Il 1 luglio si è svolto nel carcere un momento di incontro e socialità grazie all’iniziativa dell’Unicoop Firenze che ha offerto il pasto mattutino a oltre 160 detenuti
Una collaborazione di oltre 15 anni quella tra la casa di reclusione di Volterra e la Coop che si concretizza nelle “Cene Galeotte”: appuntamenti serali in cui chef stellati insieme ad uno staff di detenuti preparano la cena per commensali esterni. Le cene – organizzate anche con la Fondazione “Il cuore si scioglie” – si sono momentaneamente fermate per ripartire il 5 agosto. Il 1 luglio è stato il turno della colazione che – come sottolinea la cuoca televisiva Luisanna Messeri che ha progettato un menù rivisitato per l’occasione – “è la nostra ripartenza quotidiana, allo stesso modo il percorso che i detenuti affrontano in carcere è, e deve essere, una ripartenza nella loro vita; per questo è importante cominciare nel modo giusto.” L’esperienza passata ha sottolineato l’importanza di questi momenti di condivisione e della formazione in ambito culinario per i detenuti, stavolta ne sono stati coinvolti 30 per l’allestimento dell’evento. I percorsi di apprendimento in cucina, anche in collaborazione con il locale istituto alberghiero, hanno portato oltre 40 detenuti a trovare un impiego in ristoranti e strutture esterne, a pena terminata o attraverso l’art. 21 che regolamenta il lavoro al di fuori del carcere.
La colazione galeotta
Il primo pasto mattutino è stato preparato in diverse declinazioni: tradizionale all’italiana, esotico, naturale, proteico o “melting pot. La Messeri spiega riguardo alla sua proposta: “Come nella vita non c’è una sola strada da percorrere, così la mia proposta per la “Colazione galeotta” esplora combinazioni di ingredienti e gusto, a partire dai nuovi prodotti dell’offerta Coop. Una proposta sana e giusta, appagante e curiosa, piena di sapore come dovrà essere la nuova vita di chi si prepara a uscire dal carcere.” 160 le persone recluse che hanno potuto godere del menù a base dei nuovi prodotti tra cui: croissant salati con tacchino e verza, pancake con crema al formaggio, tramezzini al pollo e al tonno, uova strapazzate con salsicce e pancetta, crema di ceci e tzatziki con pane carasau, cocomero feta e menta, torta di carote e crostate, tiramisù al caffè, pecorino delle balze e uva e, perché no, anche la panzanella in versione croccante.
L’obiettivo delle iniziative
Maria Grazia Giampiccolo, direttore della Casa di reclusione di Volterra evidenzia quanto le Cene Galeotte a partire dal 2006 abbiano portato risultati straordinari di possibilità lavorative per i detenuti “orgogliosi, fra l’altro, di poter offrire un significativo contributo ai progetti di solidarietà sociale della Fondazione Il cuore si scioglie”. La struttura si adopera molto per costruire un futuro ai reclusi una volta tornati alla vita esterna. Tra le diverse ed innovative attività che propone c’è anche l’orto: uno spazio dove toccare con mano i frutti del lavoro della terra, che spesso finiscono nelle ricette di pranzo e cena. Anche mantenere i contatti con il mondo esterno, organizzando dei momenti di socialità ed incontro, è essenziale per valorizzare l’esperienza della Casa di Reclusione che diventa un luogo di integrazione, solidarietà e punto di riferimento per i più efficaci percorsi rieducativi.
“Nel solco di un’attività che negli anni passati ha dato risultati concreti ripartiamo proponendo come primo appuntamento, invece di una cena, la colazione, con l’auspicio che sia un buon viatico per il futuro di tutti, in particolare di chi si appresta ad iniziare un percorso di reinserimento nella società. Come cooperativa, riteniamo che il nostro impegno debba andare oltre l’attività primaria di vendita di generi alimentari, garantendo un sostegno anche a chi si trova in difficoltà, attraverso la condivisione dei valori che ci contraddistinguono”
Le cene e le colazioni Galeotte si dimostrano essere dei progetti all’insegna dei buoni sapori perfetti per questi obiettivi generando sinergie socialmente importanti e costruendo le basi per la futura integrazione dei detenuti della Casa di reclusione di Volterra.