Il nostro magazine è stato tra le testate accreditate alla 77ª edizione del Festival di Cannes, che si è svolto dal 14 al 25 maggio sulla famosa Croisette. La Palma d’Oro è andata a “Anora” di Sean Baker, film contro lo stigma sulle sex workers.
Il Festival di Cannes come evento mediatico è secondo solo alle Olimpiadi. Questo è il festival dedicato al cinema per eccellenza, qui per dieci giorni arrivano i più importanti personaggi del jet set: dai divi di Hollywood alle celebrità dello sport, dalle top models ai politici… Tutti immancabilmente fotografati sul red carpet del Palais des Festivals o, come la chiamano i francesi, la Montée des marches!
La rassegna cinematografica, per la sua 77ª edizione, dal 14 al 25 maggio 2024, aveva avuto come anteprima un’attesissima conferenza stampa l’11 aprile dove Thierry Frémaux e Iris Knobloch avevano svelato i film in concorso per la Palma d’Oro e le anteprime fuori concorso. L’edizione del Festival di Cannes è stata presentata come quella con la selezione più varia possibile in termini di genere.
In giuria la regista americana Greta Gerwig (autrice di Barbie) come presidente di un gruppo di 8 giurati di prim’ordine, tra cui gli attori Pierfrancesco Favino e Eva Green e il regista giapponese Kore-Eda Hirokazu, quest’ultimo ha vinto la Palme d’Or nel 2018 con il film Shoplifters.
Ospite d’onore alla cerimonia d’apertura l’attrice americana Meryl Streep, per ricevere la Palma d’Oro alla carriera, e tornata a Cannes dopo 35 anni da quando fu premiata come Miglior Attrice con Evil Angels.
Il film di apertura è stato Le Deuxième Acte, il nuovo lungometraggio di Quentin Dupieux con Léa Seydoux, Raphaël Quenard, Vincent Lindon e Louis Garrel, presentato fuori concorso.
La cerimonia di consegna dell’ambita Palme d’Or ha avuto luogo sabato 25 maggio alle 18:45 al Grand Théâtre Lumière, una sala da oltre 2.500 posti e io mi sono presentato di buon anticipo con il mio accredito stampa e un doppiopetto blu scuro per avere accesso allo spazio riservato ai giornalisti. Grande protagonista, l’ospite d’onore George Lucas, che ha ricevuto anch’esso il premio alla carriera.
I film in Concorso Ufficiale.
Tra le 22 pellicole in concorso per la Palma d’Oro – vinta da Anora di Sean Baker – da segnalare su tutte Metropolis di Francis Ford Coppola presentato in anteprima mondiale e con il bravo Adam Driver come protagonista; The Shrouds di David Cronenberg con Vincent Cassel e Diane Kruger; l’attesissimo Kinds of Kindness di Yórgos Lánthimos, il nuovo film del regista greco (sarà nelle sale dal 26 giugno) – apprezzatissimo lo scorso anno per Povere Creature – con Emma Stone; Limonov del regista dissidente Kirill Serebrennikov, dedicato alla vita del grande scrittore russo Eduard Limonov.
The most precious commodity di Michel Hazanavicius era l’unico film d’animazione in concorso. Grande curiosità anche per The seed of the sacred fig del regista dissidente iraniano Mohammad Rasoulof, condannato a 6 anni di carcere in Iran per “propaganda contro il sistema”. Per l’Italia, la nostra bandiera è stata tenuta alta da Paolo Sorrentino che è tornato al Festival di Cannes in concorso con Parthenope.
Miglior film dunque per Anora, una commedia in cui l’omonima protagonista, interpretata da Mikey Adison, è una giovane sex worker che lavora in uno strip club a New York quando riceve la proposta di matrimonio da un oligarca russo. Un riconoscimento a sorpresa, ma la storia ha convinto la giuria e si inserisce in una serie di riconoscimenti di carattere “politico e indipendente” che hanno caratterizzato questa 77° edizione del Festival.
Da segnalare pure The Apprentice di Ali Abbasi, che indaga sui primi anni del successo imprenditoriale di Donald Trump, con Sebastian Stan nei panni del magnate da giovane.
In conferenza stampa, proprio il regista danese di origine iraniana ha sottolineato la valenza di film politici nell’epoca turbolenta in cui viviamo: «Non c’è un modo metaforico per affrontare l’onda crescente del fascismo. C’è solo il modo disordinato. […] Credo che il problema del mondo sia che le persone buone sono rimaste in silenzio per troppo tempo. Quindi credo sia giunto il momento di rendere i film rilevanti. È ora di rendere i film di nuovo politici».
Lo staff dell’ex-presidente americano, nuovamente candidato alle elezioni, ha minacciato azioni legali contro il regista.
A proposito di impegno politico, non è passato inosservato l’abito dell’attrice australiana Cate Blanchett, bianco-nero-verde che, sfilando sul rosso del red carpet, rimandava chiaramente ai colori della bandiera palestinese!
Molto atteso pure Emilia Perez di Jacques Audiard, con la cantante Selena Gomez tra i protagonisti a fianco della bravissima attrice transgender spagnola Karla Sofia Gascon. Proprio la Gaston ha ricevuto il premio come migliore attrice e nel suo discorso di ringraziamento a ricordato le discriminazioni subite dalle persone transgender.
Io ho assistito a L’Amour Ouf di Gilles Lellouche, una sorta di pastiche musical-dramma-thriller-sentimentale ambientato nel nord della Francia tra gli anni Ottanta e Novanta, incuriosito dalla presenza della protagonista, ovvero la nuova stella del cinema francese Adèle Exarchopoulos.
La selezione Un Certain Regard, invece, presentava ben 18 film in concorso provenienti da tutto il mondo. Questa selezione è una sezione parallela del Festival, presenta film audaci e dei generi più diversi con lo scopo di dare a talenti emergenti la possibilità di farsi conoscere da un più vasto pubblico.
Grandi pellicole in anteprima e proiezioni in spiaggia.
Fuori concorso ma attesissime alcune pellicole. Divise tra le sezioni Out of Competition, Midnight Screenings e Cannes Premiére grande attesa per Horizon, An American Saga di Kevin Costner; Furiosa: a Mad Max Saga di George Miller; L’arte Della Gioia di Valeria Golino; Lula, il documentario di Oliver Stone sul presidente del Brasile Ignacio “Lula” da Silva; La Belle De Gaza di Yolande Zauberman; I, The Executioner di Ryoo Seung Wan o Everybody loves Touda del regista marocchino Nabil Ayouch.
Durante le dieci giornate del festival sono stati inoltre proiettati alcuni dei film “grandi classici” premiati a Cannes. Il sottoscritto ha scelto per la visione di Paris, Texas di Wim Wenders – vincitore della Palma d’Oro nel 1984 – con la presenza del regista tedesco che ci ha raccontato alcuni aneddoti sul film.
Aperto a tutti e gratuito il Cinéma de la Plage, sulla spiaggia davanti il Palais des Festivals, che ogni anno celebra film classici del cinema francese e internazionale ed è pure un evento serale molto apprezzato da chi si trova a Cannes nei giorni della kermesse cinematografica.
In questo caso niente papillon e abito da sera ma sdraio e coperta!
Cover photo: Montée des marches ©Mathilde Petit-Boh/ FDC