Matteo Renzi. Presente e futuro di una città in trasformazione

RenziFirenzeMatteo Renzi, sindaco di Firenze. Chi meglio di lui per tenere a battesimo questo primo numero di FUL? FUL, cioè Firenze Urban Lifestyle, nasce infatti come atto d’amore verso questa città, la nostra città, unica al mondo, una città viva, con un suo spirito, una sua creatività, una sua energia, che vive oggi un suo nuovo Rinascimento.

Sospesa tra passato e futuro, figlia di un presente che non c’è: Firenze è un osservatorio privilegiato dello spirito di questi nostri tempi. Basta saper guardare con gli occhi giusti.

Anche Renzi è coinvolto da questo rinnovamento, anche la sua storia, umana e politica, è un segno dei tempi che cambiano. Ma, per la posizione privilegiata che ricopre, ne è anche protagonista. A maggior ragione quindi nessuno meglio di lui può rispondere alle domande, ai dubbi, alle inquietudini, alle curiosità di chi ha la fortuna – e il privilegio- di vivere a Firenze in questo momento.

La politica vive (anche) di etichette e Lei, Sindaco Renzi, è per tutti “il giovane” Sindaco di Firenze. E’ difficile essere un sindaco giovane in un Palazzo Vecchio?

«Giovane io? Ma via, ormai non tanto. Più seriamente, è vero, dal punto di vista anagrafico sono tra i sindaci più giovani, ma non collegherei le difficoltà e le sfide quotidiane che deve affrontare un sindaco con l’età. Il lavoro da primo cittadino è più una questione di volontà, spirito di sacrificio, desiderio di fare bene per la propria città e per i propri cittadini, consapevolezza della grandezza e della bellezza del compito che è stato affidato dagli elettori».

Picasso disse una volta: «Ci vuole molto tempo per diventare giovani». Al di là della pura anagrafica, cosa significa per Lei essere giovane?

«Mi piace citare un frase di Antoine de Saint-Exupery, tratta da un libro erroneamente ritenuto spesso riservato ai più piccoli, ovvero ‘Il Piccolo Principe’: “Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano)”. Essere giovane significa sostanzialmente questo, rimanerlo nello spirito e nel pensiero. E in base a questo convincimento si può essere giovani fino a 90 anni».

E’ dal 1966 che a Firenze non c’è un evento che riesca davvero a “smuovere le acque”. o no? Il Festival d’Europa è appena finito: Firenze è davvero solo un bel “museo a cielo aperto” o saprà crescere, adattarsi, re-inventarsi come una moderna città europea? E come potrà farlo?

«Beh, quasi quasi direi ‘per fortuna’ visto com’è andata nel 1966. Ma a smuovere le acque ci proviamo tutti i giorni. L’amministrazione sta cercando di scacciare l’immagine di Firenze come di un “museo a cielo aperto”, bellissima, certo, ma immobile, e di farne sempre di più una realtà vivace dal punto di vista culturale, ambientale, politico, turistico. Avete giustamente citato l’appena concluso Festival d’Europa, un appuntamento prestigioso che ha riconosciuto a Firenze un nuovo protagonismo in campo internazionale. Eventi come questo e altri  – penso anche a Florens, alle iniziative legate all’attività congressuale della Fortezza da Basso, al ruolo della moda, al Festival del Maggio musicale fiorentino – devono segnare sempre più frequentemente la vita cittadina e contemporaneamente aprire la città al mondo. E quindi al futuro».

La Notte Bianca: un grande evento, amato e di successo. Ma gli altri 364 sono”giorni grigi” per i giovani? Cosa fa, e cosa farà, il Comune in concreto per dare ai giovani divertimento e cultura?

«Non sono d’accordo. Oltre alla ‘Notte Bianca’ il Comune ha promosso altre iniziative: dal Capodanno in piazza, che è tornato nel 2010 dopo anni, al cartellone dell’Estate, dalla Festa Tricolore al Festival del gelato, passando per iniziative sportive, gastronomiche, di solidarietà, che ogni settimana caratterizzano la città. Non credo che a Firenze manchino gli eventi, magari dovremmo essere noi per primi più bravi a comunicarli meglio. E quanto alla cultura in senso stretto, nel primo anno della nuova legislatura abbiamo fortemente voluto il museo di Palazzo Vecchio e la Biblioteca delle Oblate aperti fino a mezzanotte. Per dare un’opportunità diversa del solito drink serale al bar in centro. E soprattutto far capire che per noi la cultura è importante, non solo a parole».

Capitolo lavoro. La disoccupazione è ai livelli medi italiani, ma il dato non è confortante. Avremo una città di “figli di papà”, dove il figlio dell’avvocato fa l’avvocato, quello del notaio il notaio, quello del macellaio il macellaio. e tutti gli altri laureati e disoccupati? O devono andarsene? Come se ne esce? Che farà il Comune per favorire le politiche del lavoro per i giovani?

«La situazione nazionale non è rosea, il Governo ha sottovalutato la crisi e non ha messo in campo misure efficaci. Dal punto di vista locale, però, il Comune non ha molti margini di manovra per incidere davvero nel mercato del lavoro. Possiamo aiutare la formazione, in questo caso tramite l’assessorato alle politiche giovanili che promuove progetti e bandi in questo senso. Il Comune, inoltre, si è impegnato – e continuerà a farlo – in situazioni difficili di aziende del territorio, come la Seves, stabilimento fiorentino specializzato nella produzione di mattoni in vetro i cui lavoratori sono stati in cassa integrazione per un anno e mezzo. Non ci sono soluzioni magiche, ma da parte nostra non manca la volontà di fare la nostra parte, con impegno».

Politica e generazioni. Ci faccia il nome, restando in ambito fiorentino, di un giovane promettente e di un “vecchio” insostituibile.

«Il “vecchio”: Silvano Sarti, presidente dell’Anpi provinciale. Il “giovane”: il piccolo Andrea, 9 anni, che due anni fa mi scrisse una lettera in cui spiegava che Firenze era sporca e che voleva pulirla tutti insieme. Da lì è nata l’iniziativa ‘Un bacione a Firenze’. Fare politica è proprio questo: interessarsi dei problemi veri delle persone e delle città in cui viviamo, e vivere portando alto l’esempio di una esistenza vissuta all’insegna del rigore e dell’amore per la propria Nazione».

RenziFirenze2Un film, e una canzone, che per Lei raccontano Firenze.

«Sarò scontato, ma se penso a un film su Firenze non posso non citare ‘Amici miei’, che incarna davvero lo spirito di questa città. E per quanto riguarda una canzone, direi Grace degli U2. Che è sia un nome di donna, ma anche un atteggiamento, uno stile, un comportamento, un modo di essere».

Lei è tifoso della Fiorentina. Capitan Montolivo è tentato dalle grandi squadre. E Capitan Renzi non sente il richiamo di Roma?

«No, sono interessato solo a fare il sindaco della mia città fino al 2014 e, se i fiorentini mi voteranno di nuovo, anche fino al 2019. Montolivo non ha vinto elezioni, mi sembra».

Posto che Firenze è bella, tutta, qual è il suo personale “angolo più bello di Firenze”?

«Amo molto Palazzo Vecchio, il luogo dove lavoro ma anche dove sento ancora pulsare tutto il peso della storia, della cultura, dell’arte di Firenze. Ma anche il Parco delle Cascine: uno spazio aperto preso molto a cuore dall’amministrazione e per il quale abbiamo tanti progetti per renderlo ancora più bello e fruibile da parte dei cittadini».

DANIEL C. MEYER