
La voce delle studentesse del corso di Storia del Femminismo del Liceo Virgilio di Empoli
Quali sono gli esiti e gli spunti futuri del corso che si è concluso a maggio 2025? Lo abbiamo chiesto direttamente alle giovani donne che lo hanno organizzato.
Prima di tutto facciamo un passo indietro e ripercorriamo brevemente come tutto è iniziato. Il professore e storico del liceo Virgilio di Empoli, Carmelo Albanese ha l’idea di avviare un corso sulla storia del femminismo date le vicende attuali. Appoggiato dalla scuola, lascia l’intera organizzazione nelle mani delle sue studentesse che danno vita al corso “Storia del Movimento Femminista: protagoniste, culture e pratiche” che a partire da febbraio 2025 vede alternarsi incontri privati a conferenze pubbliche con autrici come Giulia Siviero, Linda Bertelli, Virginia Salerno. L’intero andamento del progetto è completamente coordinato dalle studentesse che – a seguito dell’ultimo incontro privato di restituzione – hanno condiviso con FUL alcune considerazioni.
Davanti a me ci sono quattro giovani donne – Irene, Aleandra, Adele e Giulia – di cui si percepisce la voglia di raccontare la loro esperienza. Anticipano le mie domande, sintomo che l’argomento che stiamo trattando le appassiona ed è loro caro. É bellissimo vedere la loro sintonia, non si interrompono mai pur aggiungendo dettagli ai discorsi le une delle altre. Comunicano con naturalezza cosa questo percorso ha significato per loro.
Com’è stato organizzare il corso di Storia del Femminismo?
“La prima volta che il professore ci ha parlato del corso pensavamo che sarebbe stata una semplice serie di lezioni” spiega Giulia “non ci aspettavamo che ci lasciasse in mano il tutto con estrema fiducia. Il corso ha stravolto il nostro anno facendoci scoprire un legame di profonda amicizia”.
Confermano Aleandra e Irene: “il corso ha creato una sorellanza tra di noi, ci siamo sentite una squadra e si è generata una dimensione simile a quella di un collettivo. Il lavoro di gruppo ha frantumato il mero individualismo con cui normalmente nella nostra società si tende ad agire. L’organizzazione delle conferenze procedeva in maniera molto naturale. Il professore stimolava il nostro interesse assegnandoci delle letture, scelto il tema studiavamo poi l’autrice e preparavamo delle domande per lei. Abbiamo potuto indagare concretamente degli argomenti che ci incuriosivano e avere un rapporto diretto con le autrici”
Risulta chiara l’utilità della formazione attiva ed in prima persona che le studentesse hanno potuto mettere in atto grazie al professor Albanese e alla scuola che ha avuto piena fiducia in loro. Era la loro curiosità a guidare il tutto e questa libertà le ha rese più sicure. Questo processo le ha portate oggi ad affermare con orgoglio “lo abbiamo organizzato noi” e “abbiamo avuto modo di far sentire la nostra voce”. Quest’ultima affermazione racchiude in sé l’importanza che questo percorso ha avuto per loro e l’impatto sulla loro identità. Quante sono le occasioni ai tempi odierni in cui una giovane donna riesce a far sentire la propria voce? Quando si sente sicura di poterlo fare e in generale quanto è difficile trovarla? Se l’organizzazione del corso ha fatto fare un passo in più nella esternazione del proprio io questo è già un risultato immenso.

Locandina dell’ultimo incontro pubblico del corso
Sarebbe, quindi, fondamentale poter avere più corsi di questo genere anche se ancora più bello sarebbe se non dovessero servire. Sono d’accordo le studentesse che, infatti, sono rimaste sorprese dal rumore mediatico che ha fatto la notizia: “la storia del femminismo dovrebbe trovarsi tra le nozioni base dell’insegnamento e dei programmi scolastici. Soprattutto è assurdo non sentirne parlare durante le lezioni di storia”.
Perché è importante partire dalla storia?
Proprio su questo argomento si è mossa la discussione seguente: perché secondo loro è importante proprio partire dalla storia per affrontare il femminismo. Così, Irene spiega: “studiare la lotta che le donne hanno intrapreso ci fa capire quanto ciò che abbiamo oggi non sia banale. Il passato in primis ha creato la nostra identità e la storia diventa uno strumento per rispondere al pensiero maschilista ancora oggi presente.”
