Da Radio Deejay a Feline Funk: intervista a Alessio Bertallot

Alessio Bertallot

Abbiamo approfittato della sua presenza a FELINE FUNK per intervistare Alessio Bertallot, voce storica degli Aereoplanitaliani, di B-Side su Radio Deejay, della RAI e oggi dell’apprezzatissimo programma web Casa Bertallot, da poco sbarcato anche su Sky Arte HD con un format apposito. Segue una chiacchierata fiume, che vi proponiamo integralmente, sulle sue esperienze e sulla contaminazione tra generi musicali così come tra vecchi e nuovi media.

Dopo la tua esperienza a RaiTunes, hai deciso di creare quella che è una delle realtà più interessanti del mondo radiofonico e web in Italia, Casa Bertallot, cosa ti ha spinto a questo passo e, più in generale, come credi si evolverà il mondo delle radio ora che iniziano a spostarsi sul web?

“La RAI si era impegnata e aveva impegnato i miei collaboratori e me in un’altra stagione del programma a Radio 2 e poi, furbescamente a pochissimi giorni dall’inizio della nuova stagione, ha voluto cambiare unilateralmente le condizioni contrattuali. Questo, a Casa Bertallot, si chiama ricatto. Un tentativo di costringerti ad accettare condizioni peggiori, perchè a quel punto non hai alternative. Una coltellata nella schiena a un leale collaboratore che si fida di te. Un metodo che non hanno riservato solo a Raitunes. Se devo fare radio con qualcuno di cui non posso fidarmi, meglio fare da solo. Ecco la prima spinta a trasferirmi a casa e sul web e realizzare Casa Bertallot. Un altro impulso è stato la consapevolezza che bisogna fare i conti con la modernità e reinventare la radio.
“La radio nell’era del web non sarà più  come la intendiamo normalmente. Fruita attraverso il computer, diventa uno dei tanti contenuti che il web offre. perderà la sua identità , tranne quella di suono. Già ora noto che il rapporto fra il pubblico che segue le mie dirette sul web e quello che le ascolta a posteriori è 4 a 1 in favore del dopo diretta. Credo però nel completarsi a vicenda di queste due realtà: da un lato la presenza nel tempo della radio tradizionale, il suo “esserci”, dall’altro la presenza nello spazio meta-fisico dei contenuti nella rete”. 

Ci sarebbero molte cose che vorrei chiederti, ma devo scegliere: ho notato ultimamente un’attenzione particolare da parte tua per la musica classica (personalmente amo molto Gonoud e Smetana) hai anche  ospitato Gloria Campaner, e per la commistione di questa con generi più contemporanei, da cosa è nato questo avvicinamento?

“Ho ascoltato così tanta musica ” elettronica ” in questi anni che a volte mi sembra tutto prevedibile, o già sentito. I generi musicali di cui mi occupo sono interessanti come fenomeno sociale e culturale, come linguaggio contemporaneo, sono forti nel loro insieme, ma spesso presi dal lato del singolo autore, hanno poca profondità . Sono cronaca, non storia, A volte mi affascina invece ciò che ha radici profonde,e in modo particolare le rivoluzioni musicali che si sono succedute dal primo novecento fino agli anni 70 .  Mi piace capire meglio le opere frutto di una grande capacità autoriale , che forse manca ai produttori musicali elettronici. La musica classica , ma anche un certo jazz, e sicuramente la contemporanea sono molto vicine all’arte in generale: c’è molto da imparare da lì”.

Ci saranno nuove produzioni musicali targate Bertallot? E prossimi progetti (attendo incuriosito la tua collaborazione con Sky Arte, un canale che apprezzo molto)?

“Se riuscissi a concentrarmi e a trovare più tempo credo pubblicherei qualcosa come musicista, anche se non sono sicuro se ancora abbia un senso pubblicare un disco inteso in senso classico. Per adesso sono impegnato , oltre che per le dirette di Casa Bertallot , anche nella produzione di questo programma su Sky Arte ” Variazioni Bertallot ” , dal 15 Ottorbre ogni mercoledì dalle 21 e 10 , per 6 settimane. A casa mia, tenteremo vari accostamenti tra musica e immagini, ma ti sottolineo in particolare un gioco che ho chiamato Live Remix: in ogni puntata estrapoleremo una parte caratterizzante di un brano famoso, ( generalmente la voce del cantante ) levando quindi la musica originale. Daremo poi quella parte a delle band che, suonando insieme alla voce originale, come se fosse il loro cantante, riscriveranno quella canzone. Potete immaginare cosa succederebbe se i Beastie Boys andassero a cantare con i Calibro 35? O i Massive Attack con Omar Sosa?”

Intervista a cura di Niccolò Brighella

Cover Foto: bertallot.com