Non sono passati tanti anni da quando quella del programmatore era vista come una professione strana, fatta di concetti astrusi ad uso e consumo dei nerd di turno. La situazione è decisamente cambiata di recente, catapultando questo mondo in cima alla lista delle opzioni più gettonate tra chi è alla ricerca di una strada da sfruttare per costruirsi una carriera caratterizzata da un trattamento salariale interessante e dalla possibilità d’inserimento all’interno di team di lavoro presso aziende importanti operanti nel settore tecnologico. Ma intraprendere un percorso del genere permette realmente di ambire a un lavoro serio in questo ambito? E se sì, quanto tempo sarà necessario per riuscirci? La risposta alla prima domanda non può che essere positiva e basta guardare le percentuali inerenti il numero dei professionisti dei codici richiesti dal mercato negli ultimi anni. E in prospettiva queste cifre sono destinate a crescere nel prossimo decennio. In merito al secondo quesito, non esiste una risposta precisa. Bisognerà prima di tutto considerare la specializzazione che s’intende ottenere e le modalità scelte per raggiungere l’obiettivo. Uno dei modi più semplici e veloci è sicuramente quello del ricorso ad uno dei tanti corsi di programmazione disponibili online. Tra questi spicca la proposta di Aulab, un ente formativo italiano che da anni offre dei percorsi didattici per i nuovi programmatori, contraddistinti da un mix ideale di lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche, necessarie per essere pronti a giocarsi le proprie carte durante una selezione per una posizione lavorativa. Per chi ancora non fosse convinto, ecco 4 ragioni valide per scegliere di studiare programmazione.
1. Prospettive occupazionali e stipendio
Ne abbiamo già fatto cenno all’inizio dell’articolo, ma vale la pena ribadire il concetto: i programmatori – in linea generale – guadagnano bene, con punte di assoluto rilievo soprattutto in alcuni ambiti e per quei professionisti con più esperienza e con una preparazione molto variegata e versatile. A questo dato, che di per sé potrebbe anche già essere sufficiente per spingere una persona a lanciarsi nel magico mondo dei codici, va aggiunto quello del tasso di crescita del settore sotto il profilo della forza lavoro impiegata al suo interno. Non esistono altri ambiti che negli ultimi anni abbiano operato a livello di assunzioni più di quello della programmazione e, vista la centralità della tecnologia nelle nostre vite, questo dato non potrà che essere ritoccato al rialzo.
2. Coding e nuove abilità
Lo studio dei principi della programmazione hanno l’effetto di modificare per sempre il proprio modo di ragionare orientadolo verso la logica e verso l’efficienza. Questo influisce immancabilmente sulla capacità dell’individuo di risolvere problemi complessi e di analizzare in maniera schematica qualsiasi alternativa possibile, con una progressione che tenderà a privilegiare la strategia dei piccoli passi.
3. Una marcia in più per la propria carriera
Lo studio dei concetti della programmazione può permettere di trovare nuovi sbocchi professionali e di sfruttare opportunità che altrimenti risulterebbero precluse. Sono sempre di più le aziende che anche al di fuori del mondo dello sviluppo software richiedono competenze tecniche di questo tipo. Delle conoscenze che quindi possono trasformarsi in un’arma in più da spendere davanti a un selezionatore, ma che possono in alternativa essere comunque utili per motivi personali extra lavoro.
4. Uno strumento di crescita per i più piccoli
Un genitore che decida di addentrarsi nei meandri delle materie tipiche del coding ha la possibilità di invogliare i propri figli a seguire gli stessi passi, contribuendo in maniera fattiva ed efficace a dare un’impronta decisiva a livello di approccio allo studio e al modo di ragionare, creando un legame familiare ancora più forte e con degli aspetti in comune di certo non convenzionali. E il fatto che in alcune nazioni il coding sia stato inserito tra le materie scolastiche, fa capire quanto queste nozioni siano importanti in prospettiva per i più giovani.