I Jaspers, la rock band milanese in maschera conosciuta nell’underground e nel mainstream tramite il programma TV Quelli che il calcio in onda su Rai 2, è tornata con il nuovo singolo Dante, dal 17 giugno in radio ed è possibile ascoltarlo a questo link su tutte le piattaforme digitali.
Il nuovo brano, scritto e prodotto da loro – segue il precedente singolo Rockstar rilasciato quest’anno – anticipa l’arrivo di un album a cui la band sta lavorando con entusiasmo e che uscirà per Be NEXT Music/ Sony Music Italy.
I Jaspers (Fabrizio Bertoli – voce, Erik Donatini – basso elettrico, Eros Pistoia – chitarre, Francesco Sgarbi – tastiere, Giuseppe Ferdinando Zito – voce) esplorano molte sonorità, da quelle più vicine al rock classico a quelle più sperimentali con sintetizzatori analogici e uno special che è il marchio di fabbrica della band e ne ha caratterizzato il lavoro fatto finora. I Jaspers sono stati spesso associati per originalità a un’altra band milanese: i mitici Elio e le Storie Tese. E in questa assenza di “etichette” hanno pure proposto videoclip ironici e intelligenti. Di passaggio a Firenze, è stata l’occasione per FUL di un’incontro-intervista con la band al completo.
Com’è nato il vostro ultimo singolo, Dante?
Eros Pistoia – <<Dante è nato durante il periodo del lockdown, dove abbiamo dato spunto a nuove idee. Finito il periodo di isolamento, quando ci siamo finalmente rivisti, ognuno di noi ha proposto nuove idee e brani per il nuovo album. In particolare Francesco ha proposto questa canzone di cui ci siamo innamorati immediatamente, soprattutto del testo>>.
Avete accennato al lockdown, quanto ha influito la pandemia sul vostro lavoro?
Erik Donatini – <<Questo periodo storico ha rivoluzionato il nostro modo di lavorare. Fino ad allora i Jaspers provavano insieme tutti i brani, la pandemia ci ha costretto ognuno – “in smart working” – a vedere fino dove si poteva spingere da solo su un pezzo. Si è rivelato un metodo molto utile e in questo la tecnologia oggi ci viene incontro, velocizzando il processo nelle preproduzioni, permettendoci di lavorandoci anche a distanza, ma con la stessa cura nei dettagli>>.
Tornando alla canzone Dante, cosa rappresenta per voi questo brano?
Fabrizio Bertoli – <<Sia Dante che gli altri ultimi brani rappresentano una rinascita del progetto Jaspers. Per il terzo album siamo tornati all’origine, gestendo interamente la scrittura e la produzione secondo la nostra esclusiva idea artistica. Non ci facciamo più guidare da idee di terzi che non fanno parte della band>>.
Erik – <<Dopo la pandemia ci siamo detti: “adesso facciamo tutta la creazione artistica internamente e vediamo cosa siamo capaci di ottenere”. Ci prendiamo questo rischio, o vinciamo o cadiamo da soli. Ma abbiamo deciso di metterci in gioco sotto ogni punto di vista, siamo noi cinque e andiamo avanti con la possibilità di esprimerci al 100% in piena libertà. Ovviamente, per precisare, la post-produzione non possiamo farla tutta noi – noi arriviamo con la pre-produzione – come il videoclip non possiamo girarlo da soli, però il controllo e la scelta di quello che ci piace e quello che non ci piace è in capo a noi. Per noi è importante che il marchio di fabbrica “Jaspers” sia riconoscibile sempre>>.
Come funziona questo processo?
Giuseppe Zito – <<Con la fiducia. Nel tempo siamo cresciuti molto in primis come persone, ognuno di noi ha adesso la maturità di fare un passo indietro quando vede che la sua idea si discosta da quella di tutti gli altri. Perché il progetto viene prima del singolo componente della band, questa è la nostra sinergia>>.
Quali sono le somiglianze e le differenze con l’altro singolo uscito quest’anno, Rockstar?
