Una colomba ferita e imprigionata sul sagrato di Santo Spirito per protestare contro le ordinanze che hanno sottratto quella zona della piazza alla cittadinanza.
“EXspiro” è il nome dell’installazione di cartapesta che è stata posta sulla scalinate del sagrato di Santo Spirito, nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 marzo, con lo scopo di contestare in modo pacifico la chiusura del sagrato e la crescente “privatizzazione” della piazza. L’opera rappresenta una gigantesca colomba di cartapesta con una ferita al collo.
L’animale è incastrato in un groviglio di dissuasori, un limite alla sua libertà, proprio come i pali e le corde che dall’emanazione dell’ordinanza del 2 maggio scorso a oggi hanno impedito l’accesso a una parte della piazza che per anni è stata uno dei principali luoghi di aggregazione della città. L’opera è stata posizionata lì da un gruppo di ragazzi e ragazze che con l’artista, hanno deciso di restare anonimi.
La reazione del priore degli agostiniani non è stata positiva: padre Giuseppe Pagano, per protestare contro l’opera si è vestito a lutto, e l’installazione è stata rimossa nel giro di poche ore. La rimozione repentina di un’opera d’arte spontanea e innocua, è l’ennesima riprova di una Firenze sempre più rigida, che da sempre meno ascolto alle iniziative e ai bisogni popolari.
FUL esprime la propria solidarietà all’artista e al gruppo di ragazzi e ragazze. Riportiamo qui il comunicato stampa che accompagnava l’opera:
L’installazione EXspiro vede un enorme volatile di cartapesta giacere morto sui gradini del sagrato ricoperti da centinaia di metri di dissuasori. La colomba, simbolo del quartiere, metafora della morte di una piazza, giace morta perchè il quartiere si sta indebolendo, la piazza è solo la carcassa anatomica della vita che fu: funzionalmente progettata per accogliere la cittadinanza ora tramite la cordonatura la rifiuta.
Certo, non è che la piazza sia vuota, anzi, è gremita di persone ai tavolini dei ristoranti, e non è certamente un male che la chiesa la chiesa del Brunelleschi sia più tutelata.
Però vi sono altre realtà da difendere, deboli perchè non hanno una forte rappresentanza economica e/o/quindi politica: la prima è la nutritissima comunità di persone che percepiscono il sagrato come una parte di loro stessi, un luogo legato al cuore perchè alchimia unica di convivialità e socialità, dove poter incontrare chiunque e ascoltare storie di esperienze fantastiche o grottesche. Dal sagrato la sera, sgorgano idee, musica, risate, sogni e passione come in nessun altro posto a Firenze, che lo faccia anche qualche pisciata è inevitabile e tutto sommato risolvibile.
Secondo è il fatto che S.Spirito, laboratorio unico dell’originalità sociale, artigianale e artistica fiorentina, è stata repentinamente ferita dall’ennesimo atto di perdita dello spirito, un’emorragia più che uno stillicidio che da decenni caratterizza Firenze.
La morte dello spirito del quartiere è simbolicamente rappresentata dalla morte della colomba, lo Spirito Santo, colomba che è anche piccione, perchè la gioventù, per la quale il sagrato è un punto di riferimento in tutta Firenze, viene scacciata e ostracizzata, colpevole di portare una brutta malattia: la vita.
Questa installazione è solo una delle iniziative che sono state portate avanti da maggio scorso contro la chiusura del sagrato. Vorremmo menzionare la raccolta firme “per la revoca dell’ordinanza che impedisce la vita sociale nel centro storico di Firenze” della rivista e associazione culturale “L’eco del nulla” e la manifestazione tenutasi venerdì 18 giugno 2021 sul sagrato stesso. Ci auguriamo come tante altre e tanti altri che la piazza torni prima o poi a essere quella di un tempo.