Vogliamo una vita più bella! A Campi Bisenzio tra i lavoratori Mondo Convenienza in sciopero 

Mondo Convenienza

Dopo la vertenza ex-GKN, Campi Bisenzio è ancora al centro dell’attenzione in tema lavoro. Questa volta la lotta è dei lavoratori per Mondo Convenienza, il noto marchio di arredamenti che si avvale in appalto di ditte con regolamenti in deroga a tutte le normative sul lavoro.

Il 13 giugno scorso la polizia in assetto antisommossa reprime gli operai in sciopero da 15 giorni fuori i magazzini di RL2 Srl a Campi Bisenzio, la ditta che opera in appalto per Mondo Convenienza. Le forze dell’ordine manganellano i lavoratori, relegandoli in un angolo alle spalle della camionetta. Tale operazione è resa possibile dall’ampio dispiegamento di celerini che si scagliano contro sindacalisti e operai per permettere il passaggio dei camion della ditta che, da quando è iniziato lo sciopero, sono rimasti bloccati all’interno dello stabilimento. Queste sono le immagini che si vedono in uno dei video divenuti il simbolo della repressione ai danni degli operai. 

Ma facciamo un passo indietro.

Il 30 maggio è iniziata la vertenza dei lavoratori dello stabilimento di Campi Bisenzio che, sostenuti dal sindacato Si Cobas di Prato e Firenze, si oppongono ai salari da fame e ai turni di lavoro da 10 ore al giorno.  L’azienda, ormai da anni, era solita adottare contratti di pulizia e multiservizi invece di quelli appositi per la logistica, ingabbiando i lavoratori in un meccanismo di appalti e subappalti volti a precarizzare la vita dei dipendenti. 

Vogliamo una vita più bella”, recita uno striscione presente fuori al magazzino.

L’estate è ormai giunta al termine. Il torrido caldo di giugno sembra ormai un lontano ricordo. Al picchetto gli operai iniziano ad allestire i tendoni che li proteggeranno dalla pioggia e dal vento. Via Gattinella vede un via vai di persone che, in nome della solidarietà, portano beni di prima necessità ai lavoratori in sciopero. Questi 120 giorni di lotta sono stati segnati da molteplici eventi che testimoniano il livello di conflitto che si respira ai cancelli dello stabilimento. 

Divenne virale, ad esempio, un video che ritraeva un dirigente dell’azienda intento a forzare il picchetto degli operai con un camion pur di fare uscire la merce dal magazzino. A seguito di tale intervento tre scioperanti riportarono gravi ferite. Tra loro c’era Mohammed, operaio a RL2 da 3 anni, anche lui sottoposto a condizioni di sfruttamento e orari massacranti. Malgrado l’incidente, Mohammed tornò subito al presidio, con una gamba fasciata e la voce rotta dall’indignazione, raccontandoci che “quel pomeriggio, quando la polizia andò via, uno dei dirigenti voleva uscire con il camion e non si fece problemi: mi passò sulla gamba e mi risvegliai al pronto soccorso”.

Vi è però un aspetto inedito che caratterizza questa vertenza e che risiede nella strategia comunicativa e mediatica adottata da Mondo Convenienza. L’azienda, infatti, ha stipulato accordi con diversi influencer e TikTokers al fine di promuovere un’apposita sigla e un balletto finalizzati a divenire virali sui social. 

Tale operazione unisce, da un lato, la necessità di elaborare una versione ripulita dell’azienda agli occhi dell’opinione pubblica e, dall’altro, l’urgenza di collocare in secondo piano le critiche relative all’atteggiamento repressivo adottato da quest’ultima. Sulle note della canzone molti influencer sperimentano nuove mosse, arricchiscono le performance con effetti stravaganti e meme, contribuendo a promuovere una strategia volta ad oscurare le rivendicazioni che gli operai cercano di avanzare ormai da mesi in molti stabilimenti su tutto il territorio nazionale.

Per comprendere lo stato attuale della vertenza FUL ha posto alcune domande a Francesca Ciuffi, sindacalista Si Cobas, che dal primo giorno ha vissuto tutto questo in prima linea.

A quali condizioni erano sottoposti gli operai e quali sono le loro rivendicazioni?

Per Mondo Convenienza prima dello sciopero si lavorava tra le 10 e le 14 ore al giorno per 6 giorni su 7. Le paghe base erano quelle del contratto nazionale multiservizi: per i facchini parliamo di 1.080 euro lordi al mese. Il contratto adeguato dovrebbe invece essere quello della logistica. C’è un fatto molto simpatico a questo proposito: su tutte le magliette che erano tenuti ad indossare c’era la scritta “logistica”, pur essendo inquadrati come multiservizi.

Tali condizioni erano previste da un regolamento aziendale. Trattasi di un finto contratto nazionale in quanto scritto e firmato dall’azienda stessa. La questione più importante di tale regolamento concerne la questione delle “trasferte”. Mi spiego meglio: visto che la paga base del multiservizi è molto bassa, vengono integrate da quest’ultima. Trattasi di un istituto del tutto esentasse ed esencontributi: una sorta di “nero”. La trasferta, nel regolamento in questione, aveva la funzione di essere mensile. Di solito tale istituto è una sorta di rimborso. Se un lavoratore un giorno esce dal posto di lavoro riceve un rimborso relativo a quella giornata. A Mondo Convenienza, invece, se il lavoratore non lavorava almeno 22 giorni al mese gli veniva tolta la trasferta anche dei giorni in cui aveva lavorato. Questo vuol dire che un lavoratore si trova costretto a non fare malattia, infortuni, non prendere ferie e lavorare anche di sabato, altrimenti non riesce a raggiungere questa soglia e perde una quota equivalente a ⅓ del salario. Si tratta di un vero e proprio ricatto che costringe i lavoratori a rinunciare alle ferie, alle malattie e a non opporsi agli orari di lavoro. 

Venendo alle rivendicazioni dello sciopero, possiamo riassumerle così: applicazione del contratto nazionale della logistica, inserimento del marcatempo in azienda (poiché fino ad ora gli straordinari non venivano retribuiti), l’abolizione del regolamento aziendale e con esso la trasferta giornaliera. Vi è poi un ultimo punto: la revoca dei licenziamenti. Durante lo sciopero 25 lavoratori sono stati licenziati mediante lettere disciplinari. 

Queste rivendicazioni hanno trovato risoluzione con il recente tavolo che ha coinvolto anche i sindacati confederali? 

Precisiamo intanto che questo tavolo è fatto sulle teste dei lavoratori. Nessuno, fino ad ora, è mai venuto a parlare con loro. Per ora parlano solo i comunicati dei sindacati confederali che dicono che è in corso una trattativa per l’applicazione del contratto della logistica. Ma, di fatto, sono parole. Finché non si vedranno dei cambiamenti concreti lo sciopero andrà avanti.

Sono previste mobilitazioni per il futuro?

Nei prossimi giorni ci muoveremo con altre iniziative. Noi crediamo che in tale momento sia importante portare avanti una mobilitazione di tutta la filiera. Nelle prossime settimane lavoreremo per un’estensione degli scioperi in tutti i magazzini in cui ci sono lavoratori sindacalizzati. Alla luce del tavolo con i sindacati confederali è chiaro che più tavoli non servono a molto se non ci sono più scioperi. 

Reportage e intervista a cura di Lorenzo Villani

Foto per gentile concessione di ©Sofia Bani