Ha inaugurato il 2 marzo il progetto museale realizzato dal Museo Novecento, che presenta l’incontro ideale e il dialogo potente tra i due giganti del ventesimo secolo e si snoda tra gli spazi monumentali del Museo di Palazzo Vecchio e le sale delle ex Leopoldine del Museo Novecento.
Giacometti – Fontana, La ricerca dell’assoluto: questo il titolo del primo progetto, nato da un’idea di Sergio Risaliti, a cura di Risaliti e della storica e critica d’arte Chiara Gatti, già direttrice del MAN di Nuoro. La mostra (2 marzo – 4 giugno 2023) sarà ospitata all’interno del Museo di Palazzo Vecchio, in particolare nella Sala delle Udienze e nella Sala dei Gigli, dove oggi si conserva la celebre Giuditta di Donatello. Una mostra che indaga i tratti comuni, le assonanze che avvicinano le opere dei due artisti, figure specchio di un’umanità senza tempo.
In concomitanza con questo grande progetto, al museo Novecento sarà esposta la mostra Lucio Fontana. L’origine du monde (2 marzo – 13 settembre 2023): due piani del museo sono dedicati alle sculture e ai disegni del maestro italo-argentino fondatore del movimento spazialista.
“Questa esposizione ci offre un’occasione unica per provare a comprendere il rapporto tra passato e modernità e la continuità del dialogo interno al mondo dell’arte e degli artisti” dichiara Dario Nardella, Sindaco di Firenze. “Tutto si tramanda e si trasforma. Nella Sala dei Gigli l’umanità frastagliata di Giacometti si confronta con l’umanesimo di Donatello, espresso nell’imponente Giuditta appena sottoposta a cura e pulizia, mentre l’esperienza del rapporto tra uomo e cosmo definita da Fontana si rapporta con la geometria perfetta del soffitto e con l’enorme globo della Sala delle Carte geografiche poco più avanti, il perfetto riassunto della cosmogonia dei Medici.
Siamo di fronte a un cortocircuito di storia, arte, sensazioni e percezioni che rende davvero inedito questo progetto e che fa di Firenze ancora una volta non solo la naturale culla dell’arte ma anche sede perfetta dei tanti rinascimenti che si manifestano continuamente dal passato ad oggi”.
Giacometti e Fontana erano coevi: pur con differenti vicende biografiche e dalle indoli opposte, lavorando entrambi nell’approssimarsi dell’era spaziale e lasciandosi alle spalle l’ecatombe delle guerre hanno entrambi sviluppato un sentimento di spirito e un’aspirazione all’infinito.
Di Fontana sono esposte numerose opere, disegni, sculture: anche gli iconici tagli, i buchi, gli strappi rivoluzionari, in cui lo spazio più che contenitore dell’opera si fa opera. Sono esposti i Concetti spaziali, gli Ambienti spaziali, le Nature, accostati a quel femminile a cui tagli e fessure rimandano come forze generatrici. La mostra si avvale del supporto e del prestito di un consistente nucleo di opere della Fondazione Lucio Fontana.
Giacometti: scultore, pittore, disegnatore e scenografo esistenzialista, cercando l’assoluto come Fontana ha raggiunto l’essenziale esprimendolo in figure longilinee (forse le uniche che possono passare dai tagli di Fontana, appunta ironicamente Chiara Gatti in conferenza stampa), figure sottili, pur solidamente ancorate a basamenti solidi, che si stagliano però verso il cielo, verticali. Senso di gravità: procedere ancorati a uno sconnesso materiale terreno, con sogno di antenne ritte verso lo spazio infinito.
Dal comunicato stampa: “Il progetto Giacometti – Fontana. La ricerca dell’assoluto offrirà un confronto mirato fra le loro opere, volto a dimostrare punti di tangenza e contatti virtuosi frutto di un sentimento condiviso sbocciato sullo sfondo di un’epoca afflitta dagli interrogativi sull’uomo e il suo ruolo nell’universo. Un’indagine antropologica lega le riflessioni dei due artisti: entrambi guardano al mondo come a un luogo di passaggio, di transito, e tentano di rappresentare l’immateriale attraverso la materia, logorata da Giacometti e forata da Fontana. Uno struggente senso del sacro nutre il loro slancio verso l’ineffabile e l’insondabile. Sempre a ricercare il mistero dell’esistenza e del senso della vita, spingendosi fino al prima della cultura e all’irraggiungibile dell’infinito, Fontana e Giacometti rimandano a un altrove da afferrare con le mani, da ghermire nella materia, da reificare in una immagine, in un corpo, in un volto o in un gesto”.
I solitari e imperiosi esseri di Giacometti pervadono le sale del Museo di Palazzo Vecchio di una dimensione surreale, le figure sottili sembrano avanzare nelle sale evocando una tensione indecifrabile e senza tempo. Tutto intorno, le Nature di Fontana, Concetti spaziali che atterrano come meteoriti ai piedi di quegli esseri, che si stagliano tra abbozzi di galassie.
In concomitanza con l’esposizione Lucio Fontana. L’origine du monde, gli ambienti introduttivi al primo piano del Museo Novecento ospitano The Messages of Gravity di Luca Pozzi (1983), una mostra concepita come progetto satellite in orbita intorno all’universo di Lucio Fontana (dal 2 marzo al 13 settembre 2023). Artista e mediatore interdisciplinare, da diversi anni Luca Pozzi porta avanti una ricerca ispirata dai mondi della fisica quantistica, della cosmologia multi-messaggera e dell’informatica, realizzando installazioni, spesso immaginate come ambienti immersivi, composte da oggetti di natura diversa: da fotografie performative a sculture magnetiche, da oggetti in lievitazione a strumenti della realtà virtuale e aumentata.
Il suo interesse per l’arte di Fontana è una costante, un’affinità sottile che emerge attraverso un’interpretazione non convenzionale dell’arte, dei suoi strumenti e delle sue potenzialità.
Foto: archivio Museo del Novecento.