Adolfo Natalini, nato a Pistoia, classe 1941. Ha fondato il Superstudio, dando vita ad una delle correnti architettoniche più importanti del secondo ‘900.
![Adolfo Natalini](https://firenzeurbanlifestyle.com/wp-content/uploads/2020/01/Adolfo-Natalini-alla-mostra-Superarchitettura-Galleria-Jolly-Pistoia-1966-photo-Cristiano-Toraldo-di-Francia-696x714-1.jpg)
Padre della sperimentazione, insieme ai visionari Cristiano Toraldo di Francia, Gian Piero Frassinelli, Roberto e Alessandro Magris, e Alessandro Poli. Professore ordinario presso la facoltà di Architettura di Firenze, membro onorario del BDA (Bund Deutscher Architekten) e del FAIA (Honorary Fellow American Institute of Architects), accademico dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, dell’Accademia di Belle Arti di Carrara e dell’Accademia di San Luca.
In un’intervista per Artribune, aveva parlato dei progetti con cui più si identificava – uno per ogni decennio. Aveva scelto il Cimitero Monumentale dell’Antella – di cui racconta: “un progetto lungo una vita: iniziato il giorno in cui mi sono laureato nel 1966, ripreso nel 1998 e (quasi) completato nel 2009”. Il secondo è la ricostruzione del centro storico di Groningen, a seguito della vittoria in un concorso internazionale e di un referendum popolare. Successo raggiunto con una percentuale incredibile: 83,6%. Afferma: “Il primo progetto “a-modern” di una lunga serie: volevo ripartire da Berlage.” Il terzo è il Polo Universitario a Porta Tufi a Siena, datato 1995-2000. Il quarto è l’ampliamento del Museo dell’Opera di S. Maria del Fiore a Firenze, tra il 2001 e il 2015. Il sublime che descrive il sublime.
![Adolfo Natalini](https://firenzeurbanlifestyle.com/wp-content/uploads/2020/01/02-COVER-696x392-1.jpg)
Ci ha traghettato in un mondo che ancora oggi affascina ed è continuo motivo di studio oltre che di ricerca. Il Monumento continuo del 1969, Le dodici città ideali e la Supersuperficie del 1971 sono tuttora inarrivabili fonti d’ispirazione. Appuntamenti col fantastico e con l’utopia. Desideri di progresso che sono stati declinati anche nel design. Nel 2017, infatti, Palazzo Strozzi dedica a questo multiuniverso la mostra Utopie Radicali | Oltre l’architettura: Firenze 1966-1976. Un caleidoscopico racconto della rottura con lo status quo fatto di colori, materiali e stoffe interpretate come sogni, visioni e trasgressioni.
Adolfo Natalini lascia in eredità a Firenze e al mondo non solo i suoi disegni e le sue architetture, ma soprattutto un modo di pensare unico – un lunapark di teorie e idee.