Il tanto commentato Referendum è ormai (finalmente) alle porte ed ogni mezzo di comunicazione che i nostri sensi possono percepire è stato invaso dalle motivazioni dell’una o dell’altra sponda. Per fortuna ci ha pensato “Lapo” a distrarci per qualche ora dalla concitata fase che scandirà domenica il verdetto. Per metterci anche noi lo “zampino” abbiamo realizzato un’intervista specchio ad Irene Galletti, consigliera regionale M5S, e ad Andrea Vannucci, assessore allo sport del Comune di Firenze.
Se siete tra quelli ancora indecisi, non pensiamo affatto di potervi aiutare nella scelta, perché a delle stesse domande le risposte dei due intervistati sono totalmente differenti.
Enjoy it.
1) In pochissime parole un quadro generale ad oggi della situazione economico sociale dell’Italia.
PD – I dati ci dicono che l’Italia va meglio. Resta ancora molto da fare ma, come si direbbe nel ciclismo, abbiamo recuperato il gruppo. Il 2016 che si chiuderà meglio del 2015, che a sua volta si era chiuso meglio del 2014 con una crescita acquisita positiva. Sono stati recuperati 585mila posti di lavoro, mentre export e mutui sono in ripresa oltre le previsioni. Certo, non basta. Il lavoro da fare è ancora tanto.
M5S – E’ un quadro a tinte cupe, se lo ripuliamo dalle mistificazioni di questo (e dei precedenti) governi: le diseguaglianze sociali crescono a vista d’occhio insieme alla disoccupazione, in un quadro occupazionale sempre più precario, a garanzie decrescenti invece che crescenti, con buona page dell’articolo 18; la sanità sempre più in mano dei privati e tagli continui al settore pubblico.
2) Una riforma della costituzione è quello che serve all’Italia?
PD: Sì. L’Italia deve cambiare, è un paese davvero troppo complicato. Nella complicazione non c’è garanzia prima di tutto per il cittadino che ha diritto a risposte chiare. Ecco perché è necessario riformare la Costituzione e dare al Paese un sistema più semplice di quello attuale, non possiamo rimanere ostaggio dei soliti noti e della solita palude che ha bloccato la crescita negli ultimi 20 anni..
M5S: No, semmai è quello che serve all’UE e alle grandi società finanziarie (le stesse che stanno causando sfaceli negli USA, per intenderci) per avere il pieno controllo anche dell’Italia. Un documento della JP Morgan del maggio 2013 parla chiaro: le Carte costituzionali nate al termine delle dittature sono un ostacolo per il sitema finanziario, a cui interessa la governabilità e non la democrazia o i diritti sociali. Come se non fosse bastato l’averci tolto la sovranità monetaria con l’euro-moneta. All’Italia serve rispetto dei diritti sociali, tra cui lavoro e sanità, oltre a un reddito di cittadinanza. Serve sicurezza, un vero diritto all’istruzione per tutti all’interno di scuole sicure, diritto a un’ambiente salubre, insomma tutto quello che già è sancito nella nostra Costituzione. Per rendere questi diritti effettivi servono buone leggi e il loro rispetto, è vergognoso che imbroglino così i cittadini facendo loro credere che per avere tutto questo serva questa brutta riforma.
3) Con la riforma saranno ridotti i costi della politica?
PD: Decisamente. Anche in questa strana campagna in cui è stato detto di tutto questo è un punto innegabile, al limite si è discusso del “quanto”, mai del “se”. La riforma permetterà all’Italia di ridurre i costi e i posti dei parlamentari dicendo addio alla classe politica più numerosa e più pagata dell’Occidente, ma anche tagliando i rimborsi ai consiglieri regionali e mettendo la parola fine alla storia di enti inutili come il Cnel.
M5S: Questo è uno dei punti più bassi toccati dalla propaganda del sì: la Boschi ha parlato di quasi 500 milioni di risparmio annui, la Ragioneria Generale di Stato ci ha invece dato ragione: 50 milioni circa l’anno, spiccioli rispetto al bilancio annuale dello Stato. Per intenderci, non avendo accorpato il referendum sulle trivelle del 17 aprile al voto amministrativo, il Governo ha buttato 300 milioni di euro, spreco puro.Dimezzando gli stipendi di tutti i parlamentari, come aveva proposto il M5S, avremmo risparmiato quattro volte tanto.
4) Con il sì le prassi politiche si alleggeriranno?
PD: Sì, a tutti i livelli. Dal sistema di approvazione delle leggi che fa fare a Camera e Senato esattamente la stessa cosa (il che succede solo in Italia), alla fiducia al governo che sarà prerogativa solo della Camera e non più del Senato, fino alle competenze delle Regioni che dovranno smettere con promozioni turistiche e missioni in autonomia, con il superamento della potestà concorrente tra Stato e Regioni che in quindici anni ha creato solo incertezza e confusione. Meno burocrazia significa un Paese più competitivo. L’Italia se lo merita.
