Alice Corbetta, sperimentazioni e astrazioni materiche

Alice Corbetta artista

FUL è stata ospite dell’artista Alice Corbetta a Montespertoli, che ci ha aperto le porte del suo laboratorio artigianale dove crea pezzi unici d’arredo e sperimentazioni sui materiali.

Dal laboratorio di Alice Corbetta si ha una vista mozzafiato sulle colline di Montespertoli, tra la Valdelsa e il Chianti fiorentino. Campagna a perdita d’occhio e le torri di San Gimignano in lontananza. FUL ha risposto all’invito dell’artista – milanese di nascita, toscana di adozione – di visitare il suo spazio creativo. Alice,  dopo aver studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, negli anni Novanta si era orientata verso il design tessile, collaborando con rinomati marchi dell’industria della moda. Poi la sua carriera è decollata grazie a una serie di incisioni originali realizzate per il libro Lunaria dello scrittore Antonio Mercurio. 

Dopo aver curato per diversi anni collezioni tessuti e di tappeti, nel 2007 Alice si è trasferita in Toscana per condurre una ricerca artistica approfondita sulla superficie e sulla materia, affascinata dalla tradizione artigianale fiorentina. La campagna di Montespertoli le fornisce ispirazione ma anche materia. I suoi lavori sperimentali sono esposti in mostre pubbliche e private e in gallerie d’arte.

Alice Corbetta artista

Alice mi mostra le sue opere, alcune sono ancora in corso d’opera. All’ingresso del laboratorio c’è una sezione di quercia che diventerà un tavolino, ha già subito un primo trattamento con un pigmento di polvere di ferro, poi una resina completerà il lavoro. 

Ha scelto di operare principalmente su supporti di legno, o basi multistrato, sul quale crea stratificazioni materiche che possono essere calce, cemento e lamina d’ottone. E poi aggiungere chissà quali altri elementi di “arte povera” oltre ai pigmenti colorati: lino, juta, o semplici foglie. Durante il processo creativo, la reazione chimica scaturita dall’impiego di agenti ossidanti fa emergere strane sagome, che rimandano idealmente a una presenza. In un quadro che mi fa osservare la reazione dell’ossido ha tirato fuori una figura che ricorda la Sacra Sindone, colpendomi profondamente.

Alice Corbetta artista

Gli effetti di ossidazione vengono realizzati attraverso degli attivatori di origine naturale, come ad esempio l’aceto, decisamente ad azione più lenta di quelli chimici. Quello che l’artista vuole ottenere è infatti un’arte dove lo scorrere del tempo concorre a produrre l’opera, attraverso le piccole ma costanti (e casuali) variazioni che si manifestano per reazione chimica. Sono così lavori che possano contenere nella loro cronologia un po’ del vissuto di chi li ha prodotti. Forse riflette anche la scelta di vivere in un luogo che ha il suo ritmo, quello della campagna toscana, ben lontano dalla frenesia della natia Milano. 

Poi ci sono i lavori per decorare le pareti o le opere di surface design. La tecnica di creare strati di micro cemento, cera e pigmenti crea un effetto tattile e visivo simile a quello degli arazzi.

Alice Corbetta artista

Qui in Toscana Alice ha trovato anche artisti con cui collaborare, alcuni di loro sono gli ultimi depositari di tecniche che un giorno potrebbero andare perdute, come quella degli specchi ossidati. Ad esempio, me ne mostra uno realizzato da un artigiano locale sul quale sta facendo una delle sue sperimentazioni materiche.

Ci salutiamo con una riflessione proprio su come tanti artigiani-artisti di Firenze abbiano contribuito a prolungare il Rinascimento fino ai giorni nostri (cit. Francesca Polizzi).

Purtroppo oggi la città non sa come tutelarli dalle spietate logiche di mercato, osservando inerme le botteghe spinte sempre più ai margini dei percorsi segnati dall’overtourism. Eppure questo territorio ispirerà sempre creativi di ogni dove a venire qui, per a portare avanti le arti che hanno reso grande l’artigianato fiorentino nel mondo. 

www.alicecorbetta.it