Un progetto Officina Creativa che è luogo di resistenza, rinascita e difesa della libertà espressiva.
A pochi passi dalle mura del rione di San Frediano, un po’ in disparte, lontano dalla frenesia del centro storico, al Conventino ci si va apposta e ne vale sicuramente la pena. In via Giano della Bella, nell’edificio di fine ottocento originariamente Monastero di Santa Teresa dall’ordine di clausura delle Carmelitane Scalze, trova residenza, dal 2016, Officina Creativa by Artex, centro propulsore dell’artigianato artistico locale con i suoi laboratori e atelier d’artista.
In uno spazio polifunzionale e multisettoriale, l’Officina si colloca e si identifica luogo d’incontro e di scambio di esperienze e saperi tra artigiani, designer, studenti e tutti coloro che sono incuriositi dal mondo dell’artigianato, dando vita a un forte momento di identità locale di fronte alla sovrastante sfida della globalizzazione. Conservare e valorizzare la peculiare identità del quartiere dell’Oltrarno e delle sue magiche botteghe è l’obiettivo del progetto, riconfermato dalla sua curatrice e ideatrice Olivia Turchi e dal presidente di Artex, Giovanni Lamioni:
«La casa dell’artigianato artistico fiorentino diventa più ricca e aperta, grazie a questo nuovo progetto. L’Officina creativa di Artex e i suoi bravissimi artigiani hanno contribuito a ridare un’anima ad un luogo già splendido, con il loro lavoro e la loro passione artistica»
29 realtà artigiane per recuperare l’arte degli antichi mestieri
Ventinove realtà artigiane tra restauratori, ceramisti, pittori, mosaicisti, calzolai, liutai e molatori di cristallo. Tante le mani esperte che fabbricano, tramandano e, in qualche modo, recuperano l’arte degli antichi mestieri dando vita ad una più moderna creatività. Le antiche mura del Conventino oltre ad ospitare gli spazi Artusi, Masaccio e Masolino utilizzati per frequenti corsi di formazione, esposizioni e nuove opportunità commerciali per gli artigiani, custodiscono un funzionalissimo laboratorio di ceramica e un caffè letterario dal sapore bohemien, nonché edicola, che restituisce al quartiere un immacolato chiostro verde nel quale intrattenersi per un aperitivo o una buona lettura.
Una storia che percorre tutto il ‘900
Alcuni cenni storici per i più curiosi. Risalente al 1896, si tratta dell’ultimo complesso monastico edificato a Firenze. Nel 1917, dopo la sconfitta dell’Esercito italiano nella battaglia di Caporetto, il monastero fu convertito in ospedale militare. A fine conflitto mondiale, a causa delle pessime condizioni degli spazi interni che avevano ospitato soldati feriti e affetti da tubercolosi, il complesso conventuale venne messo in vendita e acquistato nel 1920 dalla Società Artistica Fiorentina Gusmano Vignali, società per la produzione di oggetti in bronzo. I locali del convento, successivamente venduti a Paolo Uzielli, furono da quest’ultimo dati in fitto esclusivamente a botteghe artigiane e studi di artisti. E’ negli anni ’20 che l’ex monastero viene rinominato nel linguaggio popolare il Conventino, diventando centro catalizzatore per intellettuali, pittori, e filosofi. Il regime fascista intervenne diverse volte per reprimere le attività di opposizione che si svolgevano tra le mura del Conventino, all’interno delle quali furono ospitate una sezione socialista e una tipografia clandestina dell’Unità, oltre che riunioni di antifascisti ricercati dalla polizia politica. Durante la seconda guerra mondiale, dopo la caduta del fascismo, l’ex monastero fornì rifugio e copertura ai gruppi di partigiani operanti in Oltrarno. Dopo il periodo bellico il Conventino riprese a pieno le sue attività, fortemente radicate con quelle del quartiere. Nonostante la presentazione da parte dei proprietari di un progetto di costruzione di un lotto residenziale e svariate intimazioni di sfratto agli artigiani, nel 1975 il Comune di Firenze ottiene un’opzione di acquisto sul fabbricato e sul terreno circostante per iniziare un’opera di ristrutturazione e valorizzazione del Conventino.
Nel 2002 la definitiva rinascita
Nel 1976 lʼEnte Regionale per l’Assistenza Tecnica presentò un progetto di restauro che prevedeva il temporaneo trasferimento delle attività artigiane in un nuovo insediamento fino al completamento del restauro del Vecchio Conventino. Tuttavia, l’operazione non viene ben accolta dagli artigiani che giudicarono i nuovi locali inadeguati. Dopo anni in cui il degrado dello stabile si è acuito, nel 2002 il Comune di Firenze ha inaugurato il Laboratorio di progettazione partecipata, iniziativa avviata con la consulenza della “Fondazione Giovanni Michelucci” che, col contributo di artisti, artigiani e residenti, ha dato vita all’intervento di recupero della struttura che viene inaugurata il 21 aprile 2009, denominata “SAM”: Spazio Arti e Mestieri. E’ incredibile come questo luogo, nel corso della sua lunga storia, attraverso prevaricazioni e tentativi di sabotaggio, abbia vissuto tante vite per arrivare oggi a noi come l’emblema della resistenza, della rinascita e della difesa della libertà espressiva.
Articolo a cura di Sara Coseglia