Tra le parole che sento più spesso a giro, ce ne sono un paio che trovo particolarmente stupide e sgradevoli, perlomeno nell’accezione comune che hanno assunto: “rottamazione” e “scontro generazionale”.
Quello della “rottamazione” è un termine che non usa neanche più chi l’ha inventato, ossia il nostro ex-sindaco-ora-primo-ministro-poi-chissà Matteo Renzi: intendiamoci, la sua è stata una grande trovata di marketing, una parola ormai entrata nel lessico comune, ma quello che significava era per lui “ricambio di classe dirigente” (e, vedendo chi c’era al potere, ci stava tutto, come programma politico…), mentre nell’uso comune, nella storpiatura da bar che se n’è fatta, oggi “rottamare” è sinonimo di “mandare i vecchi affanculo”, e io penso che sia un grosso errore. Ė un grosso errore perché anzitutto è una semplificazione, e le semplificazioni sono le madri dei cretini (sempre incinte, come si dice), e perché cambiare significa non “cancellare tutto quello che è stato fatto fino ad oggi”, ma “prendere il meglio dal passato, imparare dagli errori che sono stati fatti, e andare avanti cercando con coraggio nuove strade”. E poi ci sono tanti cinquanta-sessanta-settantenni pieni di vitalità, di idee, competenti, aperti di mente, mentre vedo anche una massa non indifferente di bischeri tra i giovani. E viceversa!
Altro termine di idiozia desolante è quello di “scontro generazionale”, uno dei tanti cascami del Sessantotto che ci portiamo dietro: le generazioni anzitutto non sono omogenee, e sono costituite al loro interno da persone radicalmente diverse,poi non sono neanche incasellabili anagraficamente, e comunque non devono scontrarsi, ma casomai collaborare assieme, e arricchirsi a vicenda.
Ecco perché iniziative come il Festival delle Generazioni, che si terrà a Firenze dal 2 al 4 ottobre, sono particolarmente interessanti e meritevoli, perlomeno se raggiungono i loro scopi. Il Festival infatti è nato due anni per promuovere il dialogo e la condivisione di progetti che leghino il cosiddetto “mondo giovanile” al cosiddetto “mondo degli anziani”. Rispetto allo scorso anno ha raddoppiato il numero di eventi, protagonisti e volontari e vedrà in campo oltre 180 tra personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura, politici, economisti ed esperti della finanza, docenti universitari, sociologi, giornalisti e scrittori.
Ricca la programmazione, tutta la città sarà coinvolta nei giorni dell’evento: dal complesso di San Firenze a piazza Santa Croce, da piazza della Repubblica alla Biblioteca delle Oblate a Palazzo Vecchio, dove saranno protagonisti la musica, la parola intesa come confronto tra idee, ma anche letture di autori noti e meno noti, mostre, teatro, laboratori. Momenti di riflessione si intrecceranno a momenti di svago: i problemi degli anziani e dei giovani verranno analizzati e vissuti attraverso un’esperienza fatta non solo di ricerca e di analisi, ma anche di concerti, rassegne stampa, incontri con letterati e scienziati e laboratori come, ad esempio, i due dedicati al superamento del digital divide e al vero dialogo intergenerazionale: ovvero i laboratori Memory Sharing, che si terrà giovedì 2 ottobre, e Insieme a scuola di Internet, che si svolgerà in due appuntamenti, venerdì 3 e sabato 4 ottobre, con cui i giovani incontrano i meno giovani per guidarli all’utilizzo del tablet e delle App e far scoprire loro le potenzialità di Internet e delle nuove tecnologie, in modo semplice e lontano dai tecnicismi.
La seconda edizione ha un bel titolo: Né vecchi, né giovani: cittadini? I “vecchi” possono imparare tantissimo dai giovani, e viceversa… Dato che siamo tutti a bordo della stessa nave (pericolante), non ci resta che stare uniti, e remare tutti assieme nella stessa direzione…
DANIEL C. MEYER
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Festival delle Generazioni / ‘Fanculo ai vecchi? Anche no
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