Ė l’ennesimo capitolo di quello che i quotidiani chiamano il “piano anti movida”, e di cui stiamo scrivendo da tempo, anche nel numero appena uscito di FUL.
Sulla scrivania del vicesindaco Dario Nardella (che, se non lo avete ancora capito, presto sarà il sindaco Dario Nardella, grazie all’investitura dell’amico Matteo), è arrivato un progetto che dovrebbe servire a contrastare quello che – evidentemente, leggendo certi giornali – è il più grave, il più serio, il più urgente di tutti i problemi della città: quello della “movida” (scriviamolo tra virgolette, perché chiamare movida quei quattro gatti che girano per tre locali sembra un po’ eccessivo).
L’idea sarebbe quella di dare vita ad una maxi Ztl notturna, attiva dalle 22.30 alle 5, con le porte telematiche accese sette giorni su sette. Un piano elaborato dall’ufficio traffico di Palazzo Vecchio, che dovrebbe contrastare il viavai notturno di giovani e meno giovani che disturbano il meritato sonno dei poveri residenti del centro.
Nel caso in cui il “piano anti movida” scattasse davvero, in piazza Ferrucci e piazza Piave il Comune installerà due nuove porte telematiche aggiuntive. Questo dovrebbe, in teoria, costringere i locali a non concentrarsi in due sole zone del centro, ma a distribuirsi in maniera più omogenea all’interno e nel perimetro della zona Ztl.
I commercianti, e gestori dei locali in testa, già tartassati ampiamente negli scorsi mesi da chiusure e provvedimenti di ogni genere, sono già sul piede di guerra, in attesa di capire come si evolveranno le cose. Probabilmente Nardella aspetterà prima di fare mosse troppo clamorose in campagna elettorale, e poi valuterà il da farsi.
La Ztl di Firenze è già una delle più grandi d’Europa: continuando ad allargare i suoi spazi, e a restringere invece i tempi di accesso, il rischio è quello di trasformare il centro in una sorta di Disneyland rinchiusa da un muro di Berlino, mentre i viali ormai diventano sempre più simili ad un grande raccordo autostradale. C’è da scommettere che chi ha voglia di fare due chiacchiere la sera, di ballare, o di bere in birra in compagnia, non si lascerà scoraggiare da così poco. A scoraggiare è altro: finché i trasporti notturni saranno così pochi, e scollegati tra loro, e le piste ciclabili diffuse a macchia di leopardo, finché le linee 2 e 3 della tramvia resteranno un progetto fantascientifico, e il bike sharing un’utopia, sembra che l’unica cosa che ci resti sia andare a piedi. Sì, ma dove?
DANIEL C. MEYER
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