Alice Pomiato e la sostenibilità: una scelta di vita per se stessi

Alice Pomiato

Tutto parte dalla consapevolezza delle implicazioni ecologiche ed etiche di ogni nostra azione, dal mangiare la carne alla scelta della banca. Ce lo spiega Alice Pomiato, Green Content Creator ed esperta di sostenibilità.

Viviamo nel secolo del consumismo digitale, del marketing aggressivo e dell’assenza di responsabilità per le implicazioni etiche delle nostre scelte. Un secolo che si riempie la bocca con la sostenibilità ma che molto spesso ne parla male. Questo perché una scelta di vita sostenibile non è un sacrificio imposto dal nostro Pianeta o una minaccia rinfacciata dalle generazioni future.

La sostenibilità è un atto di amore verso se stessi e verso le persone che ci circondano, un modo per vivere meglio e più leggeri, come ci spiega Alice Pomiato, Green Content Creator & Advisor. Nata e vissuta tra Treviso e provincia, Alice ha studiato Comunicazione e iniziato a lavorare come Social Media Strategist. A un certo punto, mettendo in discussione il suo sistema di valori, ha deciso di partire con un biglietto di sola andata per capire chi fosse e chi volesse diventare, nel mondo e per il mondo. 

Dopo aver vissuto tra Australia, Nuova Zelanda, Malesia, Singapore, Indonesia, Cina, Hong Kong, Cambogia, Vietnam e Thailandia, Alice torna in Italia con nuove consapevolezze e dà vita al profilo Instagram Aliceful – Vedere Verde. È qui che inizia a raccontare gli stili di vita etici e sostenibili, coniugando il suo talento digitale al suo amore per la terra e per la vita semplice.

Cosa significa secondo te vivere in modo sostenibile, etico e consapevole? Quanto è soggettivo come stile di vita?

Per me è un invito a vivere leggeri, cercando il più possibile di non lasciare tracce pesanti o violente in questo mondo. Essere più sostenibili richiede in primis di essere coscienti delle nostre scelte e del loro impatto. Insomma, richiede consapevolezza, azione e visione in funzione di questa. Se divento consapevole dell’impatto che ha la plastica monouso, faccio del mio meglio per agire di conseguenza. Se vengo a conoscenza della vita che fanno gli animali per diventare cibo, e degli impatti che questo ha sui lavoratori della filiera, sulla nostra salute e sugli ecosistemi, sarò più propensa a riflettere sulle mie decisioni, per me stessa e per la collettività. Questo discorso lo possiamo fare per qualsiasi settore dal momento che si può essere (più) sostenibili in ogni ambito.

La sostenibilità tocca tutto: chi votiamo, cosa e quanto acquistiamo, cosa decidiamo di mettere nel piatto tre volte al giorno, come ci spostiamo, con che banca investiamo i nostri soldi e a che fornitore di energia ci affidiamo. Non c’è bisogno di aspirare a una fantomatica perfezione o coerenza, ma se tutti facessimo del nostro meglio a livello individuale, collettivo e politico, il mondo diventerebbe sicuramente un luogo più vivibile.

Continuiamo a parlare di “scelte personali” per tantissime cose. Consumare prodotti animali è ancora considerata una scelta personale. Scegliere di acquistare un suv nuovo di zecca, che difficilmente verrà usato fuori dal contesto cittadino, è comunque ancora una scelta personale, e così molto altro. Mi dispiace molto constatare che la maggioranza delle persone continua a non riuscire a vedere oltre il proprio naso e a reputare ogni cosa una mera “decisione personale” che non ha ricadute sugli altri e sull’ambiente.

Non è così, siamo tutti interconnessi, tutto è interconnesso e dovremmo imparare a essere meno individualisti e più connessi, più responsabili e consapevoli del peso delle nostre azioni. Cito da Vegan – Manifesto Filosofico di Leonardo Caffo, filosofo che si occupa della questione animale: «Non c’è nulla di personale in una scelta che ha un impatto negativo sulle vite degli altri e sull’ambiente.

Finché vedremo il progetto di un mondo privo di violenza come un limite alle azioni e non come il disegno di un mondo profondamente diverso, l’argomento edonista per cui “non si può limitare la libertà di scelta”, anche se infondato, continuerà a esercitare il suo fascino apparente. […] Le persone che mangiano animali devono essere pienamente consapevoli di ciò che stanno consumando e quantomeno assumersi la responsabilità delle proprie azioni. […] Il sonno del mondo rispetto alla violenza che esso stesso genera, fino a che punto ha giustificato? Come sarebbe un mondo senza violenza sugli animali?».

Quali sono, secondo te, i 5 consigli green da diffondere con più urgenza?

Primo. Mettete tutto in dubbio: abbandonate l’idea (filosoficamente fallace per definizione) che se si è sempre agito in un certo modo, ci saranno delle buone ragioni. Siete responsabili anche voi del mondo in cui volete vivere.

Secondo. So che quando si pensa ad uno stile di vita più sostenibile si tendono a vedere limiti ovunque. Ma non siamo qui a promuovere privazioni, bensì aperture, perché nel suo presunto negativo c’è solo del positivo. Dove vediamo un limite, si aprono nuove possibilità. Possibilità di una vita più leggera, salubre, vivibile per tutti.

Terzo. Abbracciate un’alimentazione più vegetale, provateci, buttatevi. Farà bene al vostro corpo e alla vostra mente, agli animali e all’ambiente. Abbiamo tutti da guadagnarci.

Quarto. Scegliete una banca etica. In Italia ne abbiamo solo una, non sarà difficile. Le banche etiche competono con le banche tradizionali attraverso l’utilizzo dell’etica come fattore distintivo. Cosa significa questo? Valutano i finanziamenti da erogare in base a precisi standard di “rating etico” perché l’impatto sociale e ambientale sono i fattori centrali in ogni decisione. Per statuto non investono nelle fonti fossili, nelle armi, nel gioco d’azzardo, in stati e aziende irresponsabili, e in tutta una serie di settori che sono altamente pericolosi, primo su tutti il settore della finanza speculativa. Inoltre, dedicano almeno il 20% del proprio portafoglio crediti a organizzazioni senza scopo di lucro o a imprese sociali. Insomma, lavorano sull’economia reale per creare un mondo più vivibile.

Quinto. Scegliete con cura un fornitore elettrico di energia che si alimenti principalmente da fonti rinnovabili e fate caso ai vostri consumi giornalieri. Più risparmio significa meno emissioni e più liquidità da utilizzare per cose che amate.

Perché hai scelto il suffisso –ful (che noi adoriamo)?

@aliceful è nato nel 2012. Infatti, il mio profilo IG è stato per tanto tempo il mio profilo personale. Avevo scelto questo nome perché cercavo un modo immediato di descrivermi, ma non lo trovavo. Non è possibile raccontare le diverse forme e sfaccettature di ognuno di noi con un unico termine ed era limitante scegliere un solo aggettivo che mi potesse rappresentare. Quindi ho deciso di utilizzare il mio nome, Alice, e aggiungerci il suffisso –ful per racchiudere in un’unica parola tutto quello che sento di essere (e della versione migliore di me stessa che potrei diventare): bountiful (generoso), artful (furbo), dutiful (rispettoso), wonderful (magnifico, meraviglioso), careful, joyful, liveful, cheerful, grateful, powerful, thoughtful, meaningful, successful, flavourful, helpful, thankful, heartful.