Cambiamento climatico: la zona rossa dell’informazione

Betty Colombo - Groenlandia

L’anticiclone africano Lucifero durante l’estate ha scaldato l’Italia causando ondate di calore e facendo registrare picchi di temperatura in molti casi mai raggiunti: se a Firenze si toccano i 40° C, in Sicilia nella zona di Siracusa si registrano temperature fino a 48,8° C, record italiano.

Mentre si discute di vaccini, green pass e libertà individuale, la stampa e i media dedicano poche righe o qualche trafiletto alle conseguenze del cambiamento climatico e al punto di non ritorno in cui rischiamo di perderci.

Nel rapporto presentato recentemente all’ONU dall’IPCC (Gruppo Governativo sul Cambiamento Climatico) il team di scienziati che ha firmato il documento, ha dichiarato una situazione a livello climatico quasi irreversibile che si sta evolvendo in tempi paradossalmente brevi.

Se non si interviene immediatamente ondate di calore, stagioni calde più lunghe, innalzamento dei mari, incendi causeranno la scomparsa delle biodiversità e renderanno invivibili alcune aree del pianeta.

Forse la vera libertà personale non è quella che finisce quando inizia quella di un altro individuo: la libertà è quella che si realizza all’interno di un gruppo sociale che coopera per il benessere collettivo, del singolo e nello stesso tempo di tutti.

I disastri di questa stagione estiva

A fine luglio la Sardegna è stata devastata dall’annoso problema degli incendi: di origine dolosa o meno, la propagazione delle fiamme ha coperto 20mila ettari della zona di Oristano. Terreni facilmente infiammabili per diverse ragioni tra cui la siccità.

Le immagini delle inondazioni in Germania hanno sconvolto tutta Europa: 183 morti e oltre mille dispersi. L’abitudine sbagliata di pensare che simili catastrofi avvengano solo in aree sottosviluppate e lontane del pianeta, ha portato a sottovalutare il problema del cambiamento climatico.

A fine giugno Stati Uniti e Canada hanno raggiunto temperature fino ai 54° C, un record mai raggiunto: sono decedute molte specie animali tra cui molluschi, pesci ma anche piccoli di falco che si lanciavano dai nidi per sfuggire al caldo.

Tra il 28 e il 29 luglio, in un giorno solo, la Groenlandia ha registrato 19,8° C e lo scioglimento di 17 tonnellate di neve e ghiaccio, un fenomeno mai visto che si è attivato in meno di 24 ore.

Cosa dobbiamo fare?

Il rapporto recentemente pubblicato dall’Onu indica che bisogna dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e portarle a 0 entro il 2050, e limitare il riscaldamento globale a 1,5° C: oltre questa soglia gli effetti saranno devastanti. Incremento di ondate di calore, stagioni più calde e di conseguenza danni per l’ambiente, l’agricoltura e la vita sulla terra.

Il pianeta è l’unica casa che abbiamo: è ora di iniziare seriamente ad averne cura per le mani più giovani che l’accudiranno dopo di noi.

Cover photo: Groenlandia, © Betty Colombo