Cecco e Cipo tornano con un nuovo album, intitolato Con Permesso. Dall’origine ai singoli che hanno anticipato l’uscita del disco, l’intervista al promettente duo che non vede l’ora di tornare sul palco.
FUL magazine ha incontrato il duo di Vinci e ha fatto una chiacchierata in occasione dell’uscita del loro nuovo disco.
Tre anni dopo il vostro ultimo album “Straordinario” siete tornati con “Con Permesso”. Com’è nato questo lavoro?
“È nato per la gran parte durante il lockdown dell’anno scorso. La maggior parte delle canzoni sono nate all’interno di un piccolo appartamento di Firenze dove mi sono ritrovato da solo (Cipo) per un bel po’. È venuto senza tanti progetti, più da un’esigenza di scrivere, di esprimermi in quella determinata situazione. I dieci pezzi selezionati per il disco sono stati estrapolati da una lista di una trentina di canzoni. Non è stato facile capire quali potessero funzionare di più insieme.”
Che cosa rappresenta per voi?
“Sicuramente per noi rappresenta una piccola svolta, di suono e di testi. Abbiamo avuto modo di sperimentare e lavorare di più al sound, grazie al prezioso aiuto di Federico Gasapri e Samuele Cangi. Anche a livello di parole sentiamo questo album un po’ più elegante, rispetto ai dischi precedenti.”
Quanto ha influito la pandemia?
“La pandemia ci ha fatto avere più tempo a disposizione per lavorare con più calma sull’album, sperimentando molto durante le pre-produzioni. Ovviamente i testi sono stati influenzati da questo triste periodo.”
“Ancora un’altra volta” e “I due eschimesi dell’isola di Baffin” sono i due singoli che hanno anticipato l’uscita dell’album. Come mai avete scelto questi due brani?
“Ancora un’altra volta è stato il primo brano a cui abbiamo lavorato e ci aveva subito convinti, tanto da sceglierlo come singolo. Ci sembrava il brano più rappresentativo per un nuovo percorso. Un testo d’amore ma più sviluppato, sofisticato, sempre leggero, ma comunque più serio, accompagnato da un arrangiamento nuovo per noi, ricco di archi e di fiati. Anche il modo in cui è cantato è diverso rispetto a tante altre nostre canzoni.
I due Eschimesi dell’Isola di Baffin lo abbiamo scelto perché ci sembrava folle al punto giusto da spiazzare gli ascoltatori. Ci piace mantenere questa parte più azzardata.”
Fra le 10 canzoni che compongono “Con Permesso”, qual è la canzone più rappresentativa?
“I pezzi più rappresentativi per noi forse sono Che fine ho fatto e Ragno tessitore. Il primo perché è una cartolina che descrive oggi come siamo diventati; il secondo perché si sente molto l’animo e la scrittura di Cecco.”
Cos’è cambiato –come siete cambiati voi- dal vostro ultimo lavoro discografico?
“Siamo invecchiati, ingrassati e più incazzati, perché abbiamo una voglia matta di tornare a suonare e sembra che sia sempre più difficile per colpa di questo periodo.”
Cecco e Cipo, che cosa vi aspettate da “Con Permesso”?
“Un bel tour, tornare dalla gente, tornare a fare il nostro lavoro, che è il suonare live, più che stare in studio a registrare. Siamo progetto da vedere dal vivo, non funzioniamo solo lanciando i brani nelle piattaforme, a differenza di altri.”
Andrete quindi in tour per promuovere il disco?
“Speriamo di si, è ancora un po’ tutto in costruzione. La nostra agenzia ci sta lavorando. Speriamo bene.”