Il Dpcm a semaforo ristabilisce il lockdown “soft” per la nostra regione. Ma ai toscani non basta più.
Come annunciato, la Toscana torna zone arancione da oggi. Bene i nuovi parametri sulla diffusione della pandemia ma non benissimo per l’economia. Come noto a tutti, tra zona arancione e gialla c’è tanta differenza e questo è un banco di prova anche per il presidente Eugenio Giani.
Come sono stabilite le zone e qual è il peso nazionale della Toscana?
Il meccanismo del semaforo è semiautomatico nel senso che ogni Regione si colloca in uno scenario giallo, arancione o rosso in base a criteri oggettivi elaborati a partire da 21 parametri. Alcuni di questi sono ad esempio il numero di casi sintomatici, i ricoveri, i casi nelle Rsa, l’occupazione dei posti letto sulla base dell’effettiva disponibilità capacità di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti e ovviamente anche la trasmissione del virus e tenuta dei servizi sanitari.
A firmare l’Ordinanza di inserimento in una zona è il ministro della Salute Roberto Speranza che adotta ordinanze d’intesa con il presidente della Regione per prevedere «l’esenzione dell’applicazione di una o più misure» restrittive, anche in «specifiche parti del territorio regionale». Vengono varati di conseguenza i provvedimenti, valutati settimanalmente ma con durata minima di due settimane. Il sistema ha lo scopo di limitare la diffusione del contagio ma con l’auspicio di non frenare del tutto l’economia.
Ora a giudicare dalla procedura, la nostra regione dovrebbe tornare zona gialla dal 20 dicembre. Se però i dati della pandemia fossero già adesso “gialli”, come sostenuto dal presidente, viene da chiedersi se Giani non dovrebbe fare pressione al Ministro e ottenere uno sconto sulla data di variazione della zona. Siccome ci siamo meravigliati di come altre regioni siano rimaste sempre gialle o come siano passate ad arancione nonostante i dati annunciati, ci sfugge qualcosa.
Si tratta di capire quindi il vero peso della Toscana sul panorama nazionale. Quanto contiamo ancora politicamente e soprattutto economicamente? D’altro canto i due aspetti sono legati. A noi viene il dubbio che la nostra regione – senza più grandi imprese e importanti distretti produttivi – piegata economicamente ben prima del Covid-19, abbia perso il suo peso economico e di conseguenza anche quello politico…
Le limitazioni della zona arancione.
Le limitazioni per le zone arancioni prevedono: vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori salvo che per gli spostamenti motivati ma sono consentiti gli spostamenti necessari a garantire la didattica in presenza; vietato ogni spostamento, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un Comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione; chiusi anche bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, ad esclusione delle mense e del catering ma resta consentita la consegna a domicilio e l’asporto (fino alle 22 e con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze).
Restano in vigore tutte le norme restrittive dell’ormai vecchio DPCM del 24 ottobre con le limitazione degli spostamenti:
- Si può circolare all’interno del proprio comune senza autocertificazione e si può uscire dal comune per comprovate esigenze di lavoro, salute, studio o necessità (compilare il modulo di autocertificazione):
- trasporto su autobus e mezzi di trasporto nazionali, regionali e provinciali con capienza massima del 50%;
- didattica a distanza per le scuole superiori, è prevista l’attività in presenza con mascherina solo fino alla medie;
- bar, ristoranti e pasticcerie rimangono chiusi, ma consentita l’attività di asporto fino alle ore 22:00;
- Tutte le competizioni sportive sono sospese, tranne quelle riconosciute di interesse nazionale dal Coni. Attività sportiva all’aperto ammessa, ma da soli;
- Riaprono i negozi che potranno estendere l’orario fino alle 21:00.