Abbiamo intervistato Laika MCMLIV, ovvero la nuova regina romana della poster art, che è riuscita con i suoi interventi a ribaltare l’agenda setting dei media e a catalizzare l’attenzione ancora una volta sui muri, provocando reazioni di vario tipo, ma sicuramente facendoci riflettere.
Tra i poster che hanno suscitato una reazione quello antirazzista contro l’epidemia di ignoranza che stava dilagando nei quartieri asiatici romani in una prima fase del coronavirus, sottolineando come l’ignoranza possa essere più virale del virus stesso: un poster sorto vicino al mercato coperto di Piazza Vittorio, raffigurante una donna cinese (subito riconosciuta come Sonia, nota nel quartiere per il suo ristorante) munita di mascherina e tuta bianca con in mano un piatto di riso e la scritta #JeNeSuisPasUnVirus. L’altro poster quello apparso a metà febbraio dell’abbraccio tra Patrick George Zaky, il giovane studente dell’Università di Bologna arrestato lo scorso 7 febbraio all’aeroporto del Cairo e Giulio Regeni con sopra la scritta “Stavolta andrà tutto bene”, strappato e poi riapparso ad opera della stessa Laika con una variante, una sagoma vicina del ‘Mr. Qualcuno’ che impersonava chi era andato a strappare il poster forse perché infastidito dal messaggio.
LAIKA ricorda la prima canina approdata sulla luna, dietro in cifre romane l’anno 1954. Ti senti un po’ astronauta che sbarca sulla Luna quando indossi i tuoi panni da colonizzatrice delle strada o ti senti semplicemente diversa rispetto a quello che sei durante la giornata? Che messaggi in codice racchiude il tuo Nick name artistico?
Laika 1954 è un omaggio al primo essere vivente nello spazio, la cagnolina Laika, nata appunto nel 1954, ma è anche, per i caratteri con cui è scritto nel mio logo, un richiamo alla Leica, la famosa macchina fotografica, visto che la fotografia fa parte del processo di creazione delle mie opere. L’idea di puntare allo spazio è un po’ il mio mantra ed ha una doppia valenza: da una parte vuole dire puntare al massimo, non mettersi limiti, dall’altra è un modo per ricordare che le cose si osservano con più chiarezza da lontano e non c’è nulla di più lontano, per definizione, dello spazio. Italo Calvino scrisse che la forma delle cose si vede meglio in lontananza
La maschera è quella che ci creiamo in testa? Che valore simbolico ha la maschera che indossi? E perché proprio quella di una donna con la parrucca rosso accesa che potrebbe creare inutili stereotipi? Perché hai deciso oltre a rimanere anonima/o anche di non rivelare il tuo sesso? Ci sono motivazioni di comunicazione o ci vuoi fare arrivare un altro messaggio?
La maschera ha fondamentalmente due spiegazioni. Una è chiaramente il mantenimento dell’anonimato. Sotto la maschera c’è una persona con un lavoro completamente estraneo a quello di Laika, una vita straordinariamente normale che vuole continuare esattamente allo stesso modo ed è anche per questo che non voglio svelare la mia sessualità. Non è importate ciò che sta dietro la maschera. L’altro motivo è che travestirmi è il mio modo di privarmi dei filtri. Mi permette di uscire dal personaggio che sono tutti i giorni e di entrare nel personaggio Laika, abbattendo preconcetti e pregiudizi che fanno parte del mio vissuto. Riesco, con la maschera, a non porre limiti a quello che voglio dire. Il caschetto rosso non ha un motivo. Mi piace il colore rosso e volevo creare un contrasti tra la maschera bianca e asettica e un accessorio così appariscente.
Che potere hanno i muri? Con te come in altri casi celebri romani o nel resto del mondo riescono a decidere l’agenda setting dei media, imponendo ai giornalisti di parlare dei vostri messaggi su muro. Data l’importanza delle azioni degli street artists in una società che vive d’immagini e si aspetta le vostre prossime mosse, che responsabilità senti addosso quando scendi in strada per attaccare su muro un nuovo messaggio?
