Paola Mencarelli e Florence Cocktail Week: un’intervista tutta da bere!

florence cocktail week

Abbiamo incontrato Paola Mencarelli, l’anima della Florence Cocktail Week, durante il tour dei caffè storici di Firenze qualche mese fa; in questi ambienti un po’ retro e vagamente nostalgici, Paola ha pensato di riportare in vita vecchi sapori e antiche abitudini realizzando con FUL un tour esclusivo per FCW che inizia dai caffè letterari e termina al caffè Gilli con una degustazione di Negroni – il “conte Negroni” quest’anno compie cent’anni – miscelato da Luca Picchi, bartender di fama internazionale e autore del libro “Negroni Cocktail. Una leggenda italiana”.

Nell’attendere la partenza del nostro tour, chiediamo a Paola cosa le è piaciuto di più la prima volta che ha partecipato da spettatrice.

Per me è stata una scoperta incredibile, un itinerario inedito che non conoscevo e che ho trovato molto interessante per la storia dei caffè letterari; un tour adatto per gli specialisti del settore, ma anche per un pubblico più ampio.
Quest’anno la sfida per la FCW è stata riportare in auge i bar d’hotel, luoghi dove in passato era un’abitudine bere cocktail, ma che purtroppo in Italia ora è appannaggio solo dei turisti. All’estero invece è una routine consolidata e quindi vorremo far capire, soprattutto anche ai giovani, che si può bere bene anche nei bar d’hotel. Ieri ho partecipato a un evento presso l’Istituto Alberghiero Buontalenti di Firenze e ho cercato di spiegare ai ragazzi il concetto di alta qualità di un cocktail servito in un bar d’hotel: in questo modo si aumenta la consapevolezza dei propri clienti e quindi anche la domanda.
I caffè storici rappresentano per noi un’ambizione ancora più grande che richiede un lavoro di fondo non da poco e uno sforzo notevole, ma non si sa mai…

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Virginia Duccheschi – Rex – Conte di Savoia

Giunti ormai alla IV edizione della Florence Cocktail Week, come sta cambiando Firenze nel mondo della mixology?

Per riprendere il discorso di prima, dopo il tramonto dei caffè letterari e dei bar d’hotel, Firenze ha attraversato quasi un periodo di vuoto, ma in questi ultimi anni le cose stanno cambiando decisamente. La Florence Cocktail Week 2019 (in programma dal 6 al 12 maggio) punta all’uso del prodotto italiano, soprattutto degli amari per cui siamo tanto famosi all’estero, mettendo in evidenza l’autoproduzione come se fosse un laboratorio alchemico che segue le diverse fasi di infusione, distillazione e macerazione. Ci sono poi elementi contemporanei come i cocktail realizzati con distillati alcol free e quindi una maggiore attenzione all’ecosostenibilità.

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Inoltre riportare in vita i bar d’hotel ha significato un aumento delle richieste di partecipazione di queste realtà e non solo: alla prima edizione della FCW abbiamo avuto 11 iscrizioni da parte dei cocktail bar, mentre quest’anno siamo giunti a 30. Per la prima volta abbiamo presentato una selezione dei cocktail bar di tutto il territorio toscano, scoprendo tante piccole realtà provenienti da contesti decentrati rispetto alle principali città.
Direi che Firenze sta diventando un punto di riferimento sempre più importante a livello nazionale e internazionale, dopo Londra, New York e Singapore, la più contemporanea di tutte.

A proposito di alcol free, in diverse parti del mondo stanno creando distillati senza alcol. Cosa ne pensi?

Si tratta di una tendenza che ha preso piede negli ultimi anni legata al bere responsabilmente, in particolare per i giovani.
Io stessa ho assaggiato un Nogroni dell’azienda inglese Seedlip e devo dire che è molto buono.

Una piccola curiosità: nella preparazione dei cocktail si fa uso del ghiaccio, un elemento che forse a volte viene sottovalutato.

Il ghiaccio è importantissimo per non dire fondamentale. I maestri giapponesi sono abili nell’arte del carving ossia nell’intaglio del ghiaccio. È una tendenza di questi ultimi anni ed è stato creato un tipo di ghiaccio che non si scioglie per mantenere la giusta freschezza del cocktail dal primo all’ultimo sorso. Ovviamente utilizzando acque purificate da minerali e additivi.

Un’ultima domanda: qual è il tuo cocktail preferito?

Non ne ho uno in particolare, dipende dai momenti e dal mio umore. Per un aperitivo preferisco un Martini, mentre per una serata un Bloody Mary o un Tiki cocktail. Diciamo che se mi trovo sdraiata al sole su una spiaggia caraibica un tiki non me lo toglie nessuno.

Intervista a cura di Valeria Cobianchi