Quattro anni di lavori, quasi 13 milioni di euro di spesa, oltre 3mila metri quadrati di superficie distribuiti su 3 piani, compresa una caffetteria tutta di vetro, con spettacolare vista sui tetti e le cupole di Firenze.
Inaugurato lo scorso giugno per San Giovanni, il Museo degli Innocenti, in piazza SS. Annunziata, è finalmente completo e pienamente visitabile.
E fruibile anche da un pubblico sotto il metro d’altezza. Una delle particolarità del Museo degli Innocenti, che occupa parte del complesso dell’antico Spedale, oggi Istituto degli Innocenti, sta nel fatto di essere a portata di bambino. Non poteva essere che così, per il Museo che racconta la storia del primo istituto al mondo dedicato all’accoglienza e la cura dei bambini abbandonati, i cosiddetti “nocentini”.
La storia dell’Istituto degli Innocenti, infatti, risale a sei secoli fa, quando, nel bel mezzo del Rinascimento fiorentino, un gruppo di agiate famiglie, facenti capo all’Arte della Seta, decisero di dar vita a un luogo che potesse diventare una casa per i piccoli allontanati dalle famiglie di origine, spesso per ragioni economiche. Fu un gesto rivoluzionario: all’epoca non esistevano simili strutture in Europa.
Probabilmente fu ancora una volta merito di quel fermento culturale che sfornò i più geniali artisti di ogni tempo, da Leonardo a Raffaello. E che si cimentarono anche con la realizzazione dello Spedale degli Innocenti.
Il portico che si affaccia su piazza SS. Annunziata e il nucleo originario della struttura sono un progetto di Filippo Brunelleschi. I celebri putti di ceramica invetriata, diventati simbolo dell’Istituto degli Innocenti, sono inconfondibilmente opera di Andrea Della Robbia.
Proprio i putti sono stati al centro di una complessa e inedita opera di restauro, negli ultimi mesi, per tornare al loro posto sulla facciata dell’Istituto degli Innocenti all’inizio del 2017.
A febbraio si sono conclusi anche i lavori di ripristino del portico e dei cortili interni, uno spettacolo nello spettacolo del Museo degli Innocenti. Quest’ultimo, invece, si è arricchito di una nuova sala, che racchiude i tesori dell’antica chiesa (oreficerie, codici miniati, crocifissi lignei e altre opere di prestigio), come uno scrigno prezioso, in un allestimento che gioca con luci, ombre e volumi diversi. La sala si trova nel Coretto delle balie (chiamato così perché un tempo da qui le balie seguivano la messa nella chiesa annessa al complesso), in fondo al percorso espositivo della Galleria del primo piano, un’infilata di dipinti rinascimentali dai colori accesi.
Al piano interrato, invece, si ripercorre anno per anno e secolo per secolo la storia dell’Istituto degli Innocenti. Qui è possibile ricostruire la vita di migliaia di nocentini, dal ‘400 fino al XX secolo. E riscoprire un pezzo di storia di Firenze e del nostro Paese.
Paola Ferri