M5S: Altra falsità clamorosa: Si aggiungono 10 nuovi percorsi di approvazione di una legge e circa 22 categorie di leggi restano bicamerali, quindi col ping pong. Aumenteranno quindi i rimpalli, oltre agli inevitabili conflitti relativi alla tipologia di proposta di legge, quindi su come debba essere discussa e approvata. E dopo la decentralizzazione delle competenze da Stato a Regioni del 2001 (con la Corte Costituzionale che ha sudato sette camicie per i conflitti di competenze e relative impugnazioni) dopo 15 anni si fa dietrofront e si deve ricominciare daccapo. E il risparmio per il diminuito numero di senatori sarà in gran parte riassorbito dalle spese per le diarie e i rimborsi dei consiglieri e sindaci part_time, che certo non si sposteranno pagando di propria tasca i viaggi e pernottamenti. E poi mi parlano di governabilità…
5) Tanta concitazione, ma si sta parlando di un referendum e come dice Crozza ne abbiamo fatti a centinaia.. se vince il No ci saranno delle nuove elezioni?
PD: Nel merito son convinto non ci sia partita, ma i leader del fronte del No usano l’appuntamento del 4 dicembre per tentare la spallata al governo. Ecco perché da Berlusconi a D’Alema, da Monti a De Mita, da Dini a Cirino Pomicino fino a Brunetta, Grillo e Gasparri stanno tutti insieme in un fronte unico d’accordo solo sull’essere contrari. Il dopo-voto, in caso di vittoria del no, lascerebbe spazio ad un governo tecnico. E non è quello che serve all’Italia che ha bisogno di fare scelte importanti, scelte che spettano alla politica.
M5S: Il M5S chiederà sicuramente al Colle le dimissioni di Renzi. Forse le elezioni saranno precedute da un governo tecnico, ma non cambia la sostanza: dobbiamo andare alle elezioni prima possibile, e portare in salvo la Repubblica dalla deriva in cui ci hanno trascinato i governi del Patto del Nazareno.
6) Quali sono le bufale che racconterà l’altro? ovvero le cose che spacciano per vere ma che non succederanno al verificarsi della vittoria del si o del no?
PD: La principale è senza dubbio quella della cosiddetta ‘deriva autoritaria’ di chi dice che questa riforma aumenta i poteri del premier. È falso. Questa riforma non tocca in alcun modo i poteri del presidente del Consiglio. Un’altra bufala riguarda l’elezione del presidente della Repubblica e dei giudici costituzionali : secondo i sostenitori del No, dopo la riforma, verrebbero eletti dalla sola maggioranza. Anche questo è falso la maggioranza minima per eleggere il presidente sarà tre quinti dei votanti; quella per eleggere un giudice costituzionale, i tre quinti dei componenti.
M5S: L’elenco delle bufale del si va aggiornato con nuovi capitoli a ogni rassegna stampa quotidiana. Le ultime in ordine di tempo sono la strumentalizzazione dei malati di cancro e dei bambini diabetici, che miracolosamente riceverebbero maggiori e migliori cure col sì alla riforma! Poi è ritornato in campo lo spread (pochissimi sanno esattamente cosa sia ma tutti lo temono) che salirebbe vertiginosamente causando non si sa bene cosa, ma abbiamo anche sentito dire che la riforma servirebbe ad aumentare la sicurezza del Paese contro la minaccia del terrorismo; immagino che concedere l’uso della base militare di Sigonella agli USA per gli interventi in Libia facesse parte della stessa geniale strategia…
Non basta già questo ridicolo teatrino mediatico a convincere un elettore che lo stanno raggirando?
7) Dopo la Brexit – Trump, dove sta andando il progetto di globalizzazione della politica?
PD: È molto difficile fare valutazioni, sono situazioni molto diverse a secondo alcuni in entrambi i casi si tratta di un voto anti establishment e di cambiamento. In ogni caso, non penso ci siano elementi di particolare collegamento tra Brexit, elezioni americane e referendum italiano.
M5S: La Brexit è stata un’altra ipotetica catastrofe planetaria mai avvenuta, in realtà i britannici hanno recuperato appieno il potere di decidere per il loro Paese senza ingerenza indisiderate e dannose; ma in realtà il Regno Unito è sempre stato con un piede fuori dall’UE, ed è stata la sua salvezza, insieme al mantenimento della sovranità monetaria. E adesso vediamo come si muoverà Trump, se farà quanto sostenuto in campagna elettorale o meno intanto. Nel frattempo pensiamo alla nostra realtà interna, perchè nella politica globalizzata essere un vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro ci porterà a danni ancora maggiori di quelli subiti finora.
8) Perché votare Sì | No
PD: Votate Si, perché questa è la più grande occasione che abbiamo per dare all’Italia un domani. Non ci sarà un’altra riforma, la partita si chiude il 4 dicembre, senza la gara di ritorno. L’Italia deve essere più semplice, la politica italiana deve essere più semplice. Tocca a noi fare in modo che questo succeda.
M5S: Votato No, perché questa riforma è la più grande truffa che ci è stata tesa in questi decenni, e i danni che genererà saranno probabilmente irreversibili. E questo non lo dice solo il M5S, ma i più grandi costituzionalisti italiani.