Diquaddarno, diladdarno

Una passeggiata per Firenze attraverso gli occhi di Pratolini e Carlo Benedetti di con.tempo

Il mondo di Pratolini, ossia Firenze, è semplice. Un quartiere, al massimo un paio. Una città lenta, addormentata nell’interregno fra fascismo e dopoguerra, lontana dal boom economico. E semplici sono le vite dei personaggi che la popolano: giovani lavoratori e lavoratrici, muratori, impagliatrici di sedie. I loro amori, i loro intrighi, la fatica di trovare il proprio posto nel mondo. Questo è il fascino e il limite della scrittura di Pratolini. Ci cattura perché rende Firenze color seppia, con un dialetto ormai quasi scomparso, con i nomi delle vie che riconosciamo. E ci respinge perché forse siamo troppo distanti da quei personaggi, da quelle strade vuote, per crederci del tutto.
La Firenze di Pratolini è quella dei quartieri e se Santa Croce, di qua d’Arno, è lo sfondo de Il quartiere, San Frediano, di là d’Arno, lo è de Le ragazze di San Frediano. Sono entrambi romanzi corali, in cui si raccontano le storie di ragazzi e ragazze che crescono fSchermata 2016-06-02 alle 12.02.15ra guerra e pace. Ma sono anche due spicchi mirabili di una Firenze d’antan. Con un po’ di fortuna, passeggiando in alcuni vicoli, se ne coglie il ricordo. Santa Croce era la propaggine estrema di Firenze, quasi periferia, già campagna in Via Aretina. Da San Frediano si andava in centro solo di domenica, per passeggiare. Il quartiere era il mondo conosciuto.
Sono strade povere, in cui arrivare a fine mese non è mai scontato e il banco dei pegni un’istituzione famigliare a tutti. E allora perché girare oggi, con questi due libriccini in mano, per quelle stesse piazze ci riempie di malinconia? Cos’è che, alzando gli occhi dalla pagina, ci sembra che manchi? Forse, il sentirci a casa in questo centro storico sempre più vuoto e a misura di turismo. Sembra che il cuore di Firenze sia stato scavato via, senza peraltro togliere una pietra, anzi restaurando tutto con buongusto e decoro, e sostituito con vetrine di moda e scarpe. Della vita fatta di fabbri, falegnami, mosaicisti, di Pratolini non rimane quasi nulla. Firenze è diventata una città come tante altre, dove essere di San Frediano non significa più essere comunisti. E dove Santa Croce ospita solo studenti americani a chili e con scadenza trimestrale.
Ma prima di abbandonarci ad un decadentismo di seconda mano, Pratolini ci avverte. Nel finale de Il quartiere, infatti, spiega: «Hai ritrovato diverso il Quartiere. Ma la gente c’è ancora tutta, lo sai». È gente diversa, venuta da lontano. E, nei quartieri appena fuori le mura, costruisce vite felici e tristi. Ancora non ha trovato, come la città, un nuovo Pratolini che ci racconti nuove storie, più complesse, ma non meno belle. Di qua e di là dall’Arno, Firenze rimane e cambia e cresce. E aspetta qualcuno che, raccontandola, ce la faccia vedere di nuovo. •

I libri:
Vasco Pratolini, Il quartiere, BUR Rizzoli, 2012
Vasco Pratolini, Le ragazze di San Frediano, BUR Rizzoli, 2011Schermata 2016-06-02 alle 12.02.35
Testo di Carlo Benedetti / con.tempo

con.tempo è una rivista di narrativa breve inedita. Nata a Firenze, pubblica autori esordienti da tutta Italia, scommettendo tutto sull’attenzione maniacale per il testo, l’editing, la riscrittura. Ogni numero esce in 999 copie numerate e in distribuzione gratuita con illustrazioni originali di giovani artisti e designer. Ogni uscita ha un tema comune che la trasforma in una piccola antologia. Se vi piace l’idea e voleste partecipare o per sostenere il progetto, visitate il sito www.contempo.cc