Chiara Pirovano: As If Nobody’s Watching

Chiara Pirovano

Il genere non si è, si fa. “As If Nobody’s Watching” è un racconto autobiografico, dove la fotografa rappresenta la stanchezza di dover aderire alle aspettative sociali di comportamento, la difficoltà di infrangerle, ma anche la necessità di dolcezza, compassione e riconciliazione con il proprio corpo.

Immagina, anche solo per un attimo, che nessuno ti stia osservando. Nessuno pronto a confinarsi in una definizione, un ruolo o un’etichetta. As If Nobody’s Watching nasce dalla volontà di svelare gli stereotipi di genere a cui siamo continuamente sottoposti per riscoprire un’immagine di sé e un corpo che troppo spesso diventano spazi gravati dalle aspettative e desideri altrui.

Chiara Pirovano, fotografa documentarista e artista visiva italiana, utilizza il proprio corpo come strumento di indagine. L’autoritratto diventa un linguaggio essenziale: eliminando il rapporto tra fotografa e soggetto, la tensione performativa si spegne, rendendo possibile una ricerca intima e viscerale del proprio io, lontana dalle aspettative sociali imposte.

Il suo viaggio nella fotografia nasce dall’urgenza di esplorare le questioni di genere, un interesse che approfondisce durante i suoi studi all’Università di Trento, dove riflette sul concetto di autodeterminazione e di corpo come spazio politico. L’idea che “il personale è politico” diventa per lei una lente con cui interpretare le sfide vissute quotidianamente da ognuno di noi in una chiave collettiva. In questo, collezionare storie, così come esperienze è un mezzo per comprendere il mondo nella sua complessità.

Questa esigenza si intensifica durante gli studi all’University of Sussex a Brighton, dove si avvicina all’autoritratto come mezzo di esplorazione personale. Il primo progetto “The Collective Experience of the Self” è un dialogo tra immagini e parole, in cui riflettere sul significato di “femminilità” e “mascolinità”.

Cosa significa essere donna? Cosa significa essere uomo?

È soltanto con “As If Nobody’s Watching” che questo sguardo matura in un racconto autobiografico, che racconta la stanchezza di dover aderire alle aspettative sociali di comportamento, la difficoltà di infrangerle, ma anche la necessità di dolcezza, compassione e riconciliazione con il proprio corpo, che diventa qui un rifugio, un luogo dove poter essere vulnerabili. 

Il genere non si è, si fa”: con queste parole la filosofa americana Judith Butler sottolinea la performatività delle norme di genere, la loro natura volubile, influenzata dalla cultura. Il genere, a differenza del sesso, è un prodotto della società e per questo continuamente definito attraverso azioni, gesti e comportamenti del nostro vivere quotidiano. Ma cosa accade se proviamo a oltrepassare questa dicotomia maschile/femminile e a considerare la nostra identità come un insieme complesso di fattori?

Forse saremmo costretti ad esplorarci più profondamente, abbandonando i modelli predefiniti di comportamento a cui ci hanno abituato?

“As if Nobody’s Watching” invita a una riflessione profonda su queste dinamiche, proponendo un viaggio all’interno delle emozioni legate al nostro corpo e al modo in cui ci mostriamo al mondo. Esplora il senso di dissociazione che nasce dal vivere un corpo conforme alle aspettative altrui, contrapposto al desiderio di esplorarsi liberamente e con leggerezza.

Questo percorso diventa un atto introspettivo, per dare spazio ad una ricerca di un modo autentico di essere, che permetta di riconnettersi con la parte più intima e profonda di sé.

In un mondo libero da sguardi e giudizi, chi sceglieresti di essere?