Al Centro Pecci due mostre imperdibili per chiudere il 2024 (e aprire il 2025) esplorando temi unici e complementari, tra pittura e fotografia, identità e memoria.
Vi abbiamo già parlato di tutte le mostre (anticonvenzionali) da vedere a Firenze durante le vacanze di Natale, ma non basta. All’elenco sono da aggiungere due imperdibili esposizioni al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, visitabili fino all’11 maggio 2025.
Margherita Manzelli: L’Universo delle “Signorine”
La mostra “Margherita Manzelli. Le Signorine”, curata da Stefano Collicelli Cagol, offre un’immersione nel mondo intimo e potente dell’artista ravennate. Attraverso una selezione di dipinti, disegni e nuove opere create per l’occasione, Manzelli esplora il corpo femminile e la psicologia dei suoi soggetti, sfidando convenzioni e stereotipi.
Le sue “signorine”, figure femminili androgine e senza tempo, emergono da sfondi astratti fatti di pattern geometrici e motivi floreali, evocando tessuti immaginari o reali. Ogni opera riflette la tensione tra fragilità e resilienza, con un focus particolare sulla testa, da sempre il punto di partenza della sua ricerca pittorica. Una delle opere principali trae ispirazione dalla Cattedrale di Santo Stefano di Prato, stabilendo un legame profondo con il territorio.
Margherita Manzelli, che lavora a Milano dopo gli studi a Ravenna, è riconosciuta a livello internazionale per la sua capacità di fondere pittura, scrittura e performance. Le sue opere rappresentano una sintesi emozionale e formale, dove il corpo e lo spazio dialogano in un gioco di percezioni e significati.
Peter Hujar: La Fotografia tra Azione e Memoria
Parallelamente, il Centro Pecci ospita la mostra “Peter Hujar: Azioni e ritratti / Viaggi in Italia”, a cura di Grace Deveney con Stefano Collicelli Cagol. Questa esposizione rappresenta un’evoluzione del progetto presentato all’Art Institute of Chicago nel 2023, arricchito da scatti inediti realizzati da Hujar durante i suoi viaggi in Italia tra gli anni ‘50 e ‘70.
Con 59 fotografie e opere di artisti legati alla scena performativa newyorkese degli anni ‘70, come Sheryl Sutton e David Wojnarowicz, la mostra esplora il dialogo tra fotografia e performance. I ritratti di Hujar, enigmatici e profondi, catturano momenti di transizione, sia dietro le quinte del teatro sia nei paesaggi italiani. Le immagini italiane offrono uno sguardo unico su un paese in trasformazione, raccontando storie di persone, animali e luoghi con una sensibilità rara.
Figura centrale dell’East Village newyorkese, Hujar ha lasciato un segno indelebile nella fotografia contemporanea. La sua opera, conservata in prestigiose collezioni come il MoMA e il Metropolitan Museum of Art di New York, riflette un’intensa ricerca sulla complessità della condizione umana.
Il Centro Pecci
Dal 1988, il Centro Pecci di Prato si distingue come primo museo italiano dedicato esclusivamente all’arte contemporanea. Con 3000 metri quadri di spazi espositivi e un ricco programma di eventi, il museo è un punto di riferimento per artisti, curatori e appassionati. Le mostre di Margherita Manzelli e Peter Hujar si inseriscono nel progetto “Toscana al Centro”, che celebra l’eccellenza culturale della regione.