56 opere in 56 giorni, realizzate durante il lockdown francese del 17 marzo – 11 maggio 2020 a Ponthion en Champane da Philippe Hérard, artista famoso in Francia per i suoi lavori urbani.
Arte contagiata dal virus, di dimensioni ridotte: la raffigurazione precipita nel formato minimale.
Hérard trova infatti, nella soffitta della casa materna, vecchi scatoloni di cartone: da lì inizia l’opera, l’operazione, la mimesi.
Isolement è, come indica il titolo, una riflessione, una meditazione sulla solitudine. La descrizione di una condizione subita, forse da sempre anche un po’ voluta… occasione di scoperte e nevrosi contemporaneamente.
Le opere di Hérard sono un catalizzatore di sensibilità, e proprio nei confronti del mondo che ci è stato sottratto: più il soggetto è isolato, più il mondo penetra, in modo subdolo o dirompente. Le idee sembrano entrare di prepotenza nel campo ricettivo dell’artista: compare, nel chiuso dell’isolamento domestico, una mucca in corridoio – un uomo galleggia nel suo mare di pensieri, seduto su una sedia impugnando un remo – un altro, visto di spalle alla finestra, in stile balneare, lascia intuire lo sguardo malinconico rivolto all’esterno. Ugualmente enorme è l’attenzione agli oggetti: la scatola, l’inscatolarsi, il chiuso della casa-scatola, la mente-scatola. E poi salvagenti e altri oggetti, di tutti i giorni, costretti però sempre all’universo domestico, dove l’Io si pone come momento centrale, provando a sottrarsi alle istanze negative nel mondo.
In questa dimensione tesa e a volte paranoica o surreale, tutta giocata su sé stesso, Hérard recepisce gli eventi della vita con tratto quasi illustrativo, la tecnica è mista, alcuni giorni virano al blu, altri al verde, al giallo o al nero… tratti decisi e qualcosa di solamente abbozzato, rendono i lavori dinamici nella loro staticità, le prospettive personali non seguono schemi precisi, palette di colori pochi-ma-decisi, rendono le opere efficaci e di impatto.
L’Artista si introduce al lockdown gonfio di paura, con un’opera cupa, il ritratto di un uomo che si copre il volto, sbirciando con un occhio solo, tra le dita semiaperte: il lavoro finisce con una dolce maternità, una madonna degli scatoloni.
Le opere di Philippe Hérard diventano un’esperienza originale per la comprensione del periodo storico appena trascorso: un’arte che funziona, senza dover per forza provocare e che, per conquistarsi spazi di creatività, non chiede la grancassa di eventi gonfiatissimi in tutti i sensi, costi compresi.
Inaugurazione sabato 19 settembre, dalle ore 18:30 alla B.east Gallery, Via di Mezzo 42, Firenze.
La mostra resterà aperta fino al 19 dicembre 2020.