I muri parlano a tutti, sono la galleria d’arte più democratica del mondo. Non richiedono preparazione da parte del pubblico, non c’è un biglietto da pagare. Esci di casa e il tuo sguardo “inciampa” in qualcosa che attira l’attenzione. Non ho mai pensato di poter influenzare l’agenda dei media ma è innegabile che alcune mie opere abbiano avuto parecchia visibilità, riassumendo lo stato d’animo di molte persone, probabilmente, dimostrando ancora una volta quanto sia vero che un’immagine vale più di mille parole. Un po’ di responsabilità è normale sentirla, perché stai facendo qualcosa che si rivolge ad un pubblico sterminato, quello che attraversa le strade delle città ogni giorno, ma non bisogna mai perdere di vista il perché si attacca, si scrive o si disegna sui muri: per lasciare un messaggio. Se poi questo messaggio avrà risonanza tanto meglio, ma sarebbe sbagliato preoccuparsi solo di quello.
E in questo che importanza ha l’avere fatto un buon lavoro di comunicazione prima della scesa in strada? Non credi che una cosa troppo costruita a monte possa fare perdere all’intervento in strada la genuinità e improvvisazione che lo contraddistingue da sempre?
Non c’è mai una preparazione prima di scendere in strada, almeno per me. Si va, si attacca e solo dopo, si può lavorare a livello di comunicazione
Ti esprimi attraverso lo stencil e il digitale affiggendo in strada tramite la tecnica del paste up. Quale delle due fase ti dà più soddisfazione lo studio e la progettazione o l’intervento in strada? Il tuo stile come ti avranno già detto ricorda lo stile di un altro noto street artist che ha lasciato il suo segno in varie città europee e italiane e anche la satira mista ad attualità di cui si velano i tuoi lavori. TvBoy ovviamente… C’è un collegamento tra di voi?
Stencil, digitale, fotografia, acrilico, tempera, marker e chissà che altro. Non mi pongo regole per la realizzazione dei miei poster. Sono all’inizio e sperimento diverse tecniche. Imparo cose nuove ogni giorno. L’intero processo mi rende felice: dal concepimento dell’idea, alla realizzazione fino all’azione, che rimane per me un momento pieno di adrenalina. Guardo con ammirazione a tantissimi artisti, anche molto diversi tra loro. TvBoy è uno di questi ma non è l’unico. A parte questo nessuno collegamento.
Nella tua arte prevale l’aspetto artistico o la sete di arrivare con un messaggio agli altri? Quale il messaggio che vuoi lanciare e quale la reazione che vorresti ottenere? Tra le reazioni ricevute fino ad adesso una in particolare (positiva o negativa) che ti ha fatto dire… ‘Bene sto andando nella direzione giusta’…
Parto sempre dal concetto che voglio esprimere e ci costruisco intorno l’opera, quindi probabilmente è il messaggio da lanciare il core del mio modo di intendere l’arte. Non deve essere però sempre un messaggio serio; mi piace fare cose anche solo per divertirmi, per parlare di ciò che mi piace. Non voglio essere etichettata come artista impegnata e basta. Un paio di settimane fa mi è arrivata una mail da parte della sorella di Pietro Coccia, protagonista di una mI opera di qualche mese fa. Mi ha commosso, letteralmente, ricevere quel messaggio. Ho realizzato che fare qualcosa di bello, fosse anche per una persona sola, è un tesoro inestimabile.
Perché preferisci intervenire da sola? Non pensi che questo aspetto possa limitare conoscenza di altri artisti e collaborazioni?
Non è vero che preferisco intervenire da sola. Ho iniziato ad attaccare in giro nemmeno un anno fa, non conoscevo nessuno personalmente nel variegato mondo della street art e quindi è stato naturale attaccare le prime opere in solitaria. Non sarà sempre così comunque. Spero di collaborare presto con qualcuno. Una delle cose buone dei social è che, anche se virtualmente, puoi conoscere un sacco di gente. Questo sta accadendo anche per me. Ci sono artisti con i quali ci siamo scritti negli ultimi mesi e con cui magari avrei piacere a fare qualcosa. Quando il linguaggio è comune il modo di incontrarsi si trova.
Interventi a breve termine di cui vuoi darci qualche piccolo accenno? Laika, prima di arrivare sulla Luna, da dove passerà?
C’è qualcosa che bolle in pentola ma tengo la bocca chiusa, mi dispiace. Posso solo dirti che, prima di andare nello spazio, Laika continuerà a girare per le strade di Roma. Più in là chissà…
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Articolo a cura di SKAltra