Vita e opere di Grace Lambert-Phillips, musa del celebre pittore scozzese Jack Vettriano, tra fotografie, memorie e immaginari.
Grazia: senso di attrazione in cui confluiscono bellezza, finezza, leggiadria. L’artista scozzese Grace Lambert-Phillips custodisce questo nel suo nome e nella storia di tutta la sua vita. Il suo è un racconto di femminilità potente, una vita vissuta in virtù dell’arte, tra musica, voli, danze, colma di qualità e rapporti che subito superano tutto quanto non si riuscirebbe a guadagnare in un’intera esistenza. Infatti, quella di Grace è anche la storia di un’amicizia fuori dell’ordinario che ha segnato in modo costitutivo la crescita e l’evoluzione personale di questa fotografa. Si tratta dell’incontro tra Grace e Jack, dell’amicizia con un uomo adulto incontrato da giovane, lei poco più che ventenne.
Grace è una giovane studentessa di fotografia a inizio carriera, Jack un adulto pittore di successo: stiamo parlando di Jack Vettriano, l’italo-scozzese celeberrimo artista della seduzione, il pittore che se-duce, che conduce a sé, dentro alle sue pose, alle sue danze. I due si sono incontrati in libreria, Vettriano si trovava lì per firmare le copie dei suoi libri.
Tra le tante persone in fila per un autografo, il pittore ha subito visto Grace, individuandola con un lungo sguardo lanciato da sopra la montatura degli occhiali, e sorridendo con sguardo acceso le ha detto: «Vediamoci più tardi per un caffè, firmerò lì la tua copia». Una volta seduti insieme, si è compiuta una promessa: Grace Lambert-Phillips è divenuta la musa del pittore Jack Vettriano.
Così è nata l’intrigante storia di questa artista, nel turbinio di una vita condivisa con un grande maestro del mondo dell’arte, con la possibilità di affinare così una pulsante sensibilità che l’ha scossa sin da ragazzina. Numerosi sono i celebri quadri in cui Grace ha posato per Vettriano. La sua musa ricorda perfettamente l’allure appassionante, quasi magico, dei tempi trascorsi insieme… le ore spese assieme al maestro Vettriano, nel suo showroom riccamente arredato dove i due hanno consumato ore di vita autentica, poetica, musicale, privilegiata, radiosa, estrema: partiti dal basso, hanno raggiunto entrambi altezze siderali. Jack vede Grace e la fa rivivere nei suoi quadri, Grace comprende Jack e così vive e rivive con lui, partendo dall’incontro con un artista in cui si riconosce intimamente.
Alla domanda “Perché l’arte?”, Grace risponde così: «Faccio arte perché sento che devo, esclusivamente per un’esigenza personale, mai per un retropensiero commerciale.
Per me, si tratta di un viaggio necessario per scoprire la vita e chi sono, la danza e la musica prima, poi la fotografia… per me sono arrivate da questo. Sono nata in Scozia, vissuta e cresciuta lì per poi muovermi in Francia, a Londra, ho viaggiato molto e la cosa che è sempre stata con me è stata l’arte. Se Vettriano non ha cambiato stile (lui lavora partendo dalla fotografia e immortala tramite la pittura alcuni momenti significativi per la sua narrativa) io parto da quelle tele dove mi vedo ritratta per entrare in quei quadri e sviluppare da lì un’evoluzione continua».
E perché proprio la fotografia? Da quando aveva 11 anni, Grace si è occupata di fotografia, processo dell’immagine, cattura del tempo, attimi: la fascinazione per l’arte e l’esercizio delle arti erano di famiglia. Impossibile però ridurre il lavoro di questa artista alla sola fotografia: Grace si occupa di racconti, storie di umanità, è capace di sensibili introspezioni. Le sue immagini, declinate in analogico e digitale, possono essere visioni o film, ma anche parole e sculture.
Progetti quali “5/4 Portraits of Humanity exploring human connection” e “I See Your Strength”, riflessioni sull’umanità e la forza femminile, l’hanno portata a fondare la Lambert-Philips Foundation, attraverso la quale l’artista ha potuto creare e lanciare il primo progetto ufficiale “Stories of Isolation”, un documento antropologico realizzato attraverso la fotografia, ottenendo un’approvazione di riscontro internazionale, per il suo manifesto votato alla documentazione e la protezione di cultura e tradizioni.
Fondata a Londra, dal 2020 con base a Firenze, la fondazione lavora in collaborazione con realtà caritative pubbliche e indipendenti, coordinando progetti in Italia. L’obiettivo di Grace quest’anno è quello di sviluppare e inaugurare il suo primo studio privato dedicato all’arte e la cultura a Villa la Posta, villa storica del XVIII secolo in Monteriggioni. I suoi progetti attuali, che si concentrano sul tema della preservazione culturale in Italia, sono “Reimagining the Grand Tour”, viaggio di un fotografo in Italia che documenta il viaggiatore del XXI secolo, “Approaching Art a series of interviews giving voice to other artist in conversations” e “Venice is a sound”, la stampa su cellulosa di una città in pericolo.
“Only the Deepest Red: from the canvas to the lens”, è un altro rilevante racconto dell’artista, un nutrito corpo di lavori che narra la storia dell’artista attraverso le tele dell’artista Jack Vettriano e poi tramite i suoi lavori di fotografa alla scoperta di Firenze lo scorso 2020, in una città spettrale, intimista e magica come è stata la nostra nel periodo di contagio da Coronavirus, immortalata da Grace in scatti poetici, che prediligono il bianco e nero o la calda suggestione colorata dello splendore che una porta, nell’aprirsi, getta su una sera sospesa… Avvenimenti indifferenti ai più, ammiccano nelle fotografie di Grace Lambert-Phillips, che hanno a che vedere con la costruzione dell’alta magia.
Foto di Grace Lambert-Phillips