musiche originali. Qual è il valore aggiunto di ciò? State in qualche modo creando anche una rete di collaborazione tra giovani professionisti per i quali, soprattutto in questo periodo, non c’è vita facile?

Ebbene sì. Questo progetto non si sarebbe mai realizzato senza coloro che hanno lavorato per noi dietro le quinte. La nostra idea è stata quella di creare un qualcosa di totalmente nuovo e genuino; a tale scopo serviva non solo un progetto originale, ma un’intera “macchina” inedita. Ecco perché siamo estremamente grati al Dottor Ippolito Tarantino, grafico che ha creato i nostri loghi, ai nostri fotografi di fiducia di “Recordables”, al Maestro Marco Compagno, che ha composto la nostra colonna sonora ed al gruppo musicale fiorentino “Animali di plastica”, che ha creato la nostra sigla. Come dicevi tu abbiamo creato, e vogliamo continuare a creare, una grande rete di collaborazioni che aiuti tanto noi a veicolare il nostro messaggio, quanto coloro che ci danno una mano a manovrare i fili dell’intero progetto. Credo sia molto importante, soprattutto in periodi come questo, darsi una mano e non scordarsi di noi giovani, troppo spesso, professionalmente parlando, poco considerati proprio perché tali.

In alcune delle vostre puntate avete anche avuto ospiti come Wikipedro e Cathy La Torre (@avvocathy) per parlare di specifici argomenti; avrete altri interventi di professionisti esterni nelle prossime puntate?

Certamente. La nostra seconda stagione oramai volge al termine, ma stiamo già lavorando ai contenuti della terza, che andrà in onda a partire da Marzo 2021, e per la quale prevediamo moltissime interviste con personaggi ben noti tanto al mondo giuridico, che non. Il nostro obiettivo è proprio mostrare a tutti che il diritto è ovunque, per questo ci avvaliamo anche della presenza di persone eccezionali come Wikipedro, che con il nostro ambiente non c’entra proprio niente. D’altro canto, vogliamo anche abbattere qualche preconcetto sulla categoria dei giuristi, mettendo in luce i loro aspetti più umani. Dico questo perché anche nell’episodio con protagonista Cathy riusciamo sempre a fare qualche riflessione più introspettiva, rispetto alla sola chiacchiera di diritto. Lo stesso vale per gli episodi con protagonisti il Professor Michele Papa e la Professoressa Paola Lucarelli, che, se avessi avuto l’opportunità di vedere all’opera al di fuori della sola aula di Università, mi avrebbero permesso di arrivare prima alla conclusione che il diritto è una materia affascinante e coinvolgente.

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Le vostre storie vengono ripostate anche da Unifi e dalla Scuola di Giurisprudenza; è molto bello che delle istituzioni universitarie appoggino questo modo nuovo e giovane di spiegare il diritto…

È una cosa assolutamente eccezionale e che ci riempie di orgoglio. La stessa Scuola che ci ha formati adesso è dalla nostra parte ed appoggia e veicola il nostro progetto. È così che mi immaginavo dovesse operare una Università: spronando e supportando gli allievi che, conclusi gli studi, si affacciano al mondo del lavoro ed hanno voglia di creare e diffondere il medesimo messaggio. Questa “collaborazione”, se così la possiamo chiamare, ci anima di un forte spirito e, senz’altro, ci spinge a continuare sulla bellissima strada che si stende davanti a noi.

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