Tenetevi forte, arrivano gli Ejent

Ejent by Francesco Tomè

Agli albori di una carriera artistica molto promettente, questa band tutta fiorentina sta conquistando una vittoria dopo l’altra nei contest dedicati ai gruppi emergenti. Non ultima quella di “Emergenza Live Music 2024” ai Magazzini Generali di Milano. Intervista esclusiva per FUL.

Sono giovanissimi, sono amici molto affiatati e fino allo scorso anno frequentavano lo stesso liceo. Si sono infatti formati al Dante di Firenze (il famoso liceo che dal 2018 ha ampliato la sua offerta formativa con percorsi di studi sui linguaggi musicali) ma alcuni di loro hanno la passione per la musica nel DNA, in quanto figli di musicisti, altri invece hanno iniziato a suonare uno strumento fin da piccoli. Stiamo parlando degli Ejent una band che, con cauta determinazione, si sta affacciando nel panorama musicale dei gruppi emergenti.

Ve li presentiamo in questa prima intervista che hanno concesso a FUL: Edoardo Nativi è la voce del gruppo e l’autore dei testi, John Giordano è alle tastiere, Enrico Magrini alla batteria, Niccolò Agresti alla chitarra e Tommaso Bongini al basso. Ecco spiegato il nome “EJENT” non altro che un acronimo delle iniziali dei loro nomi; apparentemente potrebbe sembrare un non sense per appellare la band, poi aggiungono coralmente con fierezza: «ma il senso glielo diamo noi!».

Quando è nato il vostro gruppo?

Più o meno tra gennaio e febbraio del 2023 dopo che Edoardo voleva provare a mettere in musica alcuni testi che aveva scritto. Una volta individuati, tra i vari compagni di studi, i componenti per una ipotetica band, sono iniziate le prove: da lì non ci siamo più fermati.

Vi siete ispirati a qualche complesso musicale già esistente, a un genere in particolare, o vi sentite unici?

Di sicuro abbiamo molte influenze Pop, anzi Pop-Rock della fine degli anni ’90 primi 2000. Questo in linea di massima, poi ognuno di noi si è ispirato a una determinata tipologia musicale. Per esempio, il chitarrista, predilige il Rock e non solo (è un vero “tuttologo”), mentre il bassista e il batterista sono più sul Pop, il pianista spazia dal Blues al Folk ed anche la “voce” è Pop. Unendo i nostri stili abbiamo dato vita ad un genere davvero unico, che è solo nostro. Tra l’altro il Pop oggi non viene più molto suonato, soprattutto qui in Italia… Quindi sì, ci sentiamo unici perché comunque a proporre questo sound siamo davvero pochi. Possiamo dire di essere molto fieri del lavoro fatto anche solo fino qui. È un percorso appena all’inizio, ma ci sentiamo forti in quanto molto affiatati tra noi e ne siamo felici.

Ejent by Francesco Tomè

Pensate di piacere per il vostro stile musicale o per l’aspetto da bravi ragazzi?

Noi ci auguriamo di piacere per i brani che proponiamo e poi, almeno così ci dicono, la nostra forza sta nell’energia che trasmettiamo durante i concerti. Vorremmo poter sempre entusiasmare il pubblico, comunicare emozioni, sia con la musica che visivamente con le nostre performance, che poi alla fine sul palco ci divertiamo. Crediamo molto nel progetto Ejent, per noi salire sul palco è come entrare in ufficio: ci mettiamo tutto l’impegno e tanta professionalità. Vorremmo insomma “vivere di musica”.

Cosa vi differenzia dalle altre band?

Sicuramente abbiamo un sound più ricercato rispetto a quello che si sente oggi che è quasi esclusivamente elettronico. È una sonorità su cui stiamo lavorando, in evoluzione continua, in cui mescoliamo le rispettive influenze musicali per arrivare a identificarci nel vastissimo panorama musicale.

E tu Edoardo a cosa ti ispiri per comporre i testi delle canzoni?

Sono molto influenzato da Siddharta! No, scherzo… sicuramente dall’euforia dei miei diciannove anni, ma anche dalle pressioni del presente. È il momento in cui devi decidere cosa vuoi fare nella vita, la strada da prendere. Tutti che ti stanno addosso e ti chiedono “cosa fai?” oppure ti dicono “cosa devi fare”… queste sono le sensazioni e i sentimenti che trasferisco nelle canzoni. Alla nostra età vorremmo solamente fare festa, invece bisogna iniziare a prendere decisioni importanti per costruire un futuro. Siamo tutti sempre sopraffatti da tanti pensieri, per cui, con i brani che proponiamocerco/cerchiamo di trasmettere spensieratezza e di creare un momento di svago a chi viene ai nostri concerti.

Ejent by Francesco Tomè

Avete mai pensato di inserire un elemento femminile, una musicista, come una “Victoria” dei Måneskin?

