Dalla giraffa alta cinque metri all’unicorno che guarda Ponte Vecchio, poi un grande coccodrillo e due eleganti cervi. Cinque installazioni realizzate dall’artista fiorentino con il legno di risulta dell’Arno che animeranno per tutta l’estate il percorso tra la spiaggetta di San Niccolò e il nuovo camminamento a pelo d’acqua sotto lungarno Torrigiani.
Firenze si scopre dall’Arno, attraversando il percorso artistico (per grandi e piccini) popolato dalle creature di legno di Sedicente Moradi. Dalla spiaggina di San Niccolò si apre un sentiero dove gli animali si svelano come apparizioni e che prosegue, a pelo d’acqua, nel nuovo camminamento sotto al “risorto” lungarno Torrigiani, passando per ponte alle Grazie. Cinque sculture realizzate dall’artista, utilizzando il legno che il fiume restituisce e quello che resta dalle potature degli alberi in città. Un’installazione di arte ambientale che alla natura si ispira e che accarezza, e insieme rafforza, il legame tra la dimensione naturale del fiume e la sua città. C’è la spettacolarità della giraffa, l’armonia dei cervi, la ferocia del coccodrillo e la magia dell’unicorno: creature che popolano un paesaggio per definizione effimero, come la legge del fiume vuole, e che scompariranno nelle sue acque alla prima piena.
Sedicente Moradi ha fatto di Firenze la sua galleria d’arte, popolando gli spazi urbani con le sue creature di legno. La sua arte è diretta, si rivolge direttamente alle persone, anzi le raggiunge, le va a scovare, saltando ogni forma di intermediazione. Con il patrocinio del Comune di Firenze, in collaborazione con Silfispa, Publiacqua e Piazzart, ha realizzato questa installazione di arte ambientale dalla forte simbologia. Le sculture, tutte realizzate sul posto, non alterano il paesaggio, ma esaltano la sua valenza ambientale, armonizzandola con il vortice di suoni e di rumori della città.
“Creature dal Fiume – spiega Sedicente Moradi – è un’installazione elementare, semplice da capire perché le sagome degli animali sono riconoscibili indistintamente e immediatamente da chiunque, ma soprattutto perché legata agli elementi nella loro originarietà. Il fiume, come flusso sanguigno della civiltà stanziale. Il legno, che dal fiume è portato e che il fiume riprenderà. Ho realizzato queste opere in riva all’Arno, come faccio da anni, battendolo in lungo e in largo alla ricerca di legnetti e di panorami, vivendo e osservando quello strano e spesso stridente connubio tra il tempo biologico delle cose e il quello della città che gli gira intorno.
“Creature dal Fiume” vuole favorire l’incontro muovendo gli ingranaggi dell’immaginazione. Un incontro sulla riva del fiume in centro città è come se avvenisse su uno sentiero sperduto di montagna: ha sempre qualcosa di eccezionale, di raro. Ci si guarda negli occhi. È una dimensione aperta e recettiva, come lo è l’esperienza artistica”.
Il percorso si apre con la giraffa, l’animale più vicino al cielo. La giraffa del lungarno è alta 5 metri, fatta di legno assemblato. L’artista ha voluto omaggiare l’esemplare portato a Firenze da Lorenzo il Magnifico nel 1487, il primo in Italia dai tempi dell’antica Roma. Lo stupore in città fu enorme, tanto che l’animale venne celebrato con poesie e raffigurato in affreschi e dipinti. Ma la sorte fu maligna, la giraffa si ruppe il collo pochi mesi dopo il suo arrivo tra le sbarre della scuderia. Elevata a simbolo di rarità, la speranza è che l’opera susciti la stessa meraviglia come nella Firenze dei Medici.
Proseguendo nel terzo giardino, lo sguardo si ingentilisce appena si scorgono le sagome dei due cervi del lungarno. Non rari come le giraffe, soprattutto nelle campagne toscane, la loro presenza dona eleganza e purezza al paesaggio circostante e lascia sempre immobili e stupiti, come se un solo gesto potesse rompere un incantesimo. Le loro corna si stagliano al cielo come rami e li rendono delle creature quasi allegoriche, metà animali e metà alberi. Come una pianta che ha sradicato le sue radici e corre leggera, il cervo simboleggia la metamorfosi della natura, ricreare la forma della materia esistente, ed è la chiave di lettura delle opere del Sedicente Moradi: da legno inerte a animale vivace.
Lo stato d’animo muta quando entrando nel nuovo camminamento ci si imbatte nel coccodrillo, scultura lunga 3,5 metri e larga uno. Animale millenario, simbolo dell’adattamento delle specie viventi al trascorrere del tempo. La sua forza è riuscire a stare sempre in superficie e, nella simbologia religiosa, questo animale rappresenta l’ipocrisia, il maligno. Appostato sul bordo del fiume, il coccodrillo del lungarno evoca il male della nostra società, pronto ad agguantarci e a trascinarci verso il basso.
L’atmosfera cambia alla fine del camminamento, incontrando l’unicorno del lungarno, un faccia a faccia con la fantasia, l’irrealtà che diventa mito, la meraviglia quasi infantile. La cornice cambia, la percezione anche: alla fine della passeggiata non conta più quello in cui si crede, ma solo ciò che si ha davanti agli occhi e come ci fa sentire
Sedicente Moradi
Nasce a Firenze nel 1980 dove si forma prima all’Istituto Statale d’Arte poi all’Accademia di Belle Arti diplomandosi in Pittura nel 2004. Parallelamente all’attività artistica lavora come illustratore e designer operando in Europa, Stati Uniti e Russia. Dal 2009 realizza sculture assemblando legno recuperato, potature, radici ed altri materiali organici che cerca e raccoglie da boschi e uliveti, rive di fiumi e spiagge. Attraverso l’assemblaggio di questo materiale, già segnato e formato dalla natura, crea forme immediatamente riconoscibili all’occhio: figure umane e animali, parti anatomiche, soggetti pensati per dialogare con lo spazio in cui vengono inseriti. Dopo numerose mostre collettive in Italia e all’estero, nel 2015 realizza la sua prima mostra personale nel Museo Bellini di Firenze, con un allestimento dal titolo “WoodenKammer”, dove appende al soffitto un coccodrillo a dimensione naturale realizzato con porzioni di mobili antichi provenienti dalle cantine del Museo. Ha recentemente realizzato un gruppo di sculture per lo storico giardino Corsini di Firenze in occasione della XXIII edizione di Artigianato&Palazzo.