Movida: prevenire è meglio che combattere

Cartello stradale fiorentino riadattato dall'artista Clet


Ieri, il Prefetto di Firenze Luigi Varratta e il Vicesindaco Dario Nardella, hanno firmato il protocollo d’intesa con 10 istituti privati di vigilanza. Il protocollo prevede 26 pattuglie e 700 uomini in più per sorvegliare le principali strade e piazze che nei prossimi mesi vedranno un grande afflusso di turisti, ma anche per gestire la problematica della movida notturna.
I vigilanti, secondo quanto prevede l’accordo, segnaleranno alle Forze dell’Ordine situazioni, movimenti e mezzi sospetti, ma anche atti di vandalismo, bullismo, minori ubriachi, persone in difficoltà e ostacoli che intralciano la circolazione stradale.
Lo scopo, dichiarato più volte dallo stesso vicesindaco Nardella, è spostare tutte le attività al parco delle Cascine per l’Estate fiorentina.
telecamera
Oltre al provvedimento sui vigilanti, il controllo arriva
anche attraverso la nettezza urbana. Il comune di Firenze e la Quadrifoglio stanno progettando le telecamere sopra le isole della nettezza con lo scopo di fermare l’abbandono dei rifiuti fuori dai cassonetti. L’annuncio è stato fatto direttamente da Giorgio Moretti di Quadrifoglio e dal vicesindaco Dario Nardella.

Anni di divieti, sequestri e camionette nelle piazze hanno portato alla creazione di un artificiale clima di calma e rispetto, incrinato da qualche gesto di risposta ad alcuni residenti che intanto hanno dato vita al comitato “Ma noi quando si dorme?”. “Dormirete da morti” gli viene risposto, senza troppi mezzi termini, con una scritta su un muro in via de’ Macci, nel quartiere di Sant’Ambrogio. Un’azione nelle scuole, di educazione e prevenzione, sarebbe sicuramente più lenta di un manganello e di una multa, ma probabilmente più efficace: le forze dell’ordine, in un certo senso, ti obbligano a comportarti bene se non vuoi avere problemi, ma puoi sempre cercare di darti un contegno, almeno fino alla prossima piazza. Capire il perché sia necessario tenere un certo tipo di comportamento è tutta un’altra questione, è come imparare ad andare in bicicletta: qualcuno deve insegnartelo. Il rispetto, infatti, oltre ad essere un componimento lirico popolare di contenuto amoroso, è per definizione il sentimento che induce a riconoscere i diritti e la dignità di qualcuno. E’ qualcosa che si insegna e non si incute. Un investimento e non una spesa.
Della questione movida a Firenze ne abbiamo parlato anche nell’ultimo numero di FUL, intervistando per l’occasione Trine West, ex titolare del Lochness, e Nicola Benvenuti, presidente del Quartiere 1- centro storico, cercando di capire i diversi punti di vista.
JACOPO AIAZZI