L'Armonia: il terzo ciclo delle residenze d'artista di Manifattura Tabacchi

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Dopo ​La cura e ​La meraviglia​, è partita L’armonia,​ il terzo e ultimo capitolo del programma triennale di Residenze d’artista di Manifattura Tabacchi a cura di Sergio Risaliti.

Anche quest’anno Manifattura Tabacchi ospita in residenza, in spazi appositamente recuperati, sei giovani artisti selezionati mediante una open call, attraverso il network di artisti e di Accademia di Belle Arti Italiane in un progetto realizzato nell’ambito del programma sperimentale e multidisciplinare dell’arte in Manifattura Tabacchi, NAM – Not A Museum, quella che Tomaso Sacchi, assessore alla cultura, moda e design ha definito una famiglia culturale, luogo della contemporaneità, “stazione creativa” che funge da acceleratore di processi creativi.

I protagonisti di quest’anno

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Ph by Alessandro Fibbi

I protagonisti di quest’anno Ludovica Anversa, Ambra Castagnetti, Diana De Luca, Chiara Gambirasio, Nicola Ghirardelli e Max Mondini avranno la possibilità di interagire con gli spazi della ex-fabbrica, lavorando all’interno di atelier appositamente realizzati e di confrontarsi periodicamente con artisti, curatori, critici invitati a tenere brevi workshop come Francesca Banchelli, Cesare Viel, Rebecca Moccia, Marinella Senatore, Masbedo e Patrick Tuttofuoco. Allo stesso tempo potranno interagire con il quartiere e con un pubblico nazionale e internazionale attraverso attività dedicate alle pratiche artistiche, alle visite mirate a collezioni d’arte, luoghi di produzione artigianale, aziende e musei della città di Firenze e del territorio toscano.

Ad affiancarli lungo tutto il loro percorso Paolo Parisi, artista e docente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e tutor delle residenze e Sergio Risaliti, curatore di un progetto il cui merito è di dare un segnale forte che Firenze è attiva anche nel campo dell’arte contemporanea. Per questo la presenza degli artisti è fondamentale secondo lo stesso curatore del progetto, che ha parlato di quest’ultimi come del sangue vivo in un corpo che fino a tre anni fa era ibernato.

Obiettivo finale per ciascun artista in residenza sarà lo sviluppo di un progetto individuale e sei opere collettive che vanno via via a prendere posto all’interno della struttura di Manifattura. Come ogni anno, i lavori realizzati dagli artisti nel corso della Residenza confluiranno all’interno di una mostra finale, che quest’anno sarà all’insegna della sperimentazione e spazierà tra fotografia, pittura, disegno, scultura, installazioni e video.

La terza edizione: L’Armonia

Dopo La cura e La meraviglia, il tema alla base del confronto per i sei artisti in residenza sarà per quest’edizione L’armonia, intesa come esito finale di ogni processo creativo e spirituale per una possibile riconquista dell’equilibrio natura-uomo, uomo-ambiente, dell’uomo con il fare e il pensare, con il suo io profondo e nelle relazioni con gli altri e i diversi.

“L’armonia è una parola magica, connessa da sempre alla sfera dell’arte, in compagnia di bellezza e perfezione. Per primi furono i Pitagorici a parlare di armonia. Essi non usavano la parola bellezza, quanto piuttosto armonia, un termine inventato quasi sicuramente in quella scuola filosofico-matematica. Da Platone in poi, per tutto il medioevo e il rinascimento, con armonia si intende ancora un accordo proporzionato, una concordanza misurata di parti e qualità diverse, una costante cosmica che permea tutto e che è la chiave di comprensione della bellezza, utile al raggiungimento della perfezione nelle opere artistiche e architettoniche, in quelle musicali e poetiche, persino nella politica e nell’educazione.”

Tematica quella dell’armonia che assume una chiave di lettura nuova alla luce dei recenti avvenimenti pandemici, che non potevano essere previsti tre anni fa quando furono stabilite le tematiche per il ciclo triennale di residenze, ma che proprio per questo dev’essere ancor più di stimolo per far riflettere gli artisti, e di conseguenza noi tutti, sul senso di un concetto che rischia di perdere il suo significato in uno scenario planetario sempre più dispotico e di entropia accelerata.

Allo stesso tempo per Firenze l’armonia dev’essere in questo momento più che mai quella di un nuovo Rinascimento, quella di una città-laboratorio, fucina di artisti e artigianato. Le residenze assumono quest’anno dunque anche una mission neo-umanistica finalizzata alla creazione di vere opere d’arte o opere funzionali, come già successo durante God is green, il festival sulla sostenibilità ambientale di Manifattura, per il quale gli artisti in residenza hanno realizzato sei manifesti che sono vere e proprie opere d’arte.

Un laboratorio della creatività diffusa su tutti i livelli dunque, di cui non vediamo l’ora di osservare gli esiti e gli effetti.

Ph di copertina Giovanni savi