Francesco Sgarbi – <<Non ci sono collegamenti, i nostri pezzi sono tutti molto eterogenei tra di loro, alla base perché – sopra il “cuore rock” di ciascuno – abbiamo influenze diverse. E quindi nascono brani agli antipodi, come appunto Rockstar eDante. Se il primo singolo è un pezzo quasi hard rock, il secondo si avvicina alla tradizione della canzone popolare italiana, con un tocco di elettronica che rende riconoscibile lo stile Jaspers>>.
Fabrizio – <<Chiaramente è la dimensione live il sunto di tutto. Quando il pubblico viene a vedere lo show tutto ha una logica. Non è tanto la musica che collega la band ma la band che collega i brani, nel concerto arrangiamo anche delle cover di canzoni che ci piacciono, ma comunque siamo sempre “credibili” nella nostra teatralità. L’effetto sorpresa è l’aspetto che ci appartiene!>>
Come vi aspettate reagirà il pubblico con il vostro ultimo lavoro?
Eros – <<Pensiamo che reagirà bene e non vediamo l’ora di suonarlo ovunque! Avere un pubblico entusiasta durante il live è proprio quello che ci da la carica e l’energia di andare avanti e migliorarne ogni aspetto. Il nostro punto di forza, ci dicono, è che riusciamo ad abbattere quella “barriera” che c’è tra chi è sul palco e chi in platea. È molto emozionante quando riceviamo tanti riscontri positivi a fine show e ne siamo veramente felici e grati>>!
Francesco – <<Il pubblico è parte dello spettacolo e la dimensione live è importantissima per come siamo. Anche le esibizioni a Quelli che il calcio sono state importanti per crescere. Non avevamo ovviamente totale libertà creativa, ma abbiamo imparato molto nel contesto della diretta televisiva>>.
Ecco a questo punto devo chiedervi che tipo di esperienza è stata quella come resident band in RAI dal 2017 al 2021?
Erik – <<Un’occasione che ci è capitata e penso sfruttata bene, non solo per la notorietà di ritorno dal partecipare a un programma famoso come Quelli che il calcio, quanto al consolidamento della band. In quel contesto dovevamo preparare brani e arrangiamenti molto velocemente, sulle esigenze dei tempi televisivi, che per un musicista significa essere pronto in pochi secondi e dare il massimo nel poco spazio a disposizione.
Suonavamo per brevi stacchi di 40 secondi e brani interi durante le parodie insieme a Luca & Paolo. Ovvero, non c’erano i margini di errore di un concerto e dal punto di vista del “mestiere” siamo cresciuti tantissimo. Poi il fatto di avere la registrazione della puntata ci ha permesso di risentirci e capire i correttivi da apportare. In generale bisogna dire che è stato un onore, considerando che anche le sigle del programma erano nostri pezzi>>.
Avete girato tutto il videoclip di Dante a Firenze. A cosa si deve la scelta della città?
Francesco – il brano parla di una storia d’amore finita male e la persona che è stata lasciata ne soffre e dice nel ritornello “voglio che Dante ti porti con sé, scriva un girone tutto per te”. Quindi l’idea di girare il videoclip nella città del sommo poeta ci sembrava il collegamento naturale, unendone la nostra parte ironica.
Erik – Abbiamo sempre girato i nostri video a Milano ma Dante Alighieri nell’immaginario è associato a Firenze, così volevamo che rimanesse qualcosa legato alla vostra città. Ed eccoci in piazza Santa Croce vestiti con il classico abito in velluto rosso proprio come lui viene sempre rappresentato!
Per le riprese del video, la copertina e le foto sul set i Jaspers hanno scelto un team tutto fiorentino e tutto al femminile: la regista Simona De Simone, la filmaker Sofia Quercetti, la loro fotografa ufficiale Chiara Sardelli, la stylist che ha creato i costumi Sara Pellegrini e la make-up artist Caterina Zurlo.
FUL ringrazia per la collaborazione Andrea Pratesi e Federica Tantulli di Dophix guitar effects.
Cover e foto: © Chiara Sardelli