“L’odio” torna al cinema a Firenze in versione restaurata

L'odio, Mathieu Kassovitz

Realistico, crudo, onirico, perfetto nelle interpretazioni e nelle immagini: L’odio è un vero e proprio capolavoro, uno tra i più celebri film francesi di sempre. Palma d’Oro a Cannes nel 1995 a Mathieu Kassovitz per la migliore regia. Al cinema La Compagnia la versione restaurata.

L’odio, capolavoro di Mathieu Kassovitz è un film attuale oggi come nel 1995, e probabilmente lo sarà sempre. La pellicola – che ha per scelta stilistica l’uso del bianco e nero – rappresenta la violenza urbana prendendo spunto da un fatto reale di cronaca. Lo scenario è la banlieu parigina, dopo una guerriglia urbana a causa del ferimento di un ragazzo in seguito a un’operazione della polizia.

Un film da vedere se non lo avete mai visto, da rivedere adesso in versione restaurata in lingua originale e sottotitolato al cinema La Compagnia dall’11 al 16 maggio.

La periferia della capitale francese, caratterizzata da violenza dilaniante, criminalità, discriminazione è la protagonista ricorrente di episodi di “sbavature” della polizia (bavures come le chiamano in Francia). Le interpretazioni sono degne di nota, estremamente credibili, Vincent Cassel tocca livelli di recitazione che forse non ha raggiunto più in seguito.

Vinz, Hubert e Said sono tre amici originari della banlieue di Parigi che vivono nel clima di tensione che attanaglia la periferia della capitale francese a seguito degli scontri tra manifestanti e polizia verificatesi dopo il pestaggio, da parte di un agente, di un ragazzo fermato per dei controlli, Abdel, che è rimasto in fin di vita.

Vinz (Vincent Cassel), che proviene da una famiglia ebraica, è un giovane pieno di rabbia e irrequieto che desidera fare “la rivoluzione”. Iconica la sequenza con la pistola che cita Roberto De Niro in Taxi Driver. Ha però dei momenti in cui le sue convinzioni vacillano e vede comparire una mucca azzurra fra i palazzi, mucca che i suoi amici non vedono, che simboleggia la speranza di un futuro alternativo.

Hubert è un ragazzo nero che cerca di vivere in tranquillità assieme alla sua famiglia ma il cui sogno di diventare pugile svanisce quando, durante la guerriglia urbana notturni, la palestra che gestiva viene distrutta; Said, infine, è un giovane maghrebino che cerca di cavarsela come può, aiutato sia dal fratello che da un poliziotto di origine araba come lui che cerca di tenere il gruppetto lontano dai guai.

Il film capolavoro di Mathieu Kassovitz, "L'odio", torna al cinema a Firenze in versione restaurata a La Compagnia.

Tutta la vicenda si svolge nell’arco di un giorno e una notte. I tre protagonisti passano la giornata bighellonando in giro nel quartiere meditando vendetta nei confronti della polizia. Vinz, in particolare, è il più determinato dei tre anche perché è entrato in possesso di una pistola persa da un poliziotto durante gli scontri e rivela agli amici che intende usarla per uccidere un poliziotto, qualora Abdel muoia, in modo da vendicarlo.

A un certo punto Vinz e Hubert accompagnano Said in centro a Parigi, dove deve farsi restituire dei soldi, ma la serata precipita. Nel cuore dell’elegante città, i ragazzi, così duri nei loro quartieri di periferia, si sentono estranei e osservati come fossero alieni. Hubert e Said vengono fermati dalla polizia e trattenuti con la forza, poi i tre tentano di rubare un’auto e infine devono vedersela con un gruppetto di naziskin. Vinz, usando la sua pistola, riesce a salvare i suoi amici e rapire uno dei fanatici. Hubert, stanco delle sue messinscene, incita l’amico ad uccidere l’ostaggio dopo che viene diffusa la notizia della morte di Abdel. Vinz rinuncia e consegna la pistola al più coscienzioso Hubert.

Non appena tornati a casa i tre vengono fermati da una volante della polizia guidata da un poliziotto in borghese (che nella scena iniziale del film ha un diverbio proprio con Vinz) che, gesticolando con la pistola, uccide Vinz. Hubert e il poliziotto quindi si puntano le armi addosso mentre Said chiude gli occhi prima degli spari.

Il film capolavoro di Mathieu Kassovitz, "L'odio", torna al cinema a Firenze in versione restaurata a La Compagnia.

L’odio per scelta del regista si chiude come è iniziato: i filmati reali della guerriglia urbana, già mostrati in principio, assumono però una potenza diversa e lo spettatore si sente quasi complice di una società schiava della violenza, pace all’anima di Vinz! Come ha detto il filosofo croato Srećko Horvat, “il sistema è più violento di qualunque rivoluzione”.

Il film, campione d’incassi e osannato dalla critica, ha suscitato forti polemiche in Francia per il suo punto di vista sulla violenza urbana e sulla polizia. Notevole colonna sonora che vede, tra gli altri brani, la versione remix di una canzone dei Public Enemy in medley con Édith Piaf: Nique la Police!

«Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all’altro, il tizio, per farsi coraggio, si ripete: “Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene.” Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio.»