Il reportage di Gaia Carnesi nelle deserte vie della moda in centro storico
Gaia Carnesi è una fotografa freelance siciliana che vive e lavora a Firenze da alcuni anni. Si occupa di fotografia di interni ed è Direttore della fotografia presso il Multimedia Studio Pro, uno studio di produzione foto-audio-video incentrato su documentari naturalistici, di viaggio e advertisement. Sin da piccola si è appassionata alla ricerca per immagini, dal cinema alla fotografia e, dopo l’università al DAMS di Palermo, si è specializzata per rendere questo metodo di espressione il suo mestiere.
Durante il lockdown ha preso la macchina fotografica e ha cercato di testimoniare l’eccezionalità del tempo che stiamo vivendo a causa dell’emergenza sanitaria e per FUL Magazine ha realizzato un reportage documentale nel centro storico. La sua attenzione si è focalizzata sulle boutiques di moda eccezionalmente serrate. Il risultato è un collage di immagini che sembrano venire da un futuro distopico post-apocalittico, degno di un romanzo di fantascienza.
Sei una siciliana testimone a Firenze dell’evento che più segna la città dai tempi della storica alluvione del 1966. Hai avuto la sensazione di qualcosa di speciale?
Abbastanza da poter riconoscere alcune delle caratteristiche e la personalità di questa città. Il lockdown, mi ha rivelato molti aspetti nascosti, o forse solo intimiditi. Ho scelto, come tanti, di documentare luoghi e dimensioni in questi giorni di riflessione forzata. Mi ha incuriosito, spingendomi a sfidare divieti e difficoltà, l’idea di addentrarmi in una città muta, spettatrice dalle finestre e non più protagonista nelle strade.