Il liutaio più giovane e famoso di Firenze: la storia di Nicola Di Leo

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Dalla passione per la musica alla creazione di bassi e chitarre uniche: la storia di Nicola Di Leo un artigiano autodidatta che ha sfatato i miti della liuteria moderna, diventando il liutaio più conosciuto di Firenze.

Spesso ci immaginiamo il liutaio come un vecchietto che ogni mattina scende di casa, apre la sua bottega artigiana e rimane fino a sera a intagliare violini. Invece la professione ha saputo adattarsi, aprendosi nel tempo anche alle chitarre e bassi elettrici, e oggi Nicola Di Leo è il liutaio più giovane (e famoso) di Firenze! Noi di FUL l’abbiamo incontrato per scoprire i segreti del suo mestiere.

Quando è nata la tua passione per la liuteria?

Avevo 11 anni e vivevo con la mia famiglia in un piccolo paese della Calabria. Io suonavo la batteria, mentre a mio fratello maggiore regalarono una chitarra elettrica. Quando la vidi per la prima volta, invece di volerla suonare il mio primo pensiero fu: voglio costruirne una anche io! Ancora non sapevo come si chiamasse quel mestiere, poi, quando andavo alle scuole medie, il maestro di musica mi rivelò che, una volta andato in pensione, avrebbe voluto fare il liutaio (cosa che poi ha fatto per davvero, occupandosi di liuteria classica, ovvero della realizzazione dei violini). Così decisi che da grande anche io avrei fatto il liutaio, costruendo però bassi e chitarre.

In realtà, prima di arrivare a lavorare come liutaio per davvero, ho fatto tutt’altro: prima il liceo classico, poi la laurea in Giurisprudenza a Bologna per accontentare la mia famiglia, che al tempo non voleva assolutamente che intraprendessi quel mestiere. Non sono un figlio d’arte, né ho fatto studi specifici, anche perché le accademie di liuteria moderna sono nate solamente in questi ultimi anni. Tutto quello che so l’ho imparato da autodidatta, inizialmente guardando i primi “tutorial” online, che in quegli anni arrivavano soprattutto dall’America, perché in Italia la liuteria si occupava unicamente di violini e chitarre classiche, mentre la liuteria moderna, ovvero quella che riguarda strumenti elettrici o chitarre jazz, ancora praticamente non esisteva. Quindi quando ho iniziato a mettere le mani sui primi strumenti l’ho fatto con degli attrezzi di fortuna, quelli che uno può trovare in una qualsiasi ferramenta.

A Bologna, mentre studiavo, riparavo le chitarre o i bassi dei ragazzi con cui suonavo. Poi, quando 15 anni fa mi sono trasferito a Firenze, ho iniziato a creare i miei primi strumenti. All’inizio costruivo soltanto bassi elettrici perché il mio idolo è Roger Waters, il bassista dei Pink Floyd. Pensa che il primo basso che ho costruito – sebbene al tempo non mi soddisfacesse affatto la sua realizzazione – ce l’ha ancora oggi un ragazzo che suona in un’importante cover band dei Queen. Comunque, caricavo online gli annunci degli strumenti che costruivo in casa, e piano piano ho iniziato a crearmi il mio giro e a farmi conoscere.

In quel periodo però lavoravo anche come cuoco, quindi mi dedicavo alla liuteria nei momenti liberi, quando non ero in turno al ristorante. Poi successe il paradosso che ero abbastanza bravo anche a fare il cuoco, e divenni chef responsabile in un ristorante, ma preferii licenziarmi e dedicarmi interamente alla liuteria, perché il nuovo incarico non mi consentiva di avere tempo a sufficienza per dedicarmi al mio lavoro a casa. Poi sono cresciuto nel tempo, e 10 anni fa ho aperto la mia bottega a Firenze, dove oggi mi conoscono in molti.

Quali sono i miti e le credenze della liuteria moderna da sfatare?

Nel mondo della liuteria classica purtroppo è molto diffusa la credenza che se un artigiano si occupa anche della creazione di chitarre elettriche o di altri strumenti, questo vuol dire automaticamente che le sue chitarre classiche non sono così buone da permettergli di vivere e quindi, di conseguenza, nessuno gli compra le sue chitarre classiche. Per questo io ho deciso di non occuparmi di liuteria classica. Ho fatto questo mestiere rinunciando ad altri lavori, a un contratto a tempo indeterminato, a stipendi regolari, proprio per la libertà di fare quello che mi pare… Figurati se mi devo far chiudere in schemi mentali di persone che mi dicono che non posso fare quel determinato strumento perché altrimenti non sono buoni nemmeno gli altri. Follia! Io nella mia libertà faccio tutto: ukulele, mandolini, chitarre, bassi e via dicendo.

Purtroppo poi nella liuteria moderna c’è tantissima “fuffa”. Anche se non viene dichiarato, molti di quelli che oggi si definiscono liutai, acquistano pezzi precostituiti su internet, e creano quindi strumenti montando insieme i vari pezzi semilavorati. Liutaio invece è chi costruisce uno strumento dal grezzo, dal pezzo di legno!

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Io gli strumenti gli costruisco per davvero, circa 10-12 all’anno. Prendo soltanto legni super scelti, stagionati almeno 35 anni e sempre certificati. Nel resto del tempo, a bottega, mi occupo di riparazioni. La gente si stupisce di come riesca a vivere facendo le chitarre, non lo vedono come un lavoro “serio”, come può essere fare l’avvocato o il medico. In generale c’è molta ignoranza e molte credenze popolari riguardo la liuteria moderna: alcuni pensano che le chitarre elettriche siano di ferro, figurati! Il mio è un lavoro dove occorre saper fare tante cose di tanti mestieri diversi: falegnameria, ebanisteria, elettronica, verniciatura, oreficeria, incastonature… sono necessarie tante conoscenze!

Quali sono le principali richieste dei tuoi clienti?

Più faccio questo mestiere più mi rendo conto che le persone vengono da me perché hanno capito che un oggetto di liuteria è più rifinito e suona meglio di uno strumento industriale, o in altri casi perché vogliono l’oggetto esclusivo fatto apposta per loro. Tuttavia spesso i clienti mi chiedono che io riproduca un canone che loro hanno visto da un’altra parte, magari un modello Fender o Gibson già esistente. Per questo io non faccio miei modelli particolari: perché la gente vuole rimanere nella propria zona di comfort, e poi perché prima devo imparare anche io alla perfezione a rifare cose che già sono perfette di sé! Poi chissà, un giorno creerò anche io il mio modello!