Non fermatevi alla bestemmia, Illustre Feccia ‘battezza’ nuovamente Firenze

Lo avevamo intervistato pochi mesi fa, in seguito alla comparsa in alcune pensiline dell’autobus dei manifesti ‘Grazie all’8xmille ci siamo fatti molto’, adesso ritorna sotto i nostri occhi stravolgendo l’ordine consumistico che ci viene imposto dall’alto e ci tiene a precisare il suo punto di vista e a spiegarci il fine del subvertising, termine anglosassone formato da subvert (Sovvertire) e advertising (pubblicità), SOVVERTIRE LA PUBBLICITÀ.

 

Dioskotto” o “Dioscotto” è una campagna nazionale con quale la Chiesa Pastafariana Italiana chiede l’abolizione del reato di blasfemia a favore della libertà di pensiero. L’idea di disegnare dei cartelloni da affiggere nel centro fiorentino nasce dall’incontro a Roma dei “pirati” Pastafariani e della Papessa Emanuela durante il Crack Festival al Prenestino.
Già il geniaccio Hogre aveva sparato i suoi cartelloni “Dioscotto” in centro a Roma, ridicolizzando le famose marche di spaghetti bestemmiando.
Quest’opera di sovvertimento e pirateria degli spazi pubblicitari, il cosiddetto subvertising, nasce in protesta contro la contro l’art. 724 del codice penale italiano che legifera l’offesa alla religione di stato tramite vilipendio. In un paese libero e laico non dovrebbe esistere la libertà di sproloquio?? No, solo perché insultando il dio, la santità, vai a intaccare l’autorità, le istituzioni clericali, la gerarchia, il patriarcato ed infine lo stato.
Così noi riprendiamo gli spazi pubblicitari che dovrebbero essere “pubblici” (significato “alla portata di tutti”) e che non lo sono; ma sono solo in mano delle grandi aziende multinazionali e  solo di chi ha i soldi e il consenso dall’autorità.

Perché dovrei chiedere il permesso per utilizzare spazi che sono di tutti e per tutti?
Quando una cosa è pubblica, è pubblica… Chi decide se è abusiva o no? L’autorità? Lo stato? Lo stato vuole che ti abbassi alla sua autorità e che l’individualità sia annientata dal suo criterio gerarchico e servile.
Io in quanto individuo mi riprendo lo spazio che mi è stato sottratto e che è troppo spesso falsamente spacciato per “pubblico”, ma che pubblico non è!
Il primo e più colorato (in verde) cartellone rappresenta una tipa stile anni ‘50 che se sta pe’ magnà il “Dioskotto” o spaghetto volante che tutti i pastafariani pregano e adorano! È pura satira e parodia di religione e di pubblicità (ispirata da marchi come l’inglese marmite e il dado knor), é anche un omaggio a mio nonno che invocava iddio e la madonna chiamandoli serpenti.

Mentre il secondo cartellone è un particolare di un vecchio disegno di un maiale dalla cui testa (incoronata) escano fuori due gradini di gerarchia cristiana. Da sopra il cranio tagliato s’intravedono sbirri (vestiti in antisommossa), che innalzano e proteggono un tipo obeso seduto su una poltrona signorile, che si sta divorando panini, bistecche, dolci con dietro alle spalle un anoressico crocefisso.
Gli spazi pubblicitari come pensiline “sottovetro” e cartelloni, sono i moderni tabernacoli consumistici e fonti di regolamentazione sociale ed economica. Essi ci impongono un modello di vita da consumatore-cittadino e invadono ampiamente lo spazio pubblico.  Sono gestisti dall’agenzia dei trasporti, le pubblicità sono prevalentemente quelle delle multinazionali e dei poteri più forti. Pura spazzatura visiva che, direttamente o inconsciamente, diffonde obbedienza al sistema economico e sociale. Sostituire la pubblicità con dei messaggi sovversivi vuol dire sabotare questi sistemi di controllo sociale”.
Illustre Feccia