BEAT store: il cuore e le sfide di una giovane ragazza che ama il suo lavoro.
Siamo in via Romana. A pochi passi dalla porta. Vicino al Giardino di Boboli. In una strada che ci piace molto. Soprattutto quando a ogni numero civico corrisponde un negozietto, una boutique, una libreria. Ed è così che scopriamo BEAT store. La vetrina si apre sulla strada illuminata da faretti al led. Entriamo. Caterina ci fa un gran sorriso. Piercing al setto e maglione blu. Ci guida subito in uno spazio accogliente e caldo. Lo shop è un multimarca che non si trova ovunque. E anche l’arredamento rispecchia lo stile street dei capi. Tubi innocenti e mensole di legno creano lo spazio giusto per appendere gli abiti. Un bancone ricavato da un vecchio tavolo da falegname. Altalene di legno che scendono dal soffitto legate ad alcune corde. Pancali e cassette di legno che si disperdono fino alla saletta interna. E poi le cornici, che raccontano di lei.
In quest’aria calda di casa, la Cate ci fa sedere intorno al fantastico bancone per due chiacchiere, come se fossimo amiche da una vita. Ci racconta di lei e delle sue difficoltà che spesso sono le stesse di tanti della sua generazione.
BEAT store ha aperto nel 2016, quando Caterina Bruni è tornata a Firenze da Milano, dove ha lavorato per 5 anni. Dipendente e gran lavoratrice da sempre, si era stancata dei turni imposti e della mancanza di indipendenza e ha deciso di fare una scelta (coraggiosissima, direi, soprattutto se hai trent’anni e pochissime certezze): quella di prendere e aprire il proprio negozio. Un posto dove poter vendere quello che più le piace, seguire il cliente dall’inizio alla fine, uno spazio che rispecchi il suo stile e una cura totale per i prodotti, sia nell’immagine che nei tessuti. E vi garantiamo che oggi non è così facile! Si porta dietro l’esperienza milanese e quella londinese, e mette tutti questi ingredienti insieme.
A Firenze, sceglie un fondo che sta a metà tra casa sua e la scuola dove andava, e lo trasforma in “casa”: e la vive così, visto che fa tutto da sola. «Questa è casa mia!» dice col sorriso.
Cura la scelta dei brand seguendo uno stile urban street, indirizzato per la maggior parte a una clientela che va dai 30 ai 50 anni, sia per uomini che per donne. Un multimarca che ti riveste, insomma, in uno stile minimal e sobrio ma ben curato. Dagli zaini ai maglioni, i jeans, i calzini, t-shirt e giubbotti. E perché no? Tra le cose scopriamo anche un liquore al caffè, fatto da lei. Ci sono i saldi e una piccola preview della nuova collezione, che sarà disponibile da marzo.
«E cosa ci aspettiamo?» «Ma sicuramente molto colore: viola, verde… e poi tornano gli anni ‘90». Ci racconta che organizza anche eventi in occasione del lancio di una nuova collezione.
Soddisfatti di aver incontrato questa ragazza bionda così intraprendente, ci rimettiamo il cappotto per uscire da quel calduccio accogliente. Ci voltiamo ancora per un’ultima domanda: «Ma perché BEAT store?». «Vedi… io metto il cuore nelle cose che faccio e BEAT è il tempo del cuore… oltre al tempo della musica, con cui ho sempre avuto un forte legame». •
Testo di Camilla Pieri