Chi è il greentrotter, un report sull’ecoturismo.

trekking toscana

Greentrotter è, chi il greentrotter fa, o meglio “va”.

Va per boschi, per mari e per montagne e ci va spinto dalla voglia di esplorare e conoscere quel territorio nel modo più autentico e coinvolgente, ovviamente green. Spesso va camminando, l’incedere dei passi è il ritmo che più gli si addice; cadenza che va pure a genio all’ambiente. Non lascia tracce, solo orme, pensiero aperto, non il portafoglio, calpesta i sentieri, non il rispetto. Non per ultimo, ha il fisico allenato, armoniosamente.

Ama la natura, il viver bene e curiosare in giro, scorgendo dettagli inaspettati e ascoltando leggende e storie lontane. Gli piace essere coinvolto da ciò che vede, scoprirne i segreti e particolarità, gli piace praticare vari sport, all’aria aperta, solo talvolta estremi. Ricerca la bellezza dei luoghi, quella sincera e genuina, con tutti e cinque i sensi. Gode alla vista di un paesaggio modellato ad arte da madre natura, gusta con soddisfazione i frutti della terra cresciuti o cucinati come la tradizione vuole; ode, lieto, i suoni di creature intorno a lui, come anche lieto è dell’assenza di rumori, non perde l’occasione di saggiare aromi e profumi spontanei, tocca con mano ciò che la natura incredibilmente è stata in grado di fare.

Un ehoturista, detta in fiorentino e a Firenze e dintorni ce ne sono sempre di più, sebbene sia culla anche di turisti mordi e fuggi. Altrimenti detto in italiano, escursionista, è un viaggiatore che evita il cemento e se non lo evita, porta in città il suo peculiare approccio, decongestionando trasporti e spot turistici principali, valorizzando le mete cosiddette minori. Cerca di evitare il più possibile il cosiddetto fast-tourism, preferendo un ritmo decisamente più slow.

trekking greentrotter toscana

Slow is the new cool

Il greentrotter è in aumento; sempre più persone si rendono conto che uno stile di vita slow è cosa buona per il corpo, per la mente, per l’umore, per l’ambiente. Slow is the new cool. Qual è la sua parola d’ordine? Alternativa. Lo stesso obiettivo può essere raggiunto tramite varie azioni, più o meno alleate della sostenibilità. E la più eco-amica non è detto che sia la più dispendiosa in termini di tempo, energie e denaro. “Mal che vada” c’è sempre comunque da guadagnarci in salute, soddisfazione e tutela. Chi si sente parte della cosiddetta green generation, questo lo ha capito, come anche l’applicabilità di tale approccio a qualsiasi ambito della vita.

Ha capito che per esser global bisogna prima essere local, ovvero glocal (Zygmunt Bauman docet) e che la propria piccola abitudine può avere un risvolto planetario. Il motto è “Think global, act local”. Il greentrotter, per esempio, ha ben in testa il fatto che l’esistenza umana dipende da quella delle piante e che non è vero il contrario: non ci sarebbe un noi senza di loro, mentre un loro senza di noi sarebbe addirittura migliore.

Gratitudine, quindi, che si traduce in rispetto per la loro vita e quindi per la propria. Perché tale attitudine altro non è che amore per la propria di vita. La generazione verde o, come meglio suona, la green generation, è composta da sani egoisti interessati prima di tutto al proprio benessere. Un’asserzione forse bizzarra ma vera, in quanto l’istinto primario di ogni essere vivente, forza motrice del mondo, è la sopravvivenza e desiderio comune è sopravvivere meglio e più a lungo possibile. Si capisce che pensare al benessere dell’ambiente che ci accoglie significa pensare al proprio.

alberi trekking toscana

Sostenibilità e impatto 0

La natura sa quello che fa e il greentrotter sa che è opportuno fare altrettanto. Apprezzare per esempio consuetudini lontane dall’usa e getta: le attività di riciclo e riuso, oltre ad avere poco impatto sull’ambiente e generare attività lavorative, sono utili anche all’intelletto, stimolando creatività e fantasia.

Inclinazioni slow sono parte del vivere verde e ciò si rispecchia anche in un modo di fare turismo, più sostenibile e che permette di visitare luoghi sorprendenti altrimenti inaccessibili. Camminare, in tutte le sue varianti, è l’imperativo del greentrotter. Alternativa dei mezzi a motore, è un’attività che raddrizza la schiena e il mondo. È fisico, è pensiero, è soddisfazione, è green, è sempre più praticata, in Italia come in Toscana.

Ecoturismo: un trend in crescita

Considerando l’ultimo decennio, dati alla mano: il greentrotter, l’ecoturista, nel 2012 ha incrementato la sua presenza dell’1,48% rispetto al 2011, il fatturato è aumentato del 4,1%, mentre il turista tradizionale è calato rispettivamente del 3,5% e del 9,5%. Questi sono stati i risultati del XI Rapporto Ecotur scritto dall’Osservatorio Ecotur con Istat, Enit e Università dell’Aquila, presentato a marzo 2013. Per passare poi a un vero proprio boom di presenze con una Toscana da record in termini di fatturato, come evidenziò Coldiretti nel 2014. Tanto che venne premiata agli Oscar dell’ecoturismo nel 2016, per le sue eccellenze che vanno dalle strutture eco turistiche ai parchi naturali, come il Parco regionale della Maremma, il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano e il Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Un’ascesa che non si è mai arrestata e che va a braccetto con realtà enogastronomiche e Made in Italy. Camminare gustando quindi, una combinazione di cui la Toscana è regina.

vigne toscana ecoturismo

Un incremento che ha visto toccare numeri mai visti in tutta Italia, in questa estate covid appena finita. Anche se ancora non ci sono dati ufficiali, chiedendo in giro ai conoscenti qual è stata la destinazione delle loro vacanze, leggendo e guardando giornali e telegiornali, la percezione è chiara: numeri da invasione si sono riversati nelle aree naturali, soprattutto montane. Mesi che hanno evidenziato, forse ancora più di prima, la necessità di un approccio adeguato e tutelante quando ci troviamo in ambiente naturale, una sempre più diffusa educazione slow con tinte green.

E tu, sei un greentrotter?