Aleandra continua: “la storia è un incoraggiamento. Prima di noi ci sono state donne che hanno lottato e ce l’hanno fatta. Questo permette anche a noi di credere che le cose possano cambiare se facciamo le azioni giuste.”
Quali strumenti o prospettive il corso di Storia del Femminismo ha aggiunto al vostro bagaglio?
Naturalezza e sicurezza è ciò che mi ha colpito maggiormente del loro modo di comunicare, ecco che ho domandato cosa il corso ha fatto maturare in loro. “Per rispondere” racconta Irene “penso ad Angela Davis – attivista statunitense del movimento afroamericano e autrice – che spiega come l’ottica femminista sia la chiave per guardare il mondo. L’autrice specifica come spesso le stesse lotte delle donne hanno avuto dei limiti: ad esempio, quando le donne bianche lottavano non hanno pensato a quelle di colore e viceversa. Ogni donna vive discriminazioni diverse e non esiste un’unica tipologia di esse. Ecco perché solo ampliando la propria visione e non combattendo solo per quello che ci riguarda personalmente è possibile raggiungere l’obiettivo di una vera lotta femminista. Solo così si può parlare con un megafono più forte”. Questo è un forte messaggio di empatia e visione ampia che vale per qualsiasi campo sia la base della nostra lotta. Anzi mi viene quasi da dire che sia proprio una prospettiva di vita da mettere in atto e che potrebbe farci uscire dall’isolazionismo a cui oggi più che mai siamo soggetti ritrovando il senso e il potere di una collettività concreta.
Ecco che, infatti, Adele ci parla di quello che il corso le ha regalato: “uno spazio tranquillo, senza invidia. Ambienti come questi sono sempre più difficili da trovare nel mondo individualista in cui viviamo e dove la sensibilità manca. È sempre più facile chiudersi e ricorrere all’individualità”
Queste parole esemplificano come il corso sia uno strumento concreto che ha aiutato e potrebbe aiutare le donne a trovare un ambiente sicuro di discussione e condivisione. Proprio perché – come affermano le studentesse – non c’è donna di oggi che non abbia subito delle discriminazioni, delle molestie o che comunque non abbia sentito il peso di uno sguardo maschilista sentendosi sbagliata. Si tratta di un fenomeno sistemico e culturale che spesso ha ripercussioni negative anche sulla ricerca identitaria maschile che sente di poter affermare unicamente adottando certi pensieri e comportamenti. Le studentesse spiegano: “il corso ci ha permesso di maturare consapevolezza e conoscenza maggiore rispetto ai tempi che stiamo vivendo. Sento che è possibile comunicare e tramandare quanto appreso. Abbiamo bisogno di eventi di questo genere, di ambienti scolastici e famiglie che affrontano apertamente questi temi cercando di trovare insieme delle risposte ”
Come vedete, quindi, il futuro del corso?
“Siamo tutte d’accordo sull’importanza di aumentare il raggio di azione del corso a partire dalla nostra scuola coinvolgendo gli altri indirizzi, le altre classi e anche il genere maschile. Questo per ampliare il dibattito e avere nuove idee. Poi allargarlo ad altre scuole. Speriamo che il successo del corso di Storia del Femminismo non sia fenomenico ma che sia venuta anche ad altri la voglia di organizzarlo così da creare spazi più grandi e positivi. Essenziale poi è aprirsi all’esterno degli ambienti scolastici così come abbiamo fatto con gli eventi pubblici ma ancora di più. Ci piacerebbe collaborare con dei movimenti e vorremmo restituire le tematiche affrontate ad ogni conferenza passata e futura tramite la pubblicazione di articoli.”
Davanti a queste riflessioni e scenari è subito comprensibile quanto iniziative di questo genere siano fondamentali per i giovani di oggi ma anche quanto proprio queste ultime generazioni possano insegnare a quelle passate. Le studentesse brillanti che hanno organizzato il corso hanno trattato in maniera spontanea e semplice temi che la nostra società spesso ha difficoltà ad affrontare fino in fondo. La consapevolezza che hanno raggiunto non è per niente un traguardo banale – anche se come loro stesse sottolineano dovrebbe essere scontata – ma una conquista messa in atto a partire da curiosità e mente aperta.
Ci auguriamo allora di vedere più iniziative di questo genere e attendiamo con ansia i futuri sviluppi del corso “Storia del Movimento Femminista: protagoniste, culture e pratiche” del Liceo Virgilio di Empoli.