Se si fosse proposta una brava strumentista l’avremmo accolta, ma ci siamo ritrovati solo noi. Alla fine non è stata quella la ricerca. La musicista nella band fa molto mainstream, ma a noi non ce ne importa un granché. Al momento di iniziare questa avventura eravamo noi cinque amici e così abbiamo proseguito; se con noi ci fosse stata una ragazza sarebbe stato irrilevante.

Avete una base dove trovarvi, una sorta di cantina come avevano, ad esempio, i fiorentini Litfiba, quando all’inizio si chiamavano “Mugnion’s rock”?

Al momento, per testare nuovi arrangiamenti e provare le giuste composizioni musicali, ci troviamo nelle sale prova a pagamento perché non abbiamo una nostra sede, ma la stiamo cercando; non più di due o tre volte a settimana però, considerando che John e Niccolò, sono ancora al liceo, Enrico frequenta il conservatorio Boccherini di Lucca, Edoardo studia Scienze dell’Educazione all’università di Firenze e Tommaso a settembre inizierà “Project Management dello spettacolo e di eventi culturali” sempre all’Ateneo fiorentino. Vorremmo sottolineare che le nostre famiglie ci hanno sempre sostenuto e incoraggiato fin dall’inizio e sono spesso presenti ai concerti: insomma, un bel clima in cui crescere!

Ejent by Francesco Tomè

Dopo esservi aggiudicati la vittoria regionale di “Emergenza Live Contest”, l’importante competizione che dal 1992 organizza l’omonimo concorso internazionale di musica dal vivo dedicato ai musicisti emergenti, la scorsa settimana avete stravinto anche alla Finale Nazionale che si è tenuta ai Magazzini Generali di Milano. Adesso rappresenterete l’Italia al “Taubertal Festival” di Rothenburg in Germania. Ve lo immaginavate tutto questo successo?

In effetti stiamo vivendo giorni incredibili, di incontenibile euforia e sinceramente non ci aspettavamo di vincere anche a Milano. Il nostro percorso è iniziato solamente lo scorso anno sfruttando ogni occasione per metterci alla prova di fronte al pubblico. Per questo abbiamo iniziato a partecipare a varie selezioni, poi è arrivata la nostra prima vittoria al Settembre Pratese: da lì in poi non ci siamo più fermati. Quest’anno stiamo andando fortissimo: abbiamo vinto all’Opal Contest Hop’n Drop di Prato e anche al CBE – Contest Band Emergenti di Santomato Live di Pistoia. Poi è arrivata l’importantissima vittoria a Milano: già questo per noi è un grande traguardo raggiunto. 

Quante canzoni avete al vostro attivo?

Ad oggi siamo arrivati ad avere un repertorio con undici brani nostri. Come già detto noi suoniamo solo dal vivo, tuttavia, da qualche settimana, abbiamo registrato “Senti come” la nostra prima canzone in assoluto ed anche “Mezzo metro” un brano più recente, allo studio DPot di Prato, molto all’avanguardia, uno dei migliori. Da quella sala sono passati affermati cantanti e gruppi famosi anche a livello internazionale. 

È stata la prima volta per voi in uno studio di registrazione?

Sì e sono stati tre giorni intensi di lavoro in cui abbiamo registrato i primi due pezzi autoprodotti. Per adesso è possibile ascoltare il nostro primo brano “Senti Come” su Spotify (a questo link). 

È stata una bellissima esperienza che ci ha formato ancora di più e di questo vorremmo ringraziare Matteo Zola, il fonico dello studio, per averci dato questa bella opportunità. Siamo molto contenti, a questo punto per noi è iniziato un percorso più professionale.

Il successo vi fa paura o vi entusiasma?

Ci piacerebbe che il progetto Ejent, che ci rispecchia e che tanto piace, andasse bene anche fuori dalla nostra realtà. Ma sarebbe più una soddisfazione per il lavoro e l’impegno che ci stiamo mettendo. Ci gasa ma vogliamo restare con i piedi per terra e, step by step, concentrarci su un obiettivo alla volta. Cerchiamo anche di saltare su ogni treno che passa. Se il successo dovesse arrivare lo accetteremmo tranquillamente.

Qual è il vostro punto di arrivo?

È un passo dopo dove siamo. Oggi siamo qui, il nostro punto di arrivo è la tappa successiva, poi quella dopo ancora, non c’è “un tetto”. Il nostro traguardo virtuale è la nostra creatività. Fino a quando riusciremo a fare musica e a creare cose nuove, non ci sarà un limite. Abbiamo gli strumenti in mano e l’armonia: questo ci insegna che è la lingua più bella con cui comunicare.

I prossimi mesi vedranno dunque gli Ejent impegnati in molti progetti, concerti live e importanti competizioni. Una band da tenere d’occhio, che si merita tutto il nostro incoraggiamento. Seguiamola sulla loro pagina Instagram ejent­­­_band e ascoltiamola su Spotify:

“Senti come” suonano questi Ejent! 

Foto di Francesco Tomé