Orgasmo femminile: l’inedita rivendicazione del Girl Power

sex toys

Piacere femminile: perchè, e come, dargli più importanza.

Dopo millenni di oscurantismo e di silenzio, la voce delle donne decide di farsi finalmente sentire e lo fa mediante un gemito di piacere.
Sì, parliamo precisamente di orgasmo femminile: argomento quanto mai delicato, troppo spesso trascurato, stereotipato e strumentalizzato, quasi mai compreso, né tantomeno (ri)conosciuto.
Nel corso della storia, il piacere femminile è stato perlopiù negato, sia come soggetto che come complemento oggetto.
Finché la donna è rimasta relegata al mero ruolo di angelo del focolare, nell’immaginario collettivo il concetto di sessualità è restato completamente scisso da lei.
Un excursus relativo al piacere femminile s’intersecherebbe necessariamente con la medicina e la psicoanalisi, con l’evoluzione della lingua e del lessico, con l’antropologia, la sociologia, la storia e il progresso culturale.
La vicenda del suo riconoscimento scientifico coincide fondamentalmente con quella del movimento femminista, con la rivoluzione sessuale e la naturale metamorfosi delle abitudini, del pensiero soggettivo e dei preconcetti socialmente riconosciuti e accettati.
Sulla scia della presa di coscienza della femminilità, l’orgasmo della donna e il riconoscimento del suo ruolo fondamentale sul benessere psico-fisico e sulle dinamiche di coppia sono diventati l’emblema della rivendicazione del ruolo della donna all’interno di una società che, alla fin fine, risulta ancora oggi patriarcale.

Il lato oscuro dell’orgasmo femminile

orgasmo femminile

La sessualità maschile è esteriorizzata, concreta e tangibile: anche in virtù di questo, il piacere delle uomo è stato sempre riconosciuto e ricercato, idolatrato come simbolo di virilità, potenza e superiorità gerarchica.
La sessualità femminile, al contrario, è tutta volta all’interno, connessa a un’anatomia nascosta, protetta e racchiusa e, come ogni cosa di cui si fatichi a comprendere la natura, temuta, trascurata, svalutata.
Fortunatamente a partire dal XXI secolo, dapprima con le teorie freudiane e poi con le successive indagini scientifiche che contraddistinsero gli anni ’60 e ’70, è stata inaugurata una nuova fase di scoperte e rivelazioni che prosegue ancora oggi.
Nonostante tutte le ricerche e gli studi condotti sulle funzionalità, i meccanismi, le induzioni e le ripercussioni dell’orgasmo su corpo e mente, il piacere della donna nasconde ancora infiniti misteri.

Masters & Johnson e la fisiologia sessuale

La prima definizione scientifica di orgasmo è stata data dalla coppia di ricercatori William Masters e Virginia Johnson, coloro che insegnarono all’America come fare l’amore.
Il loro studio venne condotto su 700 volontari studiati per oltre 10 anni e fu reso noto nel 1966. Per conoscerne tutti i dettagli rimandiamo a ulteriori approfondimenti, come ad esempio il documentario curato dalla C.N.N in questa sede è sufficiente sapere come quella ricerca fu utile per individuare le tre distinte fasi che conducono al piacere (eccitamento, plateau e orgasmo) e, soprattutto, per scoprire la profonda connessione esistente tra l’orgasmo femminile e la sfera psichica ed emotiva.
Mentre l’uomo può raggiungere l’orgasmo in modo prettamente meccanico, per la donna si rivela necessaria la compresenza di alcune variabili, quali ritmo dei movimenti, intensità, relazione col partner e rapporto col proprio corpo e con la propria nudità.

Ph. by Cottonbro-studio

Orgasmo femminile: questione di intelligenza emotiva

Nel 2009 è stato pubblicato sul Journal of Sex Medicine uno studio condotto su 2000 gemelle che ha dimostrato come donne dotate di una maggiore intelligenza emotiva risultino maggiormente appagate sessualmente rispetto alle altre.
L’intelligenza emotiva rappresenterebbe, dunque, l’evoluzione della teoria del 1966 e consisterebbe in un’assoluta presa di coscienza di ciò che arreca o meno piacere, al di là di ogni tabù, preconcetto, timore o pudore.
Affinché tale sensibilità risulti perfettamente formata sono necessari profonda conoscenza del corpo e della mente, libertà di pensiero e d’espressione, rispetto della propria natura di donna, indipendenza e autonomia.

Dall’intelligenza emotiva al trascinamento neurale


Alla perenne ricerca dei segreti dell’orgasmo femminile, nel 2016 il neuroscienziato Adam Safron ha pubblicato un articolo in cui parla di trascinamento neurale e che invitiamo a leggere sul sito della rivista americana Socioaffective Neuroscience & Psychology.
L’orgasmo viene definito come un’intensa attività cerebrale indotta dalla stimolazione fisica e soprattutto dal ritmo dell’atto sessuale, aggiungendo un’ulteriore componente fondamentale alla comprensione del piacere della donna.

Anatomia dell’orgasmo femminile


Per quanto, dunque, non sia possibile scindere la componente emotiva, resta comunque sempre fondamentale la qualità fisica dell’orgasmo.
Il piacere femminile, a livello anatomico, non è altro che uno spasmo muscolare prolungato che produce contrazioni a livello vaginale, uterino e perianale, di frequenza, intensità e durata variabili (in media dalle 5 alle 8 contrazioni ogni 0,8 secondi).
Descritto in questi termini, l’orgasmo pare estremamente banalizzato; in verità, come sappiamo, il piacere femminile è un fenomeno molto complesso, soggettivo e mutevole, con notevoli ripercussioni sulle facoltà fisiche e intellettive, nonché sul benessere generale della donna: fa bene all’umore e mantiene tonificato il pavimento pelvico, migliora la circolazione sanguigna e diminuisce il rischio di malattie, accelera il metabolismo e sprigiona le endorfine.

Vaginale o clitorideo?

In linea generale, l’orgasmo viene classificato secondo due tipologie principali, alle quali se ne aggiungeva eventualmente una terza:

  • vaginale
  • clitorideo
  • misto


Il piacere, secondo questa tradizionale distinzione, viene classificato in base alla tipologia prevalente di stimolazione fisica che permette di raggiungerlo e che ne connota le peculiarità: più diffuso e conosciuto il primo, meno frequente e meno “automatico” il secondo..
Oggi, in verità, tale differenziazione risulta ampliata dalle più recenti ricerche che hanno identificato almeno 12 tipi diversi di orgasmo femminile, tra i quali sono contemplati anche quello anale, tantrico e onirico.
Questi ultimi due, in effetti, possono essere considerati la dimostrazione definitiva del ruolo prioritario della psiche nel percorso che conduce la donna al piacere estremo, anche in assenza di atto sessuale o contatto fisico.

Piacere femminile: non solo una questione di penetrazione

Gli ultimi studi scientifici, le associazioni e tutti i movimenti schierati in favore della parificazione sessuale pongono l’accento non più solamente sull’organo preposto a sprigionare il piacere, quanto, piuttosto sulle possibili tipologie di movimento e aree da sollecitare, ampliando le fantasie sessuali e le potenzialità dell’orgasmo.
Oggi si tende a ribadire l’importanza di movimenti quali sfregamento, suzione e lievi tocchi, dell’angolatura e della profondità della penetrazione, dell’intensità e della ritmicità della stimolazione.
Nell’ottica di una sempre maggiore indipendenza (non solo) sessuale dall’uomo, si tenta di intraprendere la via della totale liberalizzazione dai preconcetti relativi all’orgasmo femminile.
Masturbazione, autoerotismo e sex toys sono stati ormai completamente sdoganati e l’industria di settore si è attivata per stare al passo coi tempi: così, identificato il clitoride come maggiore responsabile dell’orgasmo, ecco che sulla sua stimolazione si focalizzano le produzioni di vibratori, dildo e nuovi giochi erotici, come gli innovativi succhia clitoride che assicurano orgasmi mai provati.

Punto G e squirting: tra mito e realtà

Non è possibile terminare una tale argomentazione senza citare due dei coprotagonisti principali dell’orgasmo femminile, acclamati dalle folle e da tutti agognati: il punto G e il fenomeno dello squirting.
Del primo si sa tutto e niente: si tratta di un’area spugnosa, più o meno visibile, posta nella parte superiore della vagina, a circa 5 cm dalla fessura che, se debitamente sollecitata, è in grado di intensificare l’orgasmo.
È presente in tutte le donne, ma non tutte sono in grado di identificarlo con precisione.
Oggi, alla definizione di punto G, viene preferita quella di area C.U.V., definendo un’intera zona erogena che comprende clitoride, uretra e vagina.
Dello squirting, invece, si parla molto, ma non sempre a tono: indica un fenomeno mediante il quale, al raggiungimento dell’orgasmo, la donna espelle a spruzzo, dall’uretra, una secrezione liquida, semi-trasparente e in parte composta da urina, secreta dalle ghiandole si Skene e da quelle parauretrali.
Anatomicamente ogni donna, dunque, è in grado di squirtare: la differenza, ancora una volta, la fanno la personale sensibilità, l’intelligenza emotiva e il trascinamento neurale che le permetteranno di lasciarsi completamente andare alla percezione del piacere.
Fondamentalmente possiamo affermare come non potrebbe esistere orgasmo senza clitoride, così come non potrebbe esistere squirt senza punto G.

L’appagamento sessuale della donna ha dunque fortissime ripercussioni sullo stato di benessere psico-fisico e sulla qualità delle relazioni esterne: il processo di una sua adeguata rivalutazione e valorizzazione va di pari passo con la presa di coscienza dei suoi diritti, diventando icona contemporanea delle infinite sfumatura della natura femminile.