La seconda edizione del contest Street Arch ha visto trionfare un progetto concettualmente ispirato ai pieni e vuoti architettonici.
C’è chi organizza gli spazi, e chi li rende vivi. C’è chi sovrappone figure geometriche per dare equilibrio al caos, e chi quel caos lo alimenta usando i colori. C’è chi disegna confini e chi cerca sempre un modo originale per superarli. Alla fine, il risultato è uno solo: i palazzi, e con loro le nostre città, riescono a prendere vita.
Da questo pensiero nasce e si rinnova Street Arch. La manifestazione, giunta quest’anno alla sua seconda edizione e ideata dallo storico showroom fiorentino d’arredo TaniniHome, in collaborazione con l’azienda TOWANT di Gianluca Lupi – che si occupa di organizzare eventi non convenzionali per l’architettura contemporanea – incentiva e promuove il lavoro di squadra di street artist e architetti, con l’obiettivo di aprire un dialogo e costruire un nuovo rapporto tra queste due figure. Architetti e street artist, entrambi protagonisti indiscussi delle nostre città, contribuiscono ciascuno a suo modo al miglioramento del decoro urbano, della fruibilità e del fascino dei luoghi dell’abitare. Se è vero che negli ultimi anni a Firenze si sta sviluppando una cultura underground che trova nei graffiti d’autore la sua più alta espressione, Street Arch vuole essere un modo di guardare con occhi non tradizionali la città e di sfruttare gli spazi urbani, creati spesso proprio dagli architetti, come supporto per vere e proprie opere d’arte contemporanee.
Dopo il successo dell’anno scorso, anche per questa seconda edizione l’iniziativa si è sviluppata come un vero e proprio contest in cui studi di architettura e street artist fiorentini professionisti si sono sfidati a colpi di graffiti, utilizzando una parete interna allo showroom di TaniniHome, in via Maragliano 155. L’intero processo è stato seguito da Street Levels Gallery, la prima galleria fiorentina dedicata interamente alla street art, che ha curato la direzione artistica dei tre progetti in gara quest’anno, ascoltando le proposte progettuali degli studi coinvolti e proponendo loro una rosa di artisti tra cui scegliere, che rispondessero allo stile e alla narrativa richiesti. Ciascun murale – sulla base del quale è stata realizzata anche una tiratura di stampe artigianali disponibili alla Street Levels Gallery – è rimasto visibile al pubblico per circa quaranta giorni, per poi essere sostituito dal murale successivo.
La giuria di quest’anno – composta da Street Levels Gallery, Firenze Urban Lifestyle, media partner dell’iniziativa, e Rossella Conte, giornalista del quotidiano La Nazione – ha osservato e valutato i lavori dei tre team in termini di difficoltà tecnica e attinenza al lessico dell’architettura. I concorrenti erano: Kraita317 & studio Rosso19, Mr. G. & studio Fabbricanove ed Exit Enter & studio Area-17. Giunti alla serata conclusiva, in live session alla presenza del pubblico, è stato decretato il progetto vincitore di quest’anno: quello di Mr. G. e studio Fabbricanove, dal titolo L’Effimero Attraverso.
Come ci ha spiegato Gianluca Milli – uno dei fondatori di Street Levels Gallery – la scelta è ricaduta su L’Effimero Attraverso perché questo progetto è risultato quello che più rimanda al linguaggio dell’architettura. Un dialogo tra due mondi che, pur orbitando attorno allo stesso centro di gravità (in questo caso la città) parlano due linguaggi diversi ma complementari. L’idea di Fabbricanove, infatti, è stata quella di creare una sorta di schema d’azione per l’artista, una griglia di pieni e vuoti architettonici. A partire da un disegno della facciata dell’edificio che ospita l’atelier di TaniniHome è stato ricreato lo “scheletro” della sua architettura, fatto appunto di parti piene e parti vuote; proprio in quei vuoti è stato richiesto all’artista di intervenire con le sue forme e colori, mettendo il suo intervento a servizio dell’architettura. Il progetto vincitore quindi è quello che è stato in grado di rispettare, nel modo migliore, “l’anima” del progetto di Street Arch.
Come commentano gli autori infatti: «L’Effimero Attraverso è la sintesi perfetta tra due linguaggi opposti». C’è il linguaggio rigoroso e analitico dell’architetto, attento a garantire prima di tutto un concept comprensibile al progetto che sta realizzando, poi quello emozionale e impulsivo dello street artist; proprio dall’incontro tra questi due linguaggi nasce il lavoro del team vincitore.
«Per realizzare quest’opera ciascuno di noi si è rapportato alla superficie bianca del prospetto a disposizione proprio come facciamo quotidianamente nel nostro lavoro» raccontano all’unisono Enzo Fontana e Giovanni Bartolozzi, titolari dello studio Fabbricanove. «Noi abbiamo realizzato una matrice, diciamo un nuovo concept architettonico della facciata, mediante un sistema di segni verticali neri capaci di individuare una gerarchia di pieni e vuoti. Abbiamo chiesto a Mr. G. di dialogare con questo disegno, occupandosi più dei vuoti che dei pieni, come fossero le finestre, e di dar sfogo alla sua energia cromatica e formale».
«In questo modo – aggiunge Mr. G. – abbiamo voluto raccontare la città che alza la voce e che vuole divertirsi. In una società che ci vuole sempre più individualisti e chiusi nelle nostre abitazioni, rompere gli schemi e le strutture lasciando che la dimensione della festa riempia le zone comuni è un atto rivoluzionario. Un divertimento effimero, certo. Ma di cui c’è un grandissimo bisogno».
Foto di Sofia Balli