Leonardo Vive, la mostra a Vinci

leonardo vive

Inaugurata a Vinci la mostra Leonardo Vive

Una ciocca di capelli definita storicamente “les cheveux de Leonardo da Vinci” e un anello proveniente dalla stessa collezione di colui che ritrovò i resti considerati di Leonardo tra le rovine del castello di Amboise, sono stati presentati oggi, in anteprima mondiale, nel Museo Ideale Leonardo Da Vinci.

«La storia della preziosa reliquia – ha spiegato Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale Leonardo Da Vinciinizia nel 1863 quando Arsène Houssaye, scrittore e ispettore generale dei musei di provincia francese, amico di Delacroix e Baudelaire, venne incaricato da una commissione imperiale di ricercare la tomba di Leonardo tra le rovine del castello di Amboise, dove Leonardo era stato inumato il 12 agosto 1519.

Egli ritrovò i resti di quelle che individuò come le ossa e il cranio dell’artista-scienziato, grazie anche ad alcuni frammenti lapidei di un’iscrizione riconducibile al nome di “Leonardus Vinci”; poi furono ricomposti nella tomba della Cappella di Saint Hubert del Castello Reale di Amboise

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I documenti esposti a Vinci attestano che Houssaye trattenne per sé due reliquie. Infatti, nel 1925, Harold K. Shigley, colto e appassionato collezionista americano di cimeli, acquistò a Parigi dal pronipote di Houssaye, “una ciocca di capelli di Leonardo e un anello di bronzo trovato sul dito del Da Vinci”. Nel 1985 questi due reperti sono passati nelle mani di un altro collezionista americano che, nel 2016, avendo saputo delle nostre ricerche sulla genealogia di Leonardo, ci ha contattati Dopo tre anni di lavoro, siamo riusciti a riportare in Italia questi reperti, che oggi possiamo finalmente mostrare nel Museo Ideale di Vinci. La reliquia dei capelli non è solo un documento storico, né un semplice cimelio, bensì uno strumento straordinario di conoscenza».

La mostra “Leonardo vive” aperta fino al 1° dicembre è stata concepita come un caleidoscopio, non solo per esemplificare l’attualità di Leonardo nell’arte e nella cultura contemporanea, ma anche per presentare i risultati delle ricerche genealogiche attraverso venti generazioni fino al presente e al DNA. 

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L’esposizione è articolata in cinque parti

La prima (Leonardo Heritage) presenta documenti d’archivio e reperti frutto di studi genealogici: dalle reliquie dei capelli ai documenti relativi al padre Ser Piero, alla sempre meno misteriosa madre Caterina, al nonno Antonio, che era anche mercante in Nord Africa

La seconda riguarda la bottega di Leonardo: la Gioconda nuda, e anche la Santa Caterina nella macchina di tortura di un allievo di Leonardo (Giampietrino) che presenta impronte digitali e palmari.

La terza (Leonardo e il Rinascimento del vino) approfondisce i rapporti di Leonardo con il territorio e con l’agricoltura, che ebbe un ruolo importante nella sua biografia e nei molteplici studi di natura, di enologia e tecnologia rurale, oltre che negli scritti letterari… E dagli Etruschi ai Medici, dalla cerchia di Desiderio da Settignano a Guido Reni.

La quarta (Leonardismi attraverso i secoli) procede dalle cartelle dei Nodi vinciani xilografate da Albrecht Dürer agli inizi del Cinquecento, prosegue tra l’immagine di Leonardo e antiche incisioni d’après, giunge al furto del 1911 e alla Gioconda L.H.O.O.Q. di Duchamp, fino a Dalì, Beuys, Warhol e altri protagonisti delle neoavanguardie internazionali…

Per l’Attualità di Leonardo tra le opere rappresentative di artisti contemporanei di diversi Paesi si segnala in particolare il Dialogo con il Paesaggio di Leonardo del 1473 del pittore cinese Xu Li giunto appositamente